Rieccoci qui carissimi Distopici!
Oggi parliamo di un altro autore del panorama Distopico 😉
Si tratta di Claudio Vergnani, autore del romanzo “La torre delle ombre” edito da NeroPress Edizioni.
Pronti a scoprire di più su questo affascinante titolo?
Claudio Vergnani nasce a Modena nel 1961.
Svogliato studente di Liceo Classico, ancor più svogliato studente di Giurisprudenza, preferisce passare il tempo leggendo, giocando a scacchi e tirando di boxe. Allontanato per indisciplina dai Vigili del Fuoco, dopo una breve e burrascosa parentesi militare ai tempi del primo conflitto in Libano, sbarca il lunario passando da un mestiere all’altro, perso nei ruoli più disparati ma sempre in fuga da obblighi e seccature.
Nel 2009 si fa conoscere ed apprezzare, grazie a uno stile originale e innovativo – che intreccia ironia, horror e action ad una malinconica vena esistenziale – con il suo primo romanzo, Il 18° Vampiro, seguito da Il 36° giusto (2010) e da L’ora più buia (2011), trilogia pubblicata dalla casa editrice Gargoyle di Roma.
Nel 2010 partecipa con il racconto Il nuotatore all’antologia Stirpe angelica, edita da Edizioni della Sera.
Collabora con riviste e magazine come Scheletri, Il Posto Nero, Letteratura Horror, Nero Cafè e Altrisogni, pubblicando recensioni e racconti.
Nel 2013 pubblica I Vivi, i Morti e gli Altri con Gargoyle books e il thriller Per ironia della morte con Nero Press.
Nel 2015 escono La Sentinella – definito un romanzo distopico religioso –, per Gargoyle Books e l’ebook Lovecraft’s Innsmouth per Dunwich edizioni, dalla sua uscita in classifica ebook horror di Amazon, tradotto in portoghese, e di prossima traduzione in spagnolo e inglese.
Nel 2016 pubblica il thriller La Torre delle ombre con Nero Press e A volte si muore, noir ispirato ai romanzi d’appendice, con Dunwich edizioni.
Passiamo ora alla TRAMA del romanzo:
In una città consegnata all’anarchia, preda di grottesche e letali bande criminali, logorata da cambiamenti climatici e rassegnata a un futuro dove la speranza è il lusso di pochi, i due protagonisti – Claudio e Vergy – tirano a campare, cercando di resistere al logorio di una vita priva di senso e di sbocchi, grazie a una rigida routine giornaliera fatta di allenamento fisico, di strategie per procurarsi il cibo e di stratagemmi per sopravvivere agli artigli affilati di quella società che non offre alcuna protezione ai perdenti, agli abbandonati, ai reietti.
Su questa metropoli in pieno degrado si curva minacciosa l’ombra della Torre, luogo di perdizione e malaffare da cui è bene tenersi alla larga. Almeno fino a quando la richiesta di aiuto di un vecchio amico, non porterà i due protagonisti a scalare il gigante di cemento e ferro alla ricerca dell’ultima scintilla di un antico valore, che potrebbe riscattarli da quell’esistenza di squallore.
In questa nuova epoca nella quale il futuro si mescola al presente e al passato, i due amici si ritroveranno invischiati nel perverso meccanismo del Salone dei giochi, una nuova e crudele forma di intrattenimento dove il divertimento di pochi – danarosi e senza scrupoli – si misura sulla sofferenza dei più deboli. Scopriranno a loro spese che non sono i nemici appariscenti quelli da cui devono guardarsi e che le insidie mortali si celano nei mezzi toni, nell’ambiguità e nell’indefinitezza cangiante dei chiaroscuri. In questa incerta zona di nessuno, dove ogni cosa muta e nulla può essere definito con certezza, la violenza, il pericolo, l’amore, l’amicizia e il tradimento finiranno per confondersi nel buio crudele e letale della Torre, che sarà il luogo dell’appuntamento finale con la verità, o con ciò che ne rimane: la sua ombra.
Cosa ve ne pare?
Ora vi riporto una piccola parte dell’intervista, così potrete approfondire la conoscenza dell’autore (simpaticissimo) e della sua opera 😉
- Cos’è La Torre delle Ombre che da il titolo al romanzo (senza spoiler, ovviamente)? Erika Z.
- Si tratta di un grattacielo. Un edificio nato per essere il simbolo dell’intraprendenza e della modernità della città e poi lasciato andare in malora a causa della mancanza di fondi. Se ne sono impadroniti diseredati e criminali. Questi ultimi utilizzano i piani più alti (noblesse oblige) per i loro show mortali. Dunque, la Torre rimane un simbolo, anche se rovesciato.
- Com’è il mondo distopico presente in La Torre delle Ombre? Erika Z.
- Ne LTDO il mondo è il nostro, o meglio, il nostro come temo sarà di qui a pochi anni. Una società ipocrita e imbelle, incapace di senso critico e indebolita dalla necessità di reggere all’agonia del liberismo. giustizia per pochi, oblio per i più. La differenza tra ricchi e poveri sarà nelle possibilità economiche, ma non nel valore morale. Un ricco è solo un povero che “ce l’ha fatta”. I conflitti saranno personali e non avranno più alcun pretesto di valore morale a giustificarli.
- Parlaci dei tuoi personaggi.
- Dunque, ne esistono diversi. Tra i più celebri nella ristretta cerchia dei miei lettori ci sono Vergy, Oprandi e il protagonista senza nome de La Sentinella. Hanno dei tratti in comune, che poi sono gli stessi che fanno parte della mia personalità: il rifiuto dell’ipocrisia, il tentativo (difficile e confuso) di agire secondo giustizia, l’avversione nei confronti dei soprusi, il senso dell’ironia e la consapevolezza che, nelle cose umane, siamo tutti condannati a fallire nel tentativo di giungere a un equilibrio stabile.
- Ci accenni qualcosina anche riguardo ad altri tuoi lavori, non Distopici?
- A dire il vero, forse l’unico che non contenga traccia di distopia, è Per ironia della morte, uno spin off dove il più famoso dei miei personaggi (Vergy) si trova immerso nelle atmosfere di una Venezia cupa e letale, in un’avventura dai toni noir e pulp. E’ un romanzo cui sono molto legato, perchè coniuga molti dei topoi che mi sono cari e che mi hanno formato come lettore.
- Quali sono gli autori che hanno influenzato maggiormente la tua vita di lettore e, di conseguenza, la tua carriera di scrittore ? Marianna E.F.
- Nel campo della letteratura di genere, Trevanian, Fruttero & Lucentini, Fleming, Arpino, Chandler, sopra gli altri. Anche certi racconti di Borges.
- Secondo te la Distopia in Italia è sottovalutata?
- L’Italia è un paese strano. Per interessare i lettori un genere deve essere prima sdoganato da qualche nome celebre (in qualunque campo). Se questo non avviene si rimane nella nicchia.
- Come sei arrivato alla scrittura?
- Niente di misterioso. Leggendo. Ho iniziato a leggere molto presto e non ho mai smesso. Piano piano mi è venuta la voglia di cimentarmi, creando io personaggi e storie. Leggere molto aiuta, il lato negativo è che poi risulta più difficile non cadere in stereotipi. Ma non vedo altra via.
- La scena de “La torre delle ombre” che ti sta più a cuore?
Senza spoilerare 😉 - Probabilmente il momento in cui i due protagonisti si rendono conto che agli esseri umani non interessa la giustizia, ma la vittoria. E’ un po’ anche la mia conclusione.
- Nei tuoi romanzi (e in questo in particolare) si da un grande valore all’amicizia e all’onore (inteso come codice morale). Cosa ne pensi di questi due elementi? Cosa sono per te l’amicizia e l’onore? Erika Z.
- L’amicizia, così come la concepisco io, è una sorta di affinità cavalleresca, quindi non la mera apprtenenza a un gruppo o a una consorteria. L’onore è il senso morale che regola (o dovrebbe regolare) le nostre vite. L’onore è un concetto mutevole, com’è giusto e naturale, ma rimane una bussola.
- Hai altri interessi oltre alla scrittura? Qualcuno che ha contribuito alla stesura del tuo romanzo come film o titoli videoludici? Davide B.
- I miei eroi da adolescente erano personaggi dotati di doti fisiche spiccate, che coltivavano con impegno. Lupin, per esempio, ma anche il James Bond di Fleming, oppure Simon Templar. L’imprint è quello: la dimensione fisica nei miei lavori è fondamentale.. Non farei fare ai miei personaggi ciò che non sarei capace di fare io. Per quel che riguarda i videogame sì, sono stato un appassionato giocatore, ma non direi che mi abbiano influenzato.
Come sempre vi invitiamo a fare un salto nel Gruppo Leggere Distopico per poter recuperare il resto dell’intervista e per approfondire ulteriormente la conoscenza del nostro Claudio Vergnani.
Alla prossima Distopici!
Bye Bye
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