Buongiorno Dystopian People!
Da buoni sovversivi quali siamo, noi Distopici non abbiamo paura di toccare tematiche scottanti. E uno degli argomenti più spinosi dell’Editoria è… la PIRATERIA!
Da autrice vi posso assicurare che non è piacevole vedersi sottrarre il frutto di tanti sacrifici, ore di lavoro in cui hai versato sangue e lacrime sulle pagine immacolate per poter dare vita ai tuoi sogni.
Perciò, noi di Leggere Distopico abbiamo pensato di aiutare coloro che credono che un prezzo eccessivo giustifichi il loro REATO (perché di questo si tratta), a comprendere quanto lavoro ci sia effettivamente dietro a un ebook, e quanto sia grave questo gesto che può avere conseguenze davvero dannose.
Sì miei cari, perché un libro digitale non è poi così diverso da un libro cartaceo.
Non potete toccare con mano le pagine che leggete. Non potete annusare il profumo della carta che tanto amate, ma… MA… le frasi che leggete sono state scritte dallo stesso autore, revisionate dallo stesso editor, impaginate dallo stesso grafico, e pubblicate dallo stesso editore.
Chiaro il concetto?
No?
Allora seguite questa rubrica e scoprite insieme a noi come nasce un romanzo, quanto lavoro richiede, quante persone ci devono mettere mano, quanto grave può essere il danno arrecato dai cosiddetti Pirati che, non hanno proprio nulla in comune con i Pirati dei Caraibi che tanto ci piacciono.
La prima Casa Editrice che ha accettato coraggiosamente di rispondere alle nostre domande è La Ponga Edizioni.
Ma entriamo subito nel vivo della questione.
- La Vostra Casa Editrice è vittima della pirateria?
- Purtroppo no, perché se ti piratano vuol dire che vendi tanto e sei famoso! Ironia a parte, non mi risulta che la pirateria ci causi un danno economico rilevante.
- Quali sistemi adottate per combatterla?
- Nessuno. Mettere i DRM crea più problemi all’utente che ha comprato il libro che non a chi lo pirata. Nemmeno mettere prezzi bassi è utile, abbiamo avuto modo di vedere ebook venduti a 0,99€ piratati. Quindi puntiamo a rendere appagante la fruizione per chi lo compra; alla fine è lui che merita il nostro pieno supporto.
- Quante persone collaborano alla realizzazione di un ebook?
- Abbiamo un solo, ottimo, collaboratore. Si occupa dell’impaginazione cartacea e digitale.
- La versione digitale del romanzo viene realizzata all’interno della Casa Editrice o Vi appoggiate a collaboratori esterni?
- La verità è nel mezzo. E’ un collaboratore esterno che però realizza gli ebook solo per noi.
- Il Vostro lavoro inizia con la selezione della storia giusta da trasformare in romanzo per i Vostri lettori. Ci descrivete brevemente il percorso che avviene successivamente alla firma del contratto con il fortunato autore?
- Più che fortunato direi bravo. La fortuna ti fa imbroccare un buon racconto, da un docente di scrittura ho sentito dire che tutti hanno diritto a imbroccarne uno, ma se un autore riesce a portare a casa una pubblicazione, ritengo lecito sospettare che un minimo di talento ci sia. A ogni modo, iniziamo valutando una breve sinossi del romanzo, che ci permette di avere un primo assaggio delle capacità dell’autore, una sinossi sciatta, poco chiara o sgrammaticata è un pessimo biglietto da visita, ci dà un’idea di cosa tratta il libro, se può essere di nostro interesse e, soprattutto, ci permette di arginare la marea di manoscritti che altrimenti ci porterebbero via tutto il tempo disponibile. Passata questa prima selezione leggiamo il manoscritto e valutiamo se è il caso di pubblicarlo com’è, lavorarci su o lasciar perdere. A questo punto, se il testo è idoneo, contattiamo l’autore e, con grande chiarezza, ci mettiamo d’accordo sul lavoro di editing da fare per avere il testo finito. Se l’autore accetta, firmiamo il contratto e iniziamo a dar forma al prodotto finito.
- Quali sono le difficoltà che si possono incontrare nei vari passaggi?
- Ti dirò, i miei autori mi abituano bene. Certo, qualcuno non prende bene il rifiuto, atteggiamento inutile ma comprensibile, ma con chi mette la firma lavoro sempre bene e, in alcuni casi, sviluppo un ottimo rapporto anche sul piano umano. Una sola volta sono stato vicino a metter sotto contratto una persona che, poco prima della firma, si è rivelata spocchiosa ed esasperante e, diciamocelo, fermandomi in tempo ho schivato una bella pallottola!
- I prezzi degli ebook variano molto da Casa Editrice a Casa Editrice. Quali sono secondo Voi i prezzi giusti? E quali quelli eccessivi?
- Sui prezzi degli ebook si è detto di tutto e il contrario… noi siamo per i prezzi popolari, ovvero non più di 5€ anche per i libri più corposi. Questo perché in Italia l’ebook è ancora visto come un ‘tanto è un file digitale che non ti è costato nulla fare’. Dobbiamo quindi puntare su prezzi appetibili. Riteniamo comunque che il prezzo di un ebook, a confronto col prezzo del cartaceo, non debba essere quasi pari al secondo, ma che comunque debba valutare tutti i costi per realizzarlo. Detto questo, credo che più di 10€ per un libro di narrativa (quindi non un manuale con, magari, delle immagini a colori) sia troppo. Ho visto anche ebook di grosse case editrici venduti a prezzi superiori al cartaceo in versione economica. Direi che proprio non ci siamo.
- Qual è il fattore determinante nella scelta del prezzo di vendita?
- Come detto prima, si valuta i costi sostenuti e si crea il prezzo. Ne più ne meno di quello che si fa per la versione cartacea. Poi si valuta la vendibilità e quanto si vuol spingere un determinato libro, ma per quello ci sono le promozioni volendo.
- Sappiamo che una Casa Editrice deve affrontare molte spese per poter pubblicare un romanzo, anche solo in versione digitale. A conti fatti, prima di poter rientrare nelle spese di pubblicazione, quanti ebook dovrebbe vendere una Casa Editrice?
- Se la C.E. pubblica solo in ebook, dovrebbe vendere migliaia di copie per rientrare nei costi. Se pubblica anche il cartaceo allora le cose cambiano. Sostanzialmente se le cose girassero come dovrebbero, il cartaceo coprirebbe tutti i costi fissi e quindi gli ebook porterebbero un guadagno aggiuntivo più elevato, andando a ‘ripagarsi’ con poche centinaia di copie. Ma si sa, la legge di Murphy è dietro l’angolo.
- Tre buoni motivi per non piratare un libro.
- Punto primo, il rispetto per chi ci ha lavorato. L’autore, l’editor, l’impaginatore, il correttore di bozze, il grafico e chiunque altro. Provate a non pagare l’idraulico, dopo che vi ha sistemato il bagno. Punto secondo, colpite chi lavora onestamente. Agli editori a pagamento non interessa se voi piratate, hanno già guadagnato alle spalle di autori che, se in altro modo non sono riusciti a pubblicare, un motivo c’è. Se lasciate tutto lo spazio a loro non lamentatevi poi se non trovate un buon libro. Punto terzo, il più ostico: imparate a concepire il bene immateriale come un bene. Non solo i libri ma i concerti, gli spettacoli teatrali, i film, sono servizi e come tali è giusto che fruttino qualcosa a chi li eroga. Una concezione errata ma fin troppo comune è che un bene immateriale non sia un bene, che acquistandolo non si stia realmente acquistando nulla in quanto non c’è il passaggio di un bene fisico. I dati sono un bene quanto il supporto grazie al quale possiamo fruirli, e procurarseli bypassando i canali di vendita scelti per diffonderli è furto. Poi, diciamocelo, c’è una parte consistente di pubblico che pirata i contenuti per dare uno sguardo salvo poi acquistare se realmente interessata, è una fascia percentualmente consistente di consumatori fra l’altro forti, e per questo motivo alcune realtà, per esempio alcuni produttori di giochi di ruolo, rendono disponibili on line i manuali e questo ha fruttato loro un incremento delle vendite. Insomma, a un consumo consapevole dovrebbe corrispondere un’offerta consapevole.
- Cosa Vi ha spinto ad aprire la Vostra Casa Editrice?
- La passione. La voglia di leggere quel che avremmo voluto trovare in libreria e non trovavamo.
- Cosa cercate nel Vostro prossimo autore?
- Bravura, idee interessanti e quel fattore X che distingue dalle altre proposte, quell’essere pop intelligente e spregiudicato che da sempre è il marchio di fabbrica di La Ponga Edizioni.
- Cosa desiderate offrire ai Vostri lettori?
- Avete presente quei libri che dispiace finire, quelli che una volta chiusi ti lasciano un senso di vuoto perché ne vorresti ancora? Ecco, questo vogliamo offrire ai nostri lettori.
- Cosa pensate del panorama letterario italiano?
- Variegato. Un mainstream paludato e snob, per quanto non privo di qualità, e un sottobosco che mischia personaggi a vario titolo improvvisati ad autori che hanno molto da dire e troppo poco raccolgono. In generale, un mercato in crisi che fa di tutto per restare a galla seppur con scarsi risultati. Manca la domanda, sembra un concetto trito e ritrito ma pochi leggono, per quanto tutti sembrino voler scrivere un libro.
- Secondo Voi ci sono generi sottovalutati?
- Il fantastico, quasi in toto. La fantascienza riesce a sdoganarsi ma neanche sempre, per il resto proprio non ci siamo. Basta vedere lo spazio che viene dato a bestialità come l’articolo di Boncinelli contro il fantasy, su niente meno che La Lettura, l’inserto del Corriere della Sera. Un articolo vergognoso, per nulla argomentato che, non a caso, è stato letteralmente fatto a pezzi dal web. Peccato, tuttavia, che il contraddittorio si sia fermato lì.
A nome di tutto lo Staff ringrazio Stefano Tevini e Valerio Villa per la disponibilità e la franchezza con la quale hanno risposto alle nostre domande.
Noi speriamo con questa iniziativa di riuscire a fare un po’ luce, magari illuminando qualche pensiero, su questa spinosa questione che davvero rischia di far affondare un mondo che amiamo.
Per ora è tutto gente!
Alla prossima puntata.
Bye Bye