Buongiorno Amici Distopici!
Il primo autore vittima della nostra rubrica Mysterious Writer in questo 2018 è stato… Ruben Trasatti, autore del romanzo “Morte di Stato“, primo volume autoconclusivo di una serie. Sì lo so è una dichiarazione un po’ contraddittoria, ma fidatevi di noi 😉
Pronti a conoscere meglio questo autore?
Ruben Trasatti è nato nel 1992 ad Ascoli Piceno. Da tre anni collabora per il settimanale milanese Telesette occupandosi di programmazione televisiva. E’ un grande appassionato di videogiochi e per molto tempo ha fatto parte della redazione del sito MondoXbox. Per Epic Games ha gestito la community italiana di Gears of War e ha contribuito come Graphic Designer e Concept Artist per il remake di Unreal Tournament.
Sul nostro Blog è già presente la scheda del libro in cui potrete trovare tutte le info principali, ma prima di passare all’intervista vi riproponiamo qui la trama 😉
“Morte di Stato” è il primo libro del ciclo letterario EuropaSeries, che propone storie autoconclusive ambientate nello stesso universo narrativo, con protagonisti e tempi differenti.
Chi non sarebbe felice di andare in pensione a 60 anni? Un giorno, il Governo decide di realizzare il sogno di ogni lavoratore. Non sembra una falsa promessa, è realtà. La verità emerge soltanto dopo: per sostenere le future generazioni, si deve morire a 70 anni.
Roma, 2030. I cittadini hanno accettato la riforma. Nicola Balestrieri è un giovane impiegato dell’Agenzia per il Controllo del Cittadino Europeo, ente nato con la costituzione dello Stato Unito d’Europa. Nel ruolo di agente, Nicola è costretto ad accompagnare alla morte suo padre. Una morte di Stato.
L’Europa, contaminata dalla nuova ideologia, somiglia sempre più a un brutto passato. Anziani uccisi, malati eliminati, stranieri deportati. Nicola deve decidere da quale parte della Storia vuole stare. Difendere i diritti dei cittadini o essere un fedele servitore dello Stato?
Cosa ve ne pare?
Noi l’abbiamo letto e qui potete trovare la nostra recensione, ma ora passiamo all’estratto dell’interview che ha avuto luogo nel nostro Gruppo Leggere Distopico!
- Da quale pensiero nasce “Morte di stato”?
- La storia di Morte di Stato nasce in un periodo di crisi, e quando parlo di crisi mi riferisco all’Italia. Sono state le cronache a ispirarmi: i problemi economici e sociali, la disoccupazione giovanile, le pensioni sempre più lontane, il ritorno all’odio razziale. Sono anni che si parla di questi e altri temi e se ne parlava anche nel 2015, quando ho iniziato a scriverlo. Nella mia testa, ma penso anche in quella di altri, c’era sempre una domanda dominante e una risposta convinta: “La pensione? Io non l’avrò mai!”. Da qui è partito il mio viaggio mentale nell’immaginare una distopia dove l’Europa comanda di morire a 70 anni per sostenere il ciclo vitale del lavoro, favorendo l’occupazione e abbattendo i costi delle pensioni. Visto che si pensa sempre ai conti… :PAnche se il primo capitolo scritto in assoluto, il n.15, riguarda invece i migranti e un rastrellamento ad opera di un Esercito Europeo. Ricorda e simula quanto accaduto durante la seconda guerra mondiale, applicato agli stranieri non europei invece che agli ebrei.
- Come vedi il genere Distopico?
- Io faccio una distinzione soggettiva. C’è il distopico che analizza elementi della realtà e li esaspera per poter far riflettere su possibili conseguenze future, rimanendo sul terreno del “non impossibile ma improbabile”. Ci sono poi distopici che invece abbracciano di più il fantasy o la fantascienza per struttura e mondi immaginati. Non credo alla storia del “genere puro”, nel testo c’è sempre contaminazione di più elementi appartenenti a diversi filoni della narrativa: dal momento erotico, alla scena mistery, alla situazione da giallo (non inteso come delitto-assassino). Sono convinto che il genere Distopico abbia ancora tanto da dire e offrire, talmente tanti sono gli argomenti da affrontare o creare.
- Esiste un libro che, terminata la lettura, ti ha fatto pensare “quanto mi sarebbe piaciuto scriverlo io!”? Elisa R.
- Elenco alcune scelte che esulano dal “bello imposto” o “bello per definizione” e ti dico questi 5. Harry Potter e la pietra filosofale (per la storia editoriale e il successo ottenuto); 1984 (sono noioso, lo so, per tutto quanto già detto); Gears of War: Aspho Fields (scelta bizzarra, ma essendo la mia saga di videogiochi preferita, era il mio sogno da teenager scrivere qualcosa per quell’universo narrativo); Il piccolo principe (per la magia bellissima racchiusa nel libro); Il codice Da Vinci (qualcuno potrebbe criticarmi, ma le avventure di Langdon mi accompagnano spesso e volentieri…)
- Uno scrittore (solitamente) è prima di tutto un lettore. Durante la stesura del tuo romanzo, quali libri/autori ti hanno maggiormente ispirato? Elisa R.
- Forse adesso arriva la mia prima risposta banale! Primo su tutti, come anche molti altri in passato hanno notato, c’è un bel po’ di “1984” in Morte di Stato. Ma non poteva essere altrimenti, perché Orwell è uno dei primi autori che si leggono se si è appassionati del genere. Di conseguenza, il contributo maggiore per ispirazione è il suo. Poi devo citare anche Alan D. Altieri, Maestro dell’Apocalisse purtroppo scomparso lo scorso anno, e che ho avuto modo di ringraziare per il tempo che mi ha dedicato. Il suo “Magdeburg. L’eretico” è davvero fitto di quella tecnica narrativa che piace a me, che caratterizza bene i personaggi e il male che li circonda. Molto crudo e violento, con uno stile asciutto. Dei romanzi di Altieri devo recuperare ancora tanto, in particolare i primi pubblicati, che non si trovano facilmente. Ci sono tanti altri autori che si possono citare. Al momento sto scoprendo Cormac McCarthy e per documentazione ho letto e sto leggendo Fabio Geda e altri libri-documento sul mondo lontano eppure tanto vicino che è quello islamico.
- Quanto è importante secondo te la promozione per il successo di un libro? Marianna E.F.
- E’ chiaramente un aspetto fondamentale. Purtroppo non tutti sono bravi, o magari non si hanno i mezzi giusti o il tempo per farlo. Nonostante abbia realizzato anche un booktrailer e mi sia dedicato alla ricerca di blog e siti per promuovere il libro, mi inserisco nella categoria degli “incapaci e/o sfortunati nella promozione”. Aggiungo inoltre che ci vogliono soldi per una bella campagna promozionale… aspetto molto sottovalutato o proprio non preso in considerazione. Più vado avanti e più mi rendo conto che, a parte casi fortunati, il libro selfpublished va sempre spinto come fosse un blocco della Piramide di Cheope. Per questo, non sono sicuro in futuro di ripetere la stessa avventura, anche se è troppo presto per tracciare un resoconto (solo 3 mesi dalla pubblicazione).
A noi di Leggere Distopico ha fatto molto piacere conoscere questo giovane e determinato autore, che seguiremo.
Ovviamente ci auguriamo di aver suscitato in voi dell’interesse nei suoi confronti e soprattutto nei confronti di un romanzo che… vi farà sicuramente riflettere 😉
Alla prossima 😉
Bye Bye!
One Reply to “Mysterious Writer: Ruben Trasatti”