Salve amici distopici! Udite udite Chuck Palahniuk torna nelle librerie con un nuovo entusiasmante romanzo. Per chi non lo sapesse, Palahniuk è un autore poliedrico che si è cimentato in diverse tipologie di generi letterari e stavolta la scelta è ricaduta sulla distopia.
“Il libro di Talbott“, edito da Mondadori.
TRAMA:
Il passaparola scatta solo tra persone fidate. “Il Giorno dell’Aggiustamento sta arrivando.” La gente fa circolare un misterioso libro nero-blu, una sorta di pamphlet profetico, memorizzandone le direttive rivoluzionarie. Messaggi radiofonici e televisivi, cartelloni pubblicitari e il web ripetono ossessivamente gli slogan di Talbott Reynolds: si avvicina il giorno della resa dei conti per la classe dirigente e le élite culturali. Una fantomatica Lista su internet – I Meno Amati d’America – identifica i bersagli. Il popolo non sarà più sacrificato alla nazione, il surplus di giovani maschi non verrà mandato al macello nell’ennesima guerra in Medio Oriente, ma a cadere saranno le teste di politici e giornalisti, professori e notabili – anzi, per la precisione, le loro orecchie. Sinistre.
Con la Dichiarazione di Interdipendenza, gli ex Stati Uniti vengono ridefiniti secondo criteri razziali, e la popolazione ridistribuita in base al colore della pelle e alle preferenze sessuali. Il simile con il simile, nei tre nuovi stati-nazione di Caucasia, Blacktopia e Gaysia.
Non che tutto fili liscio in questa America post apocalittica, intendiamoci…
RECENSIONE:
Il titolo originale del romanzo è “Adjustment Day” ma anche la scelta della Mondadori di rinominarlo “Il libro di Talbott” ha una sua valida giustificazione, infatti questo immaginario pamphlet pseudo-didascalico gioca un ruolo chiave all’interno della narrazione. Perché un libro ha forza, sa essere più potente di qualsivoglia arma in mano alle persone “giuste”. Persone che sentono l’urgenza, anzi no … Sentono l’esigenza di un cambiamento radicale ed è incontrovertibile che questo tocchi da vicino e per primi i giovani che si ritrovano a dover mettere in discussione il loro futuro, lottando con le unghie e con i denti per garantirselo.
A seguito del “Giorno dell’aggiustamento”, i grandi della sfera politica e gli studiosi di rilievo sono stati decimati per mezzo di una Lista attraverso la quale sono stati individuati, i confini territoriali degli Stati Uniti ridefiniti e la popolazione sopravvissuta viene obbligatoriamente ghettizzata e smistata nel confacente territorio:
• Caucasia, esclusivamente per i bianchi e gli eterosessuali;
• Blacktopia, solo per le persone di colore anch’esse eterosessuali;
• Gaysia, unico Stato “misto” abitato soltanto dagli appartenenti alla categoria LGBT quali queer e omosessuali;
Questa ripartizione ha lo scopo di inibire diatribe vivendo in un clima di armonia ed “equità” con i propri simili in tutto, dall’orientamento sessuale al credo religioso e così via.
«Volevo dare una mano» prosegue Esteban, «per creare un posto sicuro in cui la gente non debba più sentirsi emarginata.»
Crudeltà, disperazione e istinto di sopravvivenza lasciano il posto ad una passiva rassegnazione. La popolazione è in mano a veri e propri despoti che spadroneggiano incuranti di spargimento di sangue e violenza, i controlli sono serrati e spesso molte famiglie sono costrette a separarsi per infittire le file del territorio al quale risultano affini. Il ruolo rivestito dalla donna è subalterno, la sua funzione primaria è quella di procreare al fine di garantire al Paese una costante crescita demografica da spartire in egual misura fra le tre Nazioni.
Renditi spregevole, poi indispensabile.
Tutti i capisaldi dello stile di Palahniuk sono presenti: interruzioni drastiche che conferiscono un tono frammentario e irregolare alla narrazione; trovano terreno fertile nichilismo, digressioni sui problemi che attanagliano la società attuale misti a black humour, rimandi ad altri romanzi e grottesco. Un libro straripante di spunti e contenuti, dando la sensazione che ci sia troppa carne al fuoco. Non c’è suddivisione in capitoli, la narrazione è fluida e a POV alternati; i personaggi che prestano la loro voce s’inseriscono con prepotenza e appartengono sia a coloro pro-Adjustment Day sia alla fazione non proprio lieta di questa nuova condizione che li ha letteralmente strappati via da una rassicurante tranquillità. Proprio per il continuo cambio di prospettiva chi legge potrebbe sentirsi disorientato, ma vi garantisco che ogni singolo attore, secondario e non, ha un ruolo ben preciso da detenere; si tratta di personaggi forti ed elaborati (ma soprattutto umani, quindi pregi e difetti annessi) capaci di tirar fuori il meglio nelle situazioni più disparate e, passatemi il termine, disperate.
Io sono davvero soddisfatta di questa lettura anche perché l’autore mostra un quadro degli eventi spaventosamente visionario e concretizzabile, di sicuro non vi annoierete.
Chuck Palahniuk è una garanzia per me, ogni suo romanzo è come un giro sulle montagne russe.
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