Mysterious Writer: Ilaria Pasqua

Buonasera Distopici e ben ritrovati dopo le prime feste che tanto ci fanno rotolare in questo periodo! 😉

Lo so lo so, siamo a Natale, ma cosa ci posso fare io se l’autrice che vi presento oggi di cognome si chiama Pasqua? 😀

Scherzi a parte 😉

L’ospite di oggi è Ilaria Pasqua, autrice di diversi titoli Distopici fra cui il racconto “Cecità bianca” e la trilogia “Il Giardino degli Aranci“.

Ilaria Pasqua ha da sempre un immenso amore per i libri e per il cinema. Ha studiato al DAMS di Roma Tre, dove ha conseguito la laurea triennale e successivamente la specialistica. Dopodiché si è dedicata completamente alla scrittura. Ha seguito dei corsi di scrittura creativa e di sceneggiatura e si è appassionata sempre più a quest’arte che le sta donando molte soddisfazioni ma soprattutto tanta serenità.

Ha collaborato con alcune riviste online di cinema come Recencinema, e con il Blogazine BitBot, dove si occupavo invece di editoria. Infine ha lavorato per il giornale Futuro Quotidiano per cui ha redatto periodicamente articoli di cultura, media e innovazione.Ilaria Pasqua

Le piace scrivere racconti distopici e storie in cui ci sia una componente fantastica, cerca sempre di raccontare la realtà guardandola attraverso una lente magica o surreale, senza rimanere ancorata del tutto a terra.

Questa signore e signori miei è la nostra Ilaria Pasqua, un’autrice che ha già fatto molta strada aggiudicandosi diversi premi e riconoscimenti.

Per saperne di più vi invitiamo a visitare il suo blog 😉

Prima di passare all’intervista che le abbiamo fatto nel nostro gruppo Leggere Distopico, vi lascio la TRAMA di “Cecità bianca”, titolo con cui abbiamo aperto la giornata dedicata a Ilaria, ma nella sezione Titoli Distopici trovate anche la scheda relativa alla sua trilogia “Il giardino degli aranci“.

TRAMA:

«1…2…3…» Martin non fa altro che contare meccanicamente le teste intorno a sé, seduto alla sua scrivania, intrappolato tra pareti bianche. Conta e clicca, tutto il giorno, una testa tra tante altre teste dell’azienda per cui lavora e che non ricorda nemmeno quando e come ha iniziato quella interminabile routine. Una notte però qualcosa cambia. La routine si spezza, portando alla luce dettagli inquietanti su se stesso e sull’azienda.
Cecità bianca è un racconto dove la scoperta di sé attraversa sentieri inesplorati e senza facili risposte.

E adesso passiamo ad alcune delle domande che le sono state rivolte 😉

  • Raccontaci un po’ del tuo processo creativo. Pianifichi nel dettaglio prima di iniziare a scrivere? Quanto tempo dedichi alla scrittura? Lorenzo S.
  • Inizialmente andavo abbastanza a braccio, poi ho trovato il mio metodo, che mi permette di dare un po’ di ordine al caos creativo. Inizio ad appuntare idee per le scene, ma soprattutto cerco di intravedere dove voglio andare a parare. Solitamente se non riesco a riassumere un’idea dall’inizio alla fine in tre-quattro righe, vuol dire che non ce l’ho chiara, e difficilmente poi mi butto, odio lasciare le cose incomplete. Incipit di getto, poi tutto il resto cerco di metterlo in ordine, fermo restando che spesso i personaggi prendono la loro strada e le scene nascono al momento, e da quelle altre ancora!
  • Ci racconti il tuo rapporto con la scrittura e com’è cambiato nel tempo ?
    Cosa significa scrivere oggi, e cosa significava agli inizi. Marianna E. F.
  • Banale dire che ho sempre amato scrivere. Ma l’ho capito davvero solo quando ho concluso la primissima storia. Adesso non potrei mai farne a meno. Anche se non riesco a scrivere tutti i giorni e mi prendo delle lunghe pause quando vedo che non posso/riesco, la scrittura è sempre con me. Ci penso costantemente, porto avanti storie nella mia testa, prendo appunti, e poi quando arriva il momento riverso tutto sul foglio bianco del pc. Sicuramente il nostro rapporto è mutato nel tempo, si è fatto più profondo, ma è sempre nato da un bisogno. Scrivere una scena, un capitolo, arrivare a un punto, dare voce alle mie idee, mi rende ogni volta felice. Mi rasserena.
  • Hai qualche scrittore a cui aspiri? Chi sono i tuoi miti ? Marianna E. F.
  • I miti sono gli stessi autori dei libri preferiti citati qualche post fa, però non aspiro a essere loro, mi piacerebbe essere me e solo me, riusciure a costruire nel tempo la mia voce, se non uno stile preciso, un’impronta che è solo mia.
  • Se potessi scegliere tre libri scritti da altri e farli diventare tuoi, quali sceglieresti e perché? Marianna E. F.
  • Anche questa è una gran bella domanda (difficile!!!!!!)! Cecità di Saramago, 1984 di Orwell, Le città invisibili di Calvino.
  • C’è qualche scintilla d’amore nei tuoi romanzi?
  • C’è una scintilla in quasi tutti i romanzi che ho scritto, tranne Il nostro gioco dove protagonisti sono tre bambini. Ne Il giardino degli aranci ha un peso abbastanza forte, è da un sentimento che si mette in moto tutto, mentre negli altri non è centrale ma ha sempre un ruolo, seppur piccolino.
  • Quale aspetto della Distopia ti attrae maggiormente?
  • La possibilità di immaginare mondi fantastici e con questi parlare della realtà che viviamo.
  • A cosa stai lavorando al momento?
  • Attualmente sto lavorando su una storia distopica che in realtà pensavo fosse conclusa. Ma mi sono resa conto di avere un’altra parte da approfondire. Sono di quelle idee talmente stratificate che non sembrano mai avere una fine! È comunque un progetto molto diverso dal mio solito… perciò ci vado con i piedi di piombo! Talmente tanto che non aggiungerò nient’altro.

Come sempre per noi è stato un piacere poter approfondire la conoscenza di un’autrice che si è coraggiosamente dedicata alla Distopia, e ci auguriamo di aver contribuito a suscitare il vostro interesse nei confronti dei suoi romanzi.

Per oggi è tutto!

Alla prossima!

Bye Bye

P.S.
Qui potrete leggere l’intervista che le è stata fatta successivamente, in occasione della pubblicazione di Bomb Man.

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