Buongiorno Distopic People!
Eccoci di nuovo qui per presentarvi un altro coraggioso autore italiano che ha deciso di cimentarsi con il genere che tanto amiamo 😉
Sto parlando di Emanuele Micheletti, autore di “Un’eco nel mondo” edito da Montag.
Pronti a saperne di più? 🙂
Emanuele Micheletti è nato ad Ancona il 17 Maggio di 31 anni fa. All’età di 19 anni si è trasferito a Milano per studiare Economia e Finanza all’Università Luigi Bocconi. Conseguita la laurea triennale si è specializzato in un Master che trattava economia sostenibile, finanza etica e tutela dell’ambiente che rappresentano le sue grandi passioni e che in un certo senso fanno da sfondo al suo elaborato. “Un’eco nel Mondo” è il suo primo romanzo. Da sempre affascinato dalla lettura in ogni sua declinazione con particolare interesse per i thriller e la narrativa storica, adora anche i gialli e i grandi best-sellers, in particolar modo Dan Brown e Ken Follet da cui trae ispirazione. Lavora come account manager per una società di gestione del risparmio. Mai nella vita avrebbe pensato di scrivere un romanzo ma dopo aver iniziato, quasi per caso, non ha potuto far altro che completare la storia che dentro di lui stava prendendo forma. Per lui è stata un’esperienza fantastica e costruttiva.
E adesso passiamo a conoscere prima il suo romanzo attraverso la trama, e poi lui attraverso l’intervista che gli abbiamo fatto nel nostro Gruppo Facebook 😉
TRAMA:
Futuro prossimo: un virus comparso improvvisamente in alcune parti del mondo decima l’umanità riducendola a poche migliaia di persone risultate immuni e che vivono in una comunità stanziatasi a Ginevra. Tommy Sullivan, un sopravvissuto di Tokyo, si vedrà costretto ad affrontare un lungo viaggio per sfuggire alla morte, a un’accusa di omicidio e costretto a riscattarsi sullo scenario di un mondo senza vita, fino ad arrivare a unirsi alla comunità di Ginevra, perché la diffusione del virus potrebbe non essere stata casuale, e perché chi ha messo in pratica un piano diabolico potrebbe essere ancora in circolazione, e con l’idea di completare l’opera.
E adesso vediamo come se l’è cavata con le nostre domande 😉
- Cosa pensi del panorama Letterario italiano?
Hai detto che alcune CE ti hanno risposto negativamente perché considerano il Distopico un genere poco apprezzato, poco vendibile. Sei d’accordo? - Ti rispondo con una domanda. Tra i bestsellers italiani, quanti sono scrittori e quanti invece sono personaggi famosi che hanno scritto un libro? E’ evidente, e forse anche giusto, che la CE guardi alle vendite o meglio alle potenziali vendite che sonotanto più alte quanto più alta è la riconoscibilità dell’autore, a prescindere dai contenuti. Sul fatto che il distopico sia un genere di nicchia, poco vendibile, non sta a me giudicare. Ma se nel nostro mercato si vendono i libri di calciatori, imprenditori e vip in genere… forse tutto il resto è davvero di nicchia.
- Stai lavorando a qualcosa in questo periodo?
- Sto scrivendo un noir. Voglio provare a lavorare sull’introspezione dei personaggi, sull’emotività da trasmettere al lettore. “Un’eco nel mondo” mi è venuto quasi di getto, è molto orientato all’azione. Mi piacerebbe scrivere qualcosa di diverso, senza ovviamente rinunciare all’action, ma soffermandomi di più sui singoli personaggi e sui lati appunto “noir” del loro carattere.
- Un genere letterario in cui proprio non ti cimenteresti mai?
- Credo il Romance. Non mi attrae, non sento di aver nulla da dire o da inventare in questo contesto. Mi piacciono i libri in cui ci sono storie d’amore ma non quando la storia d’amore è l’unico elemento o comunque il principale.
- Ho letto che sei un cinefilo. Quali sono i tuoi film preferiti e quali film ti hanno ispirato per il tuo romanzo? Riccardo M.
- Temevo questa domanda… Ne ho troppi e di generi molto diversi. Il padrino 1 e 2, Kill Bill 1 e 2, Old Boy (2003), Fight Club, Million Dollar Baby, L’esercito delle 12 scimmie… ma potrei continuare ancora per molto. Un film che sicuramente mi ha ispirato è “Io sono leggenda”. Non ci sono zombie nel mio romanzo ma la paura di rimanere soli, di perdere il senno per i sopravvissuti in un mondo senza vita mi hanno decisamente influenzato.
- Una critica negativa che non vorresti mai ricevere?
- Non vorrei mai ricevere una critica negativa… In generale non ho però un cattivo rapporto con le critiche, sono sempre e comunque opinioni. Ci sono quelle positive e quelle negative. La critica negativa che non accetto è quella non argomentata. Se sei in grado di spiegarmi perché non ti è piaciuto o cosa non ti è piaciuto, posso sicuramente pensare di farne tesoro per il futuro. Oppure no.
- Qual è il tuo pubblico ideale? a che lettore pensi quando scrivi ? Marianna E.F.
- Può sembrare cinico… ma non penso al pubblico. Penso a scrivere una bella storia, che mi piaccia e mi avrebbe fatto piacere leggere. Il pubblico che potrebbe apprezzare il mio romanzo va ricercato tra gli amanti del distopico, dell’azione e del thriller.
- Come nasce “Un’eco nel mondo”?
- Me lo sono chiesto spesso. Non avrei mai pensato nella mia vita di trovarmi a scrivere un libro… ma è successo ed è stata un’esperienza superlativa. Sono appassionato di cinema e ho scritto una storia che mi sarebbe piaciuto vedere raccontata in un f Ho iniziato una domenica pomeriggio in cui mi annoiavo… poi… week end dopo week end… mi sono ritagliato lo spazio per finire un lavoro che mi stava prendendo sempre più.
- Come sei arrivato alla pubblicazione? Raccontaci la tua avventura.
- Appena terminato il romanzo l’ho inviato a tutte le CE che sono riuscito a trovare su internet. Non sapendo giudicare il mio lavoro come scrittore mi sono detto che avrei pubblicato solo se avessi avuto delle proposte serie e senza contributo. Altrimenti sarebbe rimasto un file nel mio PC, non avevo l’ambizione di pubblicare a tutti i costi. Ho avuto tante proposte indecenti e qualche proposta seria. Una di queste l’ho accettata e sono arrivato alla pubblicazione…
- Tu che scrittore sei … più cuore o mente ? Marianna E.F.
- Bella domanda, perché faccio fatica a rispondere! Sicuramente molta “mente” perché per creare le giuste dinamiche thrilling credo occorra architettare bene le scene. Decidere cosa scrivere e quando scriverlo nel corso della narrazione è cruciale perché questo meccanismo funzioni. Ovvio però che il cuore prende una sua bella rivincita quando scrivi le scene cruciali, quelle che non vedevi l’ora di scrivere da tante pagine prima ma che sei stato “costretto” a rimandare perché senza le precedenti non avrebbe avuto senso la scena attuale.
Cosa ve ne pare?
Abbiamo stuzzicato il vostro interesse nei confronti di questo autore?
Noi speriamo di sì 😉
Augurandovi delle splendide letture, vi do appuntamento alla prossima 😉
Bye Bye!
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