Buongiorno Amici Distopici!
Oggi riassumiamo per voi l’intervista che si è tenuta nel nostro gruppo la scorsa settimana e che ha visto protagonista Michela Monti, autrice della serie “83500” edita da Triskell Edizioni.
Iniziamo a leggere la trama del secondo volume di questa serie, che è appunto uscito da pochissimi giorni 😉
TRAMA:
Melice Redding ha capito. Dopo dieci anni trascorsi in carcere per difendere Richard Bell, ha capito che non vale la pena di morire per lui, e ha scelto di combattere.
I passi da compiere sono chiari: trovare Richard, preparare la propria difesa al meglio, e aspettare fino alla data del processo.
Il destino della detenuta sembra roseo, eppure l’attesa si rivela più complicata del previsto. Ci sono troppi spettri del passato a intralciare il riscatto di Mel, troppa rabbia da frenare e neppure un Guardiano d’Anime a proteggerla da quella follia. Perché i desideri sono più forti delle buone intenzioni, e nessuno scorpione muta la propria natura.
E adesso conosciamo meglio Michela attraverso la sua biografia e alle a nostre tremendissime domande.
Michela Monti è nata nel 1980 in provincia di Ravenna, dove vive tutt’ora. Amante di ogni forma d’arte, delle risate e della pizza, scrive, legge e disegna da sempre, divora musica e cucina come una buona romagnola impara sin da piccola a fare. 83500, vincitore del Festival Giallo Garda 2018, è il suo primo romanzo pubblicato con Triskell, ed M.T.V.M. è il suo seguito.
Ora riportiamo una piccola parte dell’intervista, ma se volete potete recuperare il resto cliccando qui 😉
- Come è nata la passione per la scrittura? Valentina L.
- La passione per lo scrivere è nata dalla lettura, dalla voglia di continuare le storie che non mi bastavano, e pure dal bisogno di creare qualcosa che mi apparteneva.
- Importanza della cover? Le realizzi tu, oppure ti affidi a un grafico? Valentina L.
- La cover è fondamentale, ammettiamolo. Se una cover non ci attira, a meno che il libro non sia di un autore che già stimiamo, non compreremo nulla. Io mi ritengo molto fortunata, perché Triskell supporta tantissimo i propri autori, e quindi si parla delle copertine insieme, e una brava grafica le realizza, ovviamente dopo l’approvazione la direttrice editoriale.
- Per i tuoi personaggi trai ispirazione da persone reali? Valentina L.
- Sì e no. Gli atteggiamenti, il lato estetico a volte, ma non necessariamente. Di sicuro ci sono parti di me nei miei personaggi, come credo sia per ogni autore.
- Cosa dobbiamo aspettarci in questo sequel? Senza fare spoiler.
- Dal sequel vi dovete aspettare dettagli svelati, nuove complicazioni, e una discreta dose di sangue, oltre a uno sguardo più interessato all’esterno di Re-Burning Prison.
- Quante ore dedichi alla scrittura? Come riesci a conciliarla col resto della tua vita? Sei una programmatrice o scrivi di getto? Romina B.
- Programmatrice proprio no. Credo di essere una disorganizzata/procastinatrice/impulsiva cronica.
Posso scrivere per 8 ore, come posso non scrivere per settimane. Ho bisogno di avere qualcosa da dire, per lavorare. E sul conciliare… Corro. Corro tanto. - Quanto pesa la pressione psicologica di scrivere un buon secondo volume di una saga e quanto incidono i commenti ricevuti sul primo volume dai clienti ma soprattutto dai detrattori? Serena R.
- Pesa TANTISSIMO, soprattutto quando sai che il primo libro ha avuto delle critiche di un certo tipo (per la maggior parte che approvo, perché era classificato nella distopia, ma non è un distopico canonico), ma in generale è piaciuto.
Poi i detrattori ci sono sempre, ho avuto recensioni assurde, alcune molto molto positive, altre di pura critica, lunghe quasi quanto il libro stesso, ma è il gioco, e lo si sa dal principio. Hanno sempre criticato tutti, non sono nessuno per esserne esentata.
Comunque ho più ansia che sangue nelle vene, ecco.
Il riassunto finisce qui, ma di domande ce ne state tantissime!
Ringraziamo ancora una volta la cara Michela Monti per essere stata con noi e vi diamo appuntamento al prossimo articolo 😉