Mysterious Writer: Liliana Marchesi

Buongiorno carissimi amici, so cosa state pensando ma posso assicurarvi che per una volta la Boss non mi ha imposto nulla minacciandomi di mettermi a pane e acqua. L’idea di questa intervista è mia, Leggere Distopico è aperto a tutti e deve esserlo anche per la sua fondatrice che fino a oggi ha lavorato sotto l’ombra dei suoi occhialoni.

Poniamo fine agli indugi e scaldiamoci le mani con un applauso. Ladies and gentlemen date il benvenuto a Liiiiiiiiiiiliana Maaaarchesiii!!!!!!

LILIANA MARCHESI è nata nel 1983. Vive a Caravaggio, in provincia di Bergamo, insieme al marito e ai suoi due figli. Dopo aver mosso i primi passi nel genere del PARANORMAL ROMANCE, ha trovato fissa dimora nel regno della DISTOPIA. E proprio per questo ha fondato IL PRIMO SITO ITALIANO dedicato al genere Distopico:

https://www.leggeredistopico.com

Curatrice di diverse rubriche ‘Distopiche’ sul web, fra cui Letture Divergenti per il sito ThrillerNord.

OPERE PUBBLICATE:

•2012 – “Harmattan

•2013 – “Trilogia del Peccato

•2015 – 2017 “Saga R.I.G.”

•2018 – “Lacrime di Cera” pubblicato dalla DZ Edizioni

•2019 – “CAVIE” in arrivo per La Corte Editore il 29 Agosto.

So che di solito siete abituati a un’impostazione ben precisa per la rubrica dei Mysterious Writer ma, visito che con le consuetudini io ci faccio gli aeroplanini di carta, ho deciso di seguire il mio contorto schema mentale per presentarvi la nostra amata ospite.

Ciao Liliana e benvenuta, non ti mostro la nostra redazione perché mi sa che la conosci meglio di noi. Se per te va bene partirei con le domande.

L- Ciao e grazie dell’invito (ride)conosco ogni angolo di questo posto eppure devo ammettere che è strano stare seduta dall’altro lato del tavolo.

Immagino 

Iniziamo con la parte che preferisco. Raccontaci chi sei con tre frasi che ti rappresentano. Scegli tu quali, frasi tue o di altri autori, citazioni da film o da libri, sentiti libera di scegliere quelle che preferisci.

L- “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.”

“Ciò che ci rende unici è la libertà di essere noi stessi. Se ci tolgono questo… è come se ci condannassero a vivere nell’ombra della morte.”

“Un giorno senza sorriso è un giorno perso.”

Caspita, da Mahatma Gandhi a Charlie Chaplin passando per una tua frase di R.I.G. devo ammettere che hai messo sul tavolo tre concetti molto profondi. Dopo un’esordio come questo direi che abbiamo rotto il ghiaccio senza troppi problemi, ti va di raccontarci chi sei?

L- Eh certo. Hai rotto il ghiaccio, ma solo per farmi cadere nel gelido lago sottostante… con la domanda più difficile del secolo. Dunque, partendo dal presupposto che una vita intera non basta per conoscere sé stessi, magari ti dico cosa ho scoperto su di me fino a oggi. Sono una mamma che adora i propri figli e una moglie innamorata, ma questo non mi impedisce di essere anche una donna determinata che ogni giorno insegue tenacemente i propri sogniA parte questo sono una grandissima appassionata di cinema e adoro i gatti, anche se al momento non ne ho  (aiutatemi a convincere mio marito a prenderne uno!) 

Immagino che tu non sia sempre stata quella che sei ora, c’è stato un tempo in cui anche tu muovevi i tuoi primi passi, come ti sei avvicinata alla scrittura?

L- Nel mio caso sarebbe più corretto dire che ho fatto praticamente di tutto per non avvicinarmici, ma alla fine ha vinto lei. Mentre ogni insegnante di italiano che ho avuto, dalle elementari alle superiori, mi diceva “diventerai una scrittrice”, io rispondevo sventolando un biglietto aereo dicendo “ora non posso, devo vedere il mondo”. Ed è stato proprio allontanandomi da casa che ho cominciato a capire qualcosa di me. Poi, con l’arrivo del mio primo figlio, è arrivato anche l’incontro con quella parte che per molto tempo ha atteso di emergere.

Dalle tue parole mi sembra di capire che non sono sempre state rose e fiori, ti va di raccontarci il momento distopico della tua carriera? Cos’è successo? C’è stato il momento in cui tutto andava male, ma come ogni eroina dei tuoi romanzi, hai stretto i denti e preso l’imperfezione per trasformarla in quello che sei ora?

L- La mia carriera è sempre stata Distopica. Il mio primo romanzo uscì attraverso il self-publishing ai tempi in cui gli ebook erano visti come l’abominio, quindi parte del tempo lo dovetti impegnare cercando di trovare il modo di raggiungere i lettori, molto scettici appunto.

Una volta raggiunti i lettori, ho dovuto dimostrare di meritare il loro prezioso tempo, necessario per far vivere i miei personaggi attraverso le loro emozioni. E questo procedimento è a ciclo continuo, non si ferma mai. A ogni pubblicazione cerco sempre di spingermi più lontano alla ricerca di cuori che hanno voglia di leggermi. Fra lavoro, casa, famiglia e le mille idee che quotidianamente partorisco, posso dire di non avere abbastanza tempo per soffermarmi a versare qualche lacrimuccia di commiserazione verso me stessa. Quindi incasso i colpi che arrivano e vado avanti.

Qui mi sa che ha risposto la Boss, dura e determinata a non fermarsi davanti a nulla. Proviamo a far uscire Liliana facendola arrossire un po’.

Scrivi, sei una mamma, una moglie e una donna social, qual è il tuo super potere? Come riesci a fare tutto?

L- Non ho super poteri, ahimè, e di tanto in tanto qualche redine mi scivola dalle mani e mi tocca correre per non perdere il cavallo. Ma a parte questo posso dire che sapersi organizzare aiuta, anzi è fondamentale. Poi so perfettamente che non è facile vivere con me. Sempre a combinare qualcosa…

Parlaci del tuo progetto. Cosa ti ha spinto a lavorarci e soprattutto cos’ha di diverso dagli altri?

L- CAVIE è un progetto che racchiude in sé un’idea, ma dato che non voglio fare spoiler o mettere nella testa dei lettori un messaggio che potrebbe essere colto diversamente, come è giusto che sia, non aggiungo altro. A livello lavorativo posso dire che CAVIE simboleggia diversi cambiamenti, soprattutto per quanto riguarda il metodo con cui do alla luce una storia.

Quando hai iniziato a chi ti ispiravi? I tuoi riferimenti sono cambiati nel corso degli anni.

L- Ci sono diverse autrici che mi piacciono, ma cerco sempre di esprime me stessa a modo mio. Ogni autore ha la propria cifra, il proprio stile (o almeno così dovrebbe essere), deve solo trovarlo.

Di nuovo la Boss che non vuole sbilanciarsi, devo essere più diretto. Cosa ti piace leggere? Ci sono dei testi che ti andrebbe di consigliare al nostro pubblico?

L- Ci sono molti libri che adoro, soprattutto quelli che rappresentano al meglio il genere che amo. Distopico? Sì, ma con una buona dose di componente romance (niente miele! Solo peperoncino). Per citarne alcuni: Shatter Me di Tahereh Mafi, The Last Girl di Joe Hart, The program di Suzanne Young.

Tornando alla distopia, che tanto ci è cara e che devo citare per doveri ci contratto almeno due volte per articolo, che difficoltà deve affrontare chi vuole tentare di seguire la tua strada?

L- Be’ nulla di complicato, dovranno saltare un burrone senza prendere la rincorsa, aggrapparsi alle zampe di un airone mentre spicca il volo facendosi trasportare oltre il limitar della giungla, vincere una partita a briscola con un dittatore assassino e… rispondere educatamente a tutte le call center che chiameranno per vendergli qualcosa. Ahahah! (non lo vedete ma il ghigno malefico è inquietante) A parte gli scherzi, non ci sono regole in questo gioco. Ognuno gioca la propria partita con le carte che ha. Un consiglio, continuate a studiare, miglioratevi sempre, trasformatevi in Sponge Bob e assorbite tutto ciò che potete, riempite il vostro bagaglio con quello che vi circonda e rielaboratelo con intelligenza. Ok… forse il burrone, l’airone e la briscola erano meglio! Impegnatevi insomma. Scegliete i vostri obiettivi e camminate fino a che non li avrete raggiunti. Non esistono scorciatoie, quindi tirate dritto 

Se volevi mettermi paura ci sei riuscita… ho quasi paura a chiederti com’è il mondo dell’editoria. Che persone hai incontrato lungo il tuo percorso ?

L- Il mondo dell’editoria è un mare di pescecani, come tutti i settori, ma ci sono anche degli splendidi delfini  Qualche squaletto purtroppo nuotando l’ho trovato, ma fortunatamente sono riuscita a sfuggirgli. Poi con il tempo impari a riconoscere le zanne dietro ai sorrisi più smaglianti. Ma tornando alle cose belle, perché io non regalo il mio tempo alle “cose” brutte, la prima persona splendida che sono felicissima di aver incontrato è il mio Agente (Leonardo Di Lascia), una persona più unica che rara. Un grande amico che crede in me e che mi sprona a dare il massimo. Grazie a lui ho conosciuto altre persone fantastiche, persone che svolgono con passione, determinazione e professionalità un lavoro che amano.

Ascoltandoti sembrerebbe che non basti il talento e la determinazione per inseguire un sogno. Servono qualità e capacità critiche che non sono semplici da acquisire. Questo mi ricollega alla prossima domanda: Dicci tre qualità che ti contraddistinguono e tre difetti che non riesci a superare.

L- Partiamo dalle qualità dai… umiltà, determinazione, creatività.

Mentre i tre difetti… puntigliosa, esigente, difficile da sorprendere.

Giusto per dirtelo sai che molti con cui ho parlato definirebbero le qualità e i difetti al contrario rispetto a te? C’è chi pensa che l’umiltà e la troppa determinazione (l’ostinatezza) siano un grosso limite, e altri che ritengono la puntigliosità un pregio unico. Vediamo allora cosa mi dici dei sogni? Teniamo sempre il magico numero tre per sapere quali ancora coltivi e quali si sono infranti.

L- Cos’è questa fissa per il tre? Ma non è che per caso sei il genio di Aladino?

Sogni… raccogliere i frutti di anni di semina e sacrificio, veder crescere i miei figli sani e felici, trascorrere l’età matura viaggiando insieme a mio marito.

Quelli infranti… da piccola avrei tanto voluto diventare un vampiro, non sono riuscita a sposare né Leonardo Di Caprio, né Brad Pitt, né (basta, andrei avanti tutto il giorno), e (questo lo ritengo infranto almeno per ora, poi nella vita non si può mai sapere) diventare regista.

Oltre a diventare regista che altri progetti hai per il futuro?

L- Troppi! Una vita non basta!

Ok, non vuoi dirci niente. -__-

Torniamo allora alle citazioni che hai voluto regalarci. Ti va di spiegarci perché le hai scelte?

L- Cos’è? Sono capitata sulla casella RIPASSA DAL VIA? (mi fissa negli occhi chiedendosi se deve licenziarmi. Fa paura)

Dunque, la prima è un mantra (ce l’ho pure tatuato sul braccio in bella vista) che mi spinge quotidianamente a fare bene e a essere un esempio per i miei figli (anche se non sempre ci riesco, sono umana in fondo).

La seconda è tratta da uno dei miei romanzi e racchiude in sé l’importanza della libertà e dell’individualità.

La terza… be’, se non si ride un po’ nella vita, cosa si vive a fare?

Ci sarebbero molte risposte a questa domanda ma è meglio se chiudo qui, dopo lo sguardo di prima inizio a temere per il mio lavoro. Meglio che mi alzo dal suo trono di spine e mi rimetto dal mio lato del tavolo.

Grazie Liliana del tuo tempo e di essere stata al gioco, è stato divertente e spero che i nostri lettori si siano divertiti come mi sono divertito io. Non posso salutarti dicendoti che spero di rivederti presto perché sei sempre qui a tenere in piedi Leggere Distopico, ma posso dirti che i nostri lettori non vogliono vederti sempre nascosta dietro la tua scrivania, gli piace conoscere le persone che ogni giorno lavorano per loro.

L- Ha fatto piacere anche a me… Grazie a tutti 

Mi piego per abbracciarla ma mi fermo temendo di trovarmi un pugnale nel petto. Annuisco e mi allontano con movimenti lenti, senza abbassare lo sguardo fino a quando non sono uscito dalla porta.

Delos

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