Vogliamo chiacchierare amabilmente di un film un po’ thriller, un po’ horror e, ovviamente, un bel po’ distopico? se la risposta è affermativa è già pronto a tavola un film che fa al caso nostro.
Non dovete far altro che mettere mano alla vostra bella forchetta da esperti cinefili e gustare la pietanza che è appena uscita dal fucina delle nostre menti. Sul famigerato piatto d’argento campeggia LA NOTTE DEL GIUDIZIO (2013), titolo originale: THE PURGE, la purga… il titolo è tutto un programma ma non sta ad intedere che vi facilititerà la sua metabolizzazione.
LA TRAMA
È il 2022 e anche quest’anno negli Stati Uniti, per qualche ora, viene staccata la spina della legge. Tutti i cittadini americani, dalle 19 del 21 Marzo alle 7.00 del giorno seguente possono concedersi qualsiasi tipo di crimine senza essere perseguiti. È la notte dello “Sfogo annuale” durante il quale tutte le forze di polizia sospendono le loro attività mentre nelle strade si riversa una violenza non solo incontrollata, ma repressa per 364 giorni.
La “Nuova America” trova così la realizzazione del proprio sogno: la disoccupazione è a un passo dalla scomparsa definitiva, il tasso di povertà è al di sotto del 5% ed è finalmente risolto il problema della criminalità garantendo alla popolazione 12 ore di “libera uscita” per assalire i vicini molesti, torturare il capo ufficio o uccidere questuanti senza tetto.
James Sandin (Ethan Hawke) deve la sua fortuna alla ricorrenza della mattanza: vende impianti di sicurezza che promettono di garantire l’incolumità delle persone, barricate nelle loro abitazioni, nell’attesa che l’inferno si sfoghi e torni il paradiso patinato calato in terra dai Nuovi Padri Fondatori.
Per una terribile legge del contrappasso la notturna furia omicida irrompe nella blindatissima villa della famiglia Sandin grazie all’idiozia di turno di uno dei protagonisti. È la miccia che innesca un thriller ad alta tensione provocando un’adrenalinica deflagrazione di schegge horror-distopiche
LA RECE
A casa Sandin va in scena l’esistenziale conflitto tra l’umana pietà e l’istinto di autoconservazione. Dall’ingresso principale entra un’orda barbarica, formata da colletti bianchi e tailleurs, pronta a sfogare senza remore le repressioni accumulate per anni. Per contrastare gli “ospiti indesiderati” e difendere le mura domestiche, padre, madre e figli, si improvvisano guerrieri vestendo abilmente le pulsioni dello spettatore.
Una paura sempre più incalzante serpeggia nelle stanze violate. Si striscia silenziosamente per cogliere alla sprovvista l’invasato invasore in un coinvolgente rimando tra vittima e carnefice. Uccidere o morire? Il dilemma ci pervade con tutta la sua forza.
L’avvincente evoluzione degli eventi ci stringe in una morsa sempre più serrata. Solo nel finale “La notte del giudizio” perde un po’ la presa con un epilogo che non stupisce come l’originale idea di partenza.
Trattenendo il pensiero sulla “notte degli sfoghi”, la situazione potrebbe apparire alquanto paradossale ma ripescando tra le cronache statunitensi, sulle stragi compiute con armi da fuoco, il futuro distopico descritto dal regista James DeMonaco, ci sembra terribilmente plausibile.
LA CURIOSITÀ (ovvero: come nacque l’idea del film)
Il regista, James DeMonaco, ha spiegato che la scintilla creativa è scaturita dopo che la moglie aveva rischiato di perdere la vita a causa di un automobilista spericolato. Lui era sceso inferocito dalla sua autovettura per affrontare l’imprudente autista ma fu bloccato dalla moglie che poi, una volta tornato in macchina gli chiese: “Non sarebbe bello se tutti noi, una volta l’anno, potessimo sfogarci liberamente?”
LA SAGA
Lo “sfogo annuale” ha dato vita, manco a dirlo, a dei sequel. Nel 2014 è uscito “Anarchia” mentre il 2016 ha visto il rilascio del terzo episodio “Election Day”.
Per il 2018 è previsto un quarto capitolo dal titolo “The island”.
Non rimane che sfogarci!