Ciao ragazzi! Tutti pronti per il Nuke Gaming Day? Tra poco si inizia! Controller alla mano e…una spalla su cui piangere! Oggi cercheremo di far leva sui vostri fottuti sentimenti 😈
E qui butto la bomba, un fulmine a ciel sereno.
The Last of Us, gioco sviluppato dalla Naughty Dog (gli stessi di Crash Bandicoot e di Uncharted per intenderci) e prodotto dalla Sony computer entertainament nel 2013.
Gioco che si è aggiudicato 5 premi, tra cui il premio per la miglior presentazione, il premio per il miglior gioco su console, premio per il miglior gioco originale e il drago d’oro.
Purtroppo non sono riuscito a trovare un trailer in italiano decente e di questo mi dispiace visto che il doppiaggio italiano è di altissimo livello. Comunque questo è il trailer, via con le impressioni a caldo!
Il gioco inizia nella città militarizzata di Boston, teatro di una civiltà stravolta e quasi totalmente eradicata da ben vent’anni di una violentissima pandemia. La società è un concetto ormai labile e le città brulicano di persone senza scrupoli che pur di procurarsi del cibo o un tozzo di pane non esitano a uccidere il prossimo, motivo per il quale la milizia è costretta molto spesso a mantenere l’ordine pubblico con la forza.
Il virus responsabile di tutto questo si chiama Cordyceps e….esiste davvero! E’ un particolare fungo che prende possesso delle formiche e le “muove” come una sorta di marionettista, nonostante il corpo della formica iniziasse a decadere per la naturale decomposizione.
Da qui l’idea base per il gioco: e se il fungo colpisse anche gli esseri umani? Il risultato lo possiamo vedere in The Last of Us.
Le placche fungine, che possono essere trasmesse per via aerea o per via infettiva, intaccano la corteccia cerebrale deformando man mano l’infetto rendendolo alla stregua di un animale selvaggio colto da follia, aggressivo e deforme che attacca indiscriminatamente tutto ciò che ha intorno. Vista l’elevata diffusione del virus, la razza umana è praticamente destinata all’estinzione.
Quando il fungo, dopo svariato tempo trascorso nell’ospite, inizia a fruttificare, l’infetto viene chiamato “clicker” dato che “click” è il suono che produce quando individua la sua preda. L’infetto, a questa fase è estremamente resistente ai colpi fisici, è cieco ma ha un udito sviluppatissimo….e il che lo rende un avversario estremamente pericoloso.
Durante il gioco impersoneremo Joel, un contrabbandiere segnato da lunghi anni di sopravvivenza che pensa solo al proprio tornaconto e Ellie, una ragazzina molto sveglia ma troppo giovane per aver conosciuto il mondo pre-apocalittico.
Durante il nostro viaggio, che durerà per circa un anno, avremo di fronte meravigliosi paesaggi urbani devastati e riconquistati dalla natura(sento già i cultori del ruin porn schiumare), campagne incontaminate…ma anche fogne, palazzi pericolanti o casolari abbandonati da saccheggiare per trovare il necessario per sopravvivere.
Il game play si caratterizza per essere un survival horror in terza persona, dove per farci strada tra i clicker e i predoni dovremo utilizzare quello che l’ambiente ha da offrirci. Mazze da baseball, forbici e nastro isolante. Fucili, pistole, mattoni, spranghe di ferro e così via! Durante il gioco potremo decidere se avere un approccio stealth (ossia, piombare silenziosamente alle spalle dei nostri nemici per farli fuori strangolandoli o accoltellandoli) oppure dare fondo alle nostre (scarse) munizioni.
Inoltre, il gioco ha anche un sistema di crafting per costruire delle armi rudimentali con quello che troviamo. Un medicamento potrebbe essere costruito con l’alcool e una benda, oppure potremmo utilizzare gli stessi con una bottiglia di vetro per creare una molotov. Volendo, con nastro isolante e un paio di forbici possiamo rendere una mazza da baseball ancora più efficace, e così via!
E qui arriviamo all’aspetto del gioco che più preferisco: il contesto e…i personaggi!
Nei giochi single player io detesto essere da solo con un protagonista che sa già cosa fare, preferisco di gran lunga almeno un personaggio non giocante che mi segua. Perché? Perché durante il dipanarsi della trama, le situazioni obbligano i protagonisti ad evolversi e ad evolvere il rapporto che vi è tra di loro.
E’ la stessa cosa che succede a Ellie e a Joel
Attraverso il loro viaggio assisteremo a dialoghi, a situazioni e a considerazioni che accresceranno (o diminuiranno…chissà!) il loro legame.
Si ha l’incontro delle due generazioni, la figlia dell’apocalisse con il sopravvissuto che può raccontare “com’era la vita prima”.
Di fronte a tutto questo la città devastata, i cordyceps, i clicker e la situazione diventa solo un mero contorno, visto che saranno i personaggi “gettati” qui in mezzo a emozionarci, a coinvolgerci, a immedesimarci insieme a loro.
Cosa succederà? Ce la faranno a sopravvivere? Staranno insieme o si separeranno inevitabilmente?
Questo è stato uno dei primi giochi che ho acquistato per la PS3 e mi è piaciuto così tanto da ricomprarlo per PS4 con grafica, luce ed effetti migliori.
La trama, come già avrete intuito, è meravigliosa e raccontata attraverso i “reperti” (diari, foto, registrazioni) che troveremo lungo il cammino. I personaggi sono fortemente caratterizzati e soggetti a una continua evoluzione, le musiche sono suggestive (molte le ascolto tutt’ora) e gli ambienti sono curati nei minimi particolari, dalle case saccheggiate ai palazzi in rovina completamente al buio, dove ci aggireremo col fiato sospeso, con in mano solo una torcia e un coltello.
L’insieme di tutto questo dona al videogiocatore molte emozioni, dalla tensione alla rabbia alla commozione.
Come vi consiglio sempre dopo essere arrivati alla fine di questa giornata: giocatelo! Perché siamo di fronte a una pietra miliare non solo del mondo videoludico, ma del mondo distopico, un titolo che non può mancare nella libreria di un appassionato del genere.
Detto questo, spero che il Nuke Gaming Day di oggi vi sia piaciuto! Ci rivediamo alla prossima e mi raccomando! Giocate, giocate e giocate!