Buongiorno Distopici Amichetti del mio cuore! Eccoci di nuovo qui per parlarvi di un’altra autrice fantastica, e coraggiosa visto che si è data in pasto ai nostri cani randagi (tranquilli non è un’offesa e leggendo l’articolo capirete perché). Stiamo parlando della grintosissima Sofia Montanari, autrice di Stray Dogs, edito da PubGold.
Sofia Montanari nasce a Rimini il 4 settembre del 1990, dove vive tuttora. Nella vita ha fatto diversi lavori, senza mai dimenticare la necessità di dar voce ai suoi “figli cartacei” che la seguono sin dalla tenera età. Appena può permetterselo, riempie la valigia e parte verso mete sempre nuove, meglio se in compagnia degli amici, i primi ad incoraggiarla nella strada intrapresa, permettendole di uscire dal guscio per affrontare lo spietato mondo editoriale. Ama film e libri dalle narrazioni forti, pieni di violenza e colpi di scena, ha una vera passione per il genere horror e splatter.
Coltiva anche l’hobby dei videogame e dei giochi di ruolo testuali: assieme al consumo compulsivo di serie tv, sono le attività che assorbono la maggior parte del suo tempo libero. È una frana in cucina e in tutto quello che riguarda la gestione della casa: per giustificare la sua incapacità, spesso tira in ballo un’ipotetica vita passata in cui era un rude cowboy.
Questa fanciulla dal visetto dolce, come avrete capito dalla sua biografia, nasconde un’anima ribelle. Ma conosciamo meglio la sua Opera.
TRAMA
Jack è un ispanico con problemi di droga, noto alle forze dell’ordine per il suo passato costellato di reati minori; Nancy è un’emarginata, costretta a dar fondo alle proprie risorse per sopravvivere ad un mondo che la rifiuta con tutte le sue forze; Nemo è stato privato della propria identità da una misteriosa organizzazione, ed è determinato a fare luce sul suo passato.
Grotteschi, “sbagliati”, politicamente scorretti, per la società non sono altro che scomode zavorre, cani randagi da debellare al più presto. In guerra contro tutto e tutti, compresi loro stessi. Sullo sfondo di un’America decimata da un virus letale, le loro vicende si intrecciano in un legame inestricabile, saldato dalla volontà reciproca non solo di sopravvivere, ma di farlo in grande stile. Il declino della razza umana pare offrire loro una possibilità di riscatto, ma ben presto si renderanno conto che nulla è facile da conquistare, se non la morte, e che il gioco letale in cui sono coinvolti è molto più vasto e intricato di quanto non possano immaginare, governato da regole spietate. Solo i più forti possono sperare di vedere un’altra alba, ma in questo nuovo mondo in cui a dominare sono la crudeltà e le proprie capacità di adattamento, persino coltivare la speranza potrebbe essere rischioso…
E adesso passiamo all’intervista!
- Perché Stray Dogs?
Fondamentalmente, perché i cani randagi non riscuotono molto successo.
Ma se sulla Pista i reietti si sprecano, quelli che hanno il fegato di sfidare la propria sorte sono pochi e solitamente destinati ad una vita molto breve.
In questo primo volume, l’azione si rimpalla tra tre protagonisti, diversi per età, sesso ed estrazione sociale: la realtà, filtrata attraverso i loro occhi, assume ogni volta sfumature differenti.
Nancy è la più giovane del trio: quando la storia ha inizio, ha appena diciannove anni, ma già ha imparato a destreggiarsi sulla Pista. Sa che per sopravvivere deve reprimere le proprie emozioni, per questo si sforza di apparire come una persona crudele e risoluta. Abituata a mentire e rubare, è caratterizzata da un forte senso dell’umorismo, spesso inopportuno, e da una fragilità di fondo che la rende la più umana dei Randagi. La sua più grande paura è quella di diventare incapace di vivere in mezzo agli altri esseri umani, e per questo cerca di soffocare in ogni modo la sua Dote, un potere che l’ha resa famosa e temuta nell’area di Los Angeles. Fortunatamente, il suo aspetto inoffensivo le permette facilmente di ingannare il prossimo.
Jack ha trent’anni, una pistola scarica infilata nella cintura e una sconfinata fiducia nelle proprie capacità. Come Nancy, anche lui è “Infetto”, ma a differenza della ragazza possiede piena padronanza del suo potere e la volontà di usarlo “per diventare un dio”. Con un passato di criminalità alle spalle, è pronto ad affrontare il futuro con la caparbietà di chi crede fermamente nei propri mezzi. Possiede una natura malvagia e istrionica, oltre che una naturale inclinazione alla leadership. Le sue origini ispaniche lo hanno dotato di un fisico agile e minuto, mentre la sua tendenza all’autodistruzione cancella in lui ogni freno inibitore.
Nemo rappresenta la mente del gruppo. È alto e dinoccolato, di aspetto curato. La sua spiccata intelligenza lo rende un abile manipolatore e un ottimo stratega. Dimostra più di quarant’anni, ma nessuno – nemmeno lui – è in grado di stabilirlo con certezza: tutto quello che sa, è che si è svegliato in una cella criogenica senza alcun ricordo relativo alla sua identità e al suo passato. Odia essere toccato e la mancanza di serietà nel prossimo. Il suo essere freddo, metodico e calcolatore si sposa alla perfezione con le sue abilità di cecchino, a dispetto della miopia di cui soffre. Se da una parte mostra una totale mancanza di empatia, dall’altra è animato da una fede religiosa che sfiora il fanatismo.
- La tua scena preferita all’interno di Stray Dogs?
L’incontro tra Jack e Nancy vince a mani basse!
- Nel tuo romanzo c’è spazio per l’amore?
L’amore fa parte della vita, quindi sì.
Bisogna considerare che ci sono preoccupazioni molto più gravi in ballo: è difficile pensare di innamorarsi in un clima tanto precario, tanto più assurdo pensare di costruire una famiglia o crescere dei bambini. Però… penso sia inevitabile, è una caratteristica insita nell’essere umano.
Nonostante si tenda ad essere molto più sospettosi e individualisti, e il sesso diventi solo un bisogno fisiologico da soddisfare nel giro di qualche minuto, alla fine ci sarà spazio anche per l’amore, pure un po’ travagliato.
- Ascolti musica mentre scrivi? Se sì quale?
Mi hai letto nel pensiero! Stavo giusto preparando la playlist che penso racchiuda le atmosfere di SD (a rilento perchè mi fermavo man mano ad ascoltare le tracce)!
Mentre scrivo questo libro in particolarre, ascolto un mucchio di rockabilly, country e metal. A volte ho bisogno di canzoni allegre per far risaltare momenti particolarmente cruenti, altre di una base movimentata per tenere il ritmo di un combattimento.
Ad ogni modo, eccola qua: https://www.youtube.com/playlist…
- Parlaci della Pista. Cos’è?
Amata e odiata, diverrà col tempo quasi una sorta di divinità. Stiamo parlando della Pista, teatro per eccellenza della saga. I luoghi in cui si svolgono le vicende sono concentrati perlopiù nella parte occidentale degli Stati Uniti, trovando un fulcro in quella che viene chiamata – appunto – “La Pista”, un insieme di strade sotto il controllo governativo che fungono da collegamento tra i due versanti del continente, quasi una sorta di “cordone ombelicale” teso tra San Francisco e New York.
Per certi versi, ricorda il mito dell’America in viaggio lungo la Route 66: grandi distese, auto lanciate a pieno regime e un potente senso di libertà.
Pensiero comune vuole che, per quanto selvaggia e inospitale possa essere, rimane soggetta al controllo degli Alti Uffici. I territori che si trovano a nord o a sud della Pista, vengono guardati con sospetto ed evitati dalla maggior parte delle persone in quanto zone prive di legge e in cui alberga indisturbata qualsiasi tipo di attività illecita, di cui giunge cronaca attraverso le numerose voci che si rincorrono da una parte all’altra seguendo le carovane di schiavi e generi alimentari.
La cattiva fama di questi luoghi è da imputare in parte all’interesse governativo di avere i superstiti sotto il proprio ferreo controllo, in parte ad una reale pericolosità, dato che le città rimaste abbandonate sono diventate il covo di razziatori, predoni e malintenzionati di varia natura.
Le colonie, ossia le città abitate attraversate dalla Pista, mantengono al contrario una sorta di “ordine” seppur maldestro e perennemente denotato da una forte precarietà: qui è possibile trovare gli spacci preposti alla riscossione della razione quotidiana di cibo e acqua, gli ambulatori che somministrano il vaccino (necessario per mantenere il virus in recessione), locali, bordelli e il più delle volte un fiorente mercato grigio e nero.
Ogni colonia mantiene grossomodo la sua autonomia, confrontandosi con le vicine soprattutto dal punto di vista commerciale; al vertice, vi è un sindaco eletto dal Governo, a sua volta supportato da una giunta e difeso da un corpo più o meno nutrito di militari. Essi vivono in quartieri appartati, protetti da una lunga recinzione che li separa dalle baraccopoli.
Certo è che chiunque voglia mettersi alla prova, prima o poi dovrà misurarsi con le sue insidie.
Ovviamente l’intervista che ha avuto luogo nel Gruppo è molto più lunga, ma i papiri piacciono solo agli Egiziani quindi…
Detto questo vi do appuntamento al prossimo articolo e vi saluto invitandovi a raggiungere l’autrice sulla pagina FB dedicata alla Saga e lasciandovi il link dove potrete scaricare gratuitamente lo Spin Off legato a Stray Dogs!
Alla prossima Distopici!!!
Bye Bye
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