Buongiorno Amici, in questo periodo il nostro gruppo Facebook pullula di autori 😉
E l’autore che vogliamo farvi conoscere oggi è Delos Veronesi, autore di Winter e Skin, primi due volumi della serie distopica edita da Watson Edizioni.
Il protagonista della giornata autore è stato il sequel Skin, uscito da poco, quindi vi riportiamo brevemente la trama.
Nel primo volume della saga, “Winter”, un killer silenzioso e freddo come l’inverno, si muove tra le opprimenti pareti di metallo delle colonie orbitali in cui gli esseri umani hanno dovuto esiliarsi. Non sa nulla del suo passato, gli scienziati del Progetto Newman gli hanno tolto tutto, anche il suo nome, per trasformarlo in una macchina di morte… July e Peter, compagni di Winter, sono braccati dal Newman e utilizzano un’astronave per fuggire in un luogo sicuro, abbandonando la claustrofobia della colonia spaziale e immergendosi nella vastità dello spazio. Nuove minacce, antichi amori e orribili segreti emergeranno dal passato, mostri che hanno rinunciato alla loro umanità per sopravvivere un giorno in più del precedente. Un’avventura in cui non c’è niente di scontato, in cui anche il gesto più semplice potrebbe avere conseguenze letali.
Delos Veronesi, nato a Bergamo nel lontanissimo 1977 vive in provincia di Monza rincorrendo il suo sogno di riportare le persone alla lettura. Da sempre lettore si è avvicinato alla scrittura fin da giovane ma solo da adulto ha trovato il coraggio di iniziare a mettersi in gioco pubblicando i suoi racconti.
Tra le sue pubblicazioni:
- Winter – Cyberpunk – Primo romanzo dei Figli del Newman – Edito da Watson
- Il testino della tigre – Young Adult urban fantasy – Disponibile su Amazon
- Kowloon Moon – Mystery – Edito da Delos Digital
- Skin – Cyberpunk – Secondo volume dei Figli del Newman – Edito da Watson.
Tra i racconti:
- Eredi di Gamel (Essescifi 2017)
- Un bacio tra la nebbia (Provincia pavese)
- La guerra del Ferro (edizioni scudo)
- Una vita digitale (256K)
- Il cacciatore di demoni (I racconti di Cultora)
Adesso passiamo a riassumere brevemente l’intervista che potrete leggere integralmente qui 😉
- Come è nata l’idea di Winter? (Sergio S.)
- Come in tutto quello che scrivo c’è molto di me. Volevo raccontare la difficoltà di un’uomo cresciuto in un ambiente ostile, privato di ogni scelta e piegato a un destino che non voleva. Era un periodo della mia vita in cui dovevo fare un ulteriore passo in avanti e scrivere Winter mi ha aiutato. Di mio non amo i racconti iper realistici dal taglio straziante, la lettura deve essere un piacere e la realtà è già abbastanza brutta da non meritare di essere racconta, per questo ho riversato l’idea iniziale in un romanzo futuristico dal taglio action.
- Come ti sei avvicinato alla scrittura?
- Non c’è stato un momento esatto. Fin da bambino ho sempre letto molto, soprattutto per superare la solitudine. Raccontavo storie e inventavo scenari assieme ai miei robottini preferiti. Col passare degli anni ho iniziato a scrivere, forse sarebbe meglio dire scribacchiare, ma non avevo il coraggio di far leggere le mie storie e le gettavo via (si erano ancora gli anni analogici dove si scriveva su carta). Solo una decina di anni fa, grazie al supporto della donna che è diventata mia moglie, ho preso il coraggio di iniziare a proporre le mie storie a qualche editore.
- Cosa non deve mai mancare nei tuoi libri? (Sergio S.)
- Il contatto con il lato umano dei personaggi e il mio piacere del raccontare una storia. Non potrei mai scrivere qualcosa che io per primo non mi divertirei a leggere e non riuscirei ad amare un romanzo in cui i personaggi sono statici per tutto il racconto.
- Come sei arrivato a Watson Edizioni?
- Posso dire per caso. Come tutti arrancavo, e ancora fatico, a trovare uno sbocco serio per i miei romanzi. Sapete bene cosa c’è in giro e la fatica che si deve fare per trovare un editore serio. Watson mi aveva incuriosito per la qualità dei loro prodotti, ho provato a contattarli per proporre il mio romanzo e dopo un po’ abbiamo iniziato a lavorare assieme. Un passo alla volta, senza fretta e con molta umiltà. Non si nasce grandi e in molti casi non lo si diventa mai. Io non sono nessuno ma Watson nel suo piccolo ha creduto in me e per questo gli sono riconoscente.
Se volete trovare un editore, andate alle fiere e prendete in mano i suoi prodotti. Leggeteli, valutateli e con più onestà di quanto si usa di solito, chiedetevi se lui vi vorrebbe e soprattutto se voi volete lavorare con lui. - C’è qualche altro genere che ti piacerebbe esplorare come scrittore? (Ilaria P.)
- Nel segreto della mia cameretta ne sto già esplorando diversi. Noire, young adult, urban fantasy.
Mi piacerebbe scrivere un bel fantasy, uno di quelli veri, ma per ora non ho ancora la capacità di farlo slegandomi da ciò che ho letto fino a oggi. - So che nella tua vita hai viaggiato molto. Quanto delle culture che hai avuto modo di conoscere da vicino poi è finito nei tuoi romanzi? (Lorenzo S.)
- Tutte. Ho assorbito, almeno in parte, le culture dei luoghi in cui ho vissuto e delle persone che ho conosciuto in giro per l’Asia. Quando scrivo cerco di riversare ciò che ho dentro sulle pagine e facendolo lascio uscire anche i frammenti di cultura che ho conosciuto. A parte il racconto uscito per Delos Passport di solito non faccio riferimenti specifici ai luoghi o alle culture ma non per questo non le utilizzo.
Winter è figlio di anni di studio di filosofia del bushido. Airgun è un hongkonghino che guarda il mondo dallo scoglio in cui è cresciuto… non dico altro altrimenti è troppo.
Il riassunto si ferma qui, altrimenti non sarebbe un riassunto 😛
Ma noi vi invitiamo ad approfondire la conoscenza con questo bravissimo autore.
Alla prossima!