Buongiorno Amici Lettori ^_^
Oggi vi presentiamo un autore che abbiamo avuto il piacere di conoscere personalmente al Salone del Libro di Torino. Si tratta di J. P. Kahlee, autore del romanzo Seadevil, edito da Idea Immagina Di Essere Altro.
J.P.Khalee, classe ‘91, è nato in Sicilia ma vive e lavora a Milano nel campo della comunicazione. Da sempre è appassionato di fantasy, fantascienza e horror in tutte le loro forme, coniuga queste alla sua passione per il mare con SeaDevil, il suo romanzo d’esordio.
Rispolveriamo insieme la trama del romanzo…
Anno 2260. I mari di tutto il mondo sono diventati velenosi per il genere umano. Con il progetto “Nuova Pangea”, il governo obbliga le persone che vivono in località costiere a trasferirsi nell’Entroterra.
In una di queste cittadine, Stoneseed, abita Clay, un giovane innamorato del mare e da sempre in contrasto con la visione del governo. A seguito di alcuni tragici eventi, lui e i suoi amici sceglieranno di cambiare vita, arruolandosi in un’organizzazione militare.
Dalle loro azioni dipenderà il destino dei mari e dell’intero pianeta.
In seguito al nostro incontro gli abbiamo inviato delle domande, scopriamo insieme quali sono state le sue risposte 😉
- Cosa ti ha spinto a scrivere un romanzo legato al mare?
- Ho sempre vissuto vicino al mare. Proprio di fronte. Quando mi sono chiesto cosa fosse la distopia per me mi sono risposto: un mondo in cui alle persone è vietato vivere vicino al mare.
- Come hai affrontato il processo di stesura?
- Per prima cosa ho cominciato a costruire la struttura distopica cercando di renderla credibile. Poi ho delineato i personaggi, il loro background e la timeline generale. Poi ho lasciato l’ispirazione fare il resto.
- Quando la CE ti ha scritto dicendoti che avrebbe pubblicato il tuo lavoro cosa hai provato?
- Ero poco sobrio quando ho letto la mail. Ricordo di essermi ripetuto “caspita, succederà davvero” un paio di volte. Poi sono andato in tachicardia.
- La parte più faticosa di questa avventura?
- Durante la scrittura ho dovuto/voluto studiare. Ho raccolto manuali di nautica, di apnea, ho guardato documentari sui sottomarini da guerra e ho chiesto ai miei amici biologi di aiutarmi nel wordbuilding. È stato intenso, ma divertente.
- Come hai vissuto l’esperienza del Salone del Libro?
- In ansia. Avevo già visto la mia casa editrice all’opera al Romics e i miei colleghi firmare i libri in tutta tranquillità. Mi ero detto “posso farcela”, poi una mia amica mi ha chiamato al telefono dicendomi “esordirai alla fiera più importante d’Italia” e io sono andato parecchio in ansia. Poi però tutto è filato liscio. Le prime dediche sono state abbastanza tremolanti.
- Ci sono aspetti della storia che col senno di poi vorresti cambiare?
- Non saprei dirlo adesso. Forse, tra qualche tempo, potrei ricredermi su alcune questioni.
- Come ti vedi fra dieci anni?
- Dolorante. Ma spero con nuove avventure da raccontare.
- Se potessi tornare indietro nel tempo e parlare a te stesso, prima che inizi a scrivere il romanzo, cosa gli diresti?
- Che i trattini al posto delle caporali sono una pessima idea e che le d eufoniche diventeranno il mio peggior incubo.
- Cosa troveranno i lettori fra le pagine del tuo libro?
- La storia di un gruppo di ragazzi che si trovano immersi in un’impresa al di sopra delle loro competenze. Spero che i lettori si divertiranno a leggere di come questa ciurma improbabile riesca a fronteggiare tutti i problemi lungo il percorso.
- Cosa invece non troveranno?
- Eccessivo romanticismo. Non fa per me.
- Un genere letterario in cui non potresti mai cimentarti?
- Penso la letteratura rosa. Se lo dovessi fare darei sfogo al mio lato trash.
- Stai già lavorando a qualche altro progetto?
- Ho in cantiere il secondo volume di SeaDevil, ma mi piacerebbe approcciare agli altri generi di cui leggo spesso (fantasy, urban fantasy e horror).
Cosa ne pensate di questo autore emergente?
Fatecelo sapere nei commenti 😉
Noi come sempre ringraziamo l’ospite di oggi e vi diamo appuntamento al prossimo articolo 😉
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