Buongiorno Amanti della Distopia!
Di tanto in tanto nel nostro Gruppo ospitiamo anche autori non propriamente Distopici, ma comunque legati al nostro mondo.
E in questo articolo voglio raccontarvi della serata trascorsa in compagnia di Maico Morellini, un personaggio con un Curriculum davvero ricco 😉
Maico Morellini nasce a Reggio Emilia nel 1977, l’anno di Guerre Stellari.
Casualità o meno la sua passione per la fantascienza, il fantasy e l’horror ne anima già delle scuole medie gli intenti.
E’ in quel periodo che sperimenta i primi timidi approcci, dal taglio decisamente horror, con la scrittura.
La maturità scientifica affina le sue competenze e ne catalizza la curiosità per tutto quello che riguarda il mondo della tecnologia e della ricerca.
Poi, forse per un desiderio inconscio di conoscenza (se lo chiedete, lui risponde così), prova diverse facoltà universitarie prima di tuffarsi nel mondo del lavoro.
Il 2000 sancisce la sua entrata in contatto con il mondo della realtà associative in ambito fantascientifico e dal 2003 al 2010 è presidente di Yavin 4, Fan Club italiano del Fantastico e della Fantascienza.
Durante questo periodo affina anche la sua tecnica narrativa ricevendo diverse segnalazioni in alcuni importanti concorsi letterari (tre edizioni ‘Premio Lovecraft‘) fino a quando si sente pronto per tentare un progetto più articolato.
‘Il Re Nero‘ è il suo primo romanzo di fantascienza con il quale vince il Premio Urania 2010.
Attualmente vive a Bagnolo in Piano, paese in provincia di Reggio Emilia, luogo ideale per ambientazioni horror, e svolge l’attività di consulente informatico.
Collabora come articolista con la rivista di cinema ‘Nocturno’ e ha pubblicato racconti su diverse antologie.
Nel 2014 ha creato per Delos Digital la space opera ‘I Necronauti‘ che debutta a settembre 2015 in edicola. A Maggio 2016 viene pubblicato il suo secondo romanzo di fantascienza ‘La Terza Memoria‘ su Urania. Nell’ottobre 2016 pubblica per la Collana Miskatonic il suo racconto horror Spettri di Ghiaccio e nel dicembre 2016 pubblica con Vincent Books Editor l’antologia di fantascienza Voci della Polis.
Ma passiamo subito all’intervista e vediamo insieme alcune delle domande terrificanti che gli abbiamo fatto 😉
- Sei nel regno della Distopia, quindi non posso non approfondire l’argomento insieme a te.
Cosa pensi di questa sfumatura letteraria? - Io ADORO la distopia. Il mio Re Nero è all’80% una distopia così come lo sono i racconti di Voci della Polis e anche i due ultimi racconti pubblicati quest’anno per Delos. Alcuni scrittori di fantascienza, e mi ci metto in mezzo, partono dal presente per definire il loro futuro narrativo. Giocoforza, guardandosi intorno, viene naturale che il futuro non sia migliore del contemporaneo, anzi. E allora la distopia diventa un modo per lanciare moniti, per creare scenari inquietanti in cui mettere alla prova i propri personaggi e per provare ad anticipare, anche in modo scaramantico, quello che potrebbe succedere. A me piace molto: so che ci sono diversi lettori che sentono la mancanza di una fantascienza positivista ma per me, che uso come punto di partenza il presente, diventa difficile immaginare qualcosa di così diverso da un oggi che vira verso una domani cupo e, per l’appunto, distopico.
- Attualmente in cosa sei impegnato?
- Allora, ho finito a maggio un romanzo weird con ambientazione vittoriana. Un progetto impegnativo, per il quale ho studiato e che al momento sta cercando il modo migliore per uscire allo scoperto. E’ una storia che parte dal suicidio dell’Ammiraglio Robert FitzRoy, già capitano del Beagle (la nave su cui ha viaggiato Darwin), evento realmente accaduto e che si muove tra una realtà storica e tra una finzione letteraria densa di elementi fantastici. Poi ho appena finito un romanzo breve, una variante sul tema della ‘casa infestata’ ambientato tra i colli bolognesi, nel presente. In questo 2017 ho dato più spazio alla mia anima horror, la stessa anima ‘oscura’ che mi ha avvicinato alla scrittura un bel po’ di anni fa!
- In un’era in cui il Self spopola, cosa consiglieresti di fare a un autore che si appresta a pubblicare per conto proprio?
- Non sono un esperto si self publishing, anzi. Però osservando con molta attenzione il mondo self sono arrivato alla conclusione che pubblicare per conto proprio è molto, molto faticoso. Prima di tutto è una cosa seria, molto seria. Il che vuol dire che occorre affiancarsi a professionisti dell’editing e professionisti della grafica. E poi, una volta confezionato un prodotto di qualità e ben fatto, occorre avviare una campagna di auto-promozione intelligente e non invasiva. Ci vogliono tempo, determinazione e capacità. Pubblicare in self non è per tutti, a meno di non farlo male e senza passione. Ma in questo caso è più il danno che l’utile.
- Hai un curriculum davvero notevole, complimenti. Ma adesso raccontaci la tua esperienzia “Urania”.
- Be’, grazie! :)La mia esperienza “Urania” è stata davvero fantastica. Nel 2010 avevo finalmente completato il mio primo, vero, romanzo di fantascienza dopo due anni e mezzo di intensa scrittura e, anche su consiglio di un amico scrittore, ho decido di mandarlo al Premio Urania. Così ho stampato le mie due copie cartacee e le ho inviate. Da lì è iniziata l’attesa. Dopo qualche mese è arrivato il verdetto: avevo vinto il Premio Urania. Tutto poi si è svolto molto in fretta e ho trovato professionisti disponibili e capaci. Il romanzo è uscito a novembre del 2011, come ogni anno esce il Premio Urania, e da quel momento la mia ‘vita’ da scrittore è cambiata. Un riconoscimento del genere ti convince di avere dei numeri e dopo questi numeri vanno sfruttati al meglio.
- A cosa ti ispiri nei tuoi romanzi o racconti? Ho visto il titolo di una tua raccolta, Voci della Polis… guardi anche al passato dell’Antica Grecia per interpretare il futuro? Irene G.
- Sì, assolutamente. Voci della Polis si rifà a Polis Aemilia, la città del futuro che ho inventato per il romanzo Il Re Nero. E’ una mega citta-stato nata dalla fusione di Reggio Emilia, Modena e Bologna, tre città che vengono unite riprendendo la struttura delle Polis greche. Quindi la Necropoli a Reggio Emilia, la Polis a Modena, e l’Acropoli a Bologna. Questo nel tentativo di trovare nel passato una nuova aggregazione in un futuro che va disgregandosi. Alcune delle mie storie attingono dal presente e cercano di esaltarne pregi o difetti per tratteggiare un futuro comunque credibile. Credo questo sia uno dei pregi della fantascienza.
Il simpaticissimo Maico è rimasto con noi solo un paio d’ore. Inutile dire che avremmo voluto trattenerlo fino a notte inoltrata per curiosare ancora di più nella sua vita 😉
Anche per oggi è tutto e come sempre vi invito a raggiungerci nel Gruppo per non perdervi tutte, ma proprio tutte le nostre attività 😉
Alla prossima!
Bye Bye
Come ho avuto modo di dire anche sul gruppo, grazie dell’ospitalità: mi sono trovato distopicamente benissimo! 😀