Le chiacchiere che condividiamo sulla nostra pagina facebook sono riportate in questo articolo che è un patchwork dei nostri post dedicati a un tema specifico.
Di cosa è fatto l’uomo se non di ricordi, di scelte e di ricordi di scelte. Ma siamo fatti anche di ricordi di decisioni alternative mai prese. Ce li portiamo sempre con noi: “… se avessi continuato a suonare la chitarra ora sarei una rockstar”… “Se avessi accettato quel lavoro in banca ora sarei ricco sfondato”… e forse tutti questi “se” creano, nella nostra memoria, infiniti mondi alternativi. C’è un film poco conosciuto, ma di altissimo livello che parla proprio di ricordi e di scelte.
Si tratta di Mr.Nobody (2009), una di quelle pellicole che non dovrebbero mai mancare nelle videoteche virtuali dei “distocinefili” ( e vai col conio di neologismi).
È il 2092, l’ultimo uomo che morirà di vecchiaia sarà l’ultracentenario Nemo Nobody. Grazie alle scoperte scientifiche, l’umanità ha conquistato l’immortalità e segue, attraverso un reality, gli ultimi scampoli di vita del grande anziano. Il pubblico vuole sapere cosa ricorda Nemo. Difficile, se non impossibile, capirlo: il nostro rimembra sia le conseguenze delle scelte fatte nella sua vita sia le ripercussioni, nel tempo, di quelle evitate. Il signor Nessuno tratteggia un multiverso privato, fatto di storie contraddittorie, nel quale non si è mai sicuri di quello che sia veramente accaduto.
Un film affascinante, visionario, incredibile, ma vero.
Consiglio per la visione: lasciatevi trasportare dalle immagini evitando di rintracciare una logica nella successione degli eventi. Fatevi prendere per mano dalle grandi interpretazioni del cast e dalla potenza narrativa dal regista Van Dormael.
Non brancolerete nel buio perché solo il montaggio del film ha richiesto un anno intero di lavoro: tutti i frammenti della vita di Nobody dovevano combaciare.
Ovviamente in Italia non è stato distribuito.
(Riccardo Muzi)
Ciao a tutti!!!
Io per il tag #memoria, sul nostro grande e eterogeneo gruppo vi avevo parlato dell’ importanza del passato. E di come questo non possa essere dimenticato. Gli eventi, che siano storici o meno costituiscono una base profonda per ambire a un futuro migliore, ma non solo, esso ci tutela da eventuali errori valutativi già commessi. A tal proposito avevo preso come esempio una lettura veramente interessante, che feci, proprio per il blog del romanzo ” I cercatori di pace” della bravissima Laura Costantini, nella quale l’ importanza del passato e, quindi, del ricordo e della #memoria per esso fossero di un’ importanza vitale. Se volete nel blog potete trovare la recensione, in ogni caso vi lascio la sinossi, così potrete valutare se il romanzo sia o meno nelle vostre corde.
TRAMA
I cercatori di pace”, eroi o forse vittime designate da chi detiene il potere, partono verso una ignota avventura, alla ricerca di un futuro che viene dal passato e che li condurrà a incrociare i loro destini: Ghillean, Litia, Kimen e Tarnell non si conoscono e non si fidano uno dell’altro, ma sono giovani e umani. È il 518° anno di guerra e nessuno ricorda più come e perché sia iniziata. Un enigma che potrà essere risolto catturando un leggendario Mutato, figura misteriosa nella quale si cela l’arma speciale inventata prima del lungo e distruttivo periodo bellico, che ha generato un ritorno al passato, un medioevo privo di tecnologia, cultura e memoria storica.
( Valentina Libraia)
Ciao ragazzi!!!
Per addentrarci in un tema arzigogolato e complesso come quello della memoria ritengo necessario fare le dovute premesse.
Per esempio…cos’è la memoria? Come la definiamo?
Il dizionario gli dà varie definizioni a seconda del contesto nella quale viene utilizzata la parola, ma oggi, a noi, serve solo questa:
“La funzione psichica di riprodurre nella mente l’esperienza passata (immagini, sensazioni o nozioni), di riconoscerla come tale e di localizzarla nello spazio e nel tempo.”
Questa riproduzione, che noi possiamo “attivare” spontaneamente, col passare del tempo diviene sempre più difficoltosa, fino a trascendere all’oblìo.
Per evitare questa eventualità possiamo “fissare” i ricordi su certi mediatori: su carta fotografica, su nastro, su una diapositiva, su un filmato…o su un diario.
E questi ricordi fissati possono essere anche trasmessi a terzi.
Se un nostro amico legge un nostro diario, lasciandosi coinvolgere dalla lettura potrebbe rivivere le stesse sensazioni che noi abbiamo provato anni e anni fa.
Non parleremo di un videogioco da utilizzare come mediatore (anche se un domani magari esisterà un esperienza videoludica che ci permetterà di rivivere i nostri ricordi).
Ma il tema del titolo sarà questo.
Signori, con questo gioco scopriremo il lascito di Edith Finch.
What Remains of Edith Finch è un videogioco ad avventura grafica in prima persona del 2017 per Microsoft Windows e PlayStation 4, sviluppato dalla Giant Sparrow, già sviluppatrice di The Unfinished Swan. È stato pubblicato dalla Annapurna Interactive.
È stato premiato come Miglior Gioco dell’Anno 2017 dalla British Academy Games Award il 12 aprile 2018 e ha vinto nella categoria Miglior Narrativa ai Game Awards 2017.
Il gioco parlerà dell’ultima sopravvissuta della famiglia Finch, Edith Jr, che tornerà nella proprietà familiare munita dell’ultimo ricordo che ha della madre: un diario scritto da quest’ultima.
Grazie a questo e grazie ad altri elementi presenti nell’abitazione, saremo in grado di ricostruire le fantastiche e tragiche storie che ruotano attorno alla morte di ogni membro dei Finch.
E grazie al videogioco, queste vicende le potremo vivere in prima persona, le potremo assaporare sulla nostra pelle sotto tutti i punti di vista.
Questo è un gioco speciale, che vi intrattiene, vi fa emozionare e vi fa affezionare ai personaggi che lo rendono vivo.
Ve lo consiglio vivamente non solo per il contenuto ma anche per la struttura: esso non richiede particolari abilità per essere concluso, in quanto stiamo parlando di una avventura interattiva…inoltre dura poco più di un ora.
Per il resto, grazie a questo trailer, potete già farvene un idea.
(Davide Borrielli)