Buongiorno amici distopici, oggi facciamo un lungo salto nel passato per presentarvi un’opera molto controversa che ha lasciato il segno nell’immaginario del fumetto internazionale: Ranxerox
Pubblicato per la prima volta nel lontano 1978 Ranxerox racconta la storia violenta e oscena di un cyborg costruito con pezzi recuperati da vecchie fotocopiatrici rotte. Inizialmente chiamato Rank Xerox, come riferimento alla fusione avvenuta realmente tra i due colossi delle fotocopiatrici (Rank e Xerox Corporation) da cui provenivano i pezzi del suo corpo, l’opera ha dovuto cambiar nome nel 1980. Nel Nel febbraio di quell’anno la filiale italiana della Rank Xerox chiese a Tamburini di cambiarne il nome onde evitare che il marchio venisse associato a un personaggio «le cui imprese sono un concentrato di violenza, oscenità e turpiloquio», minacciandolo in caso contrario una denuncia.
Inizialmente pubblicato come una serie di brevi storie in bianco e nero sulle pagine della rivista Cannibale, il fumetto passa nel 1979 sulle pagine della rivista Il Male per poi approdare alla sua collocazione finale, su Frigidaire, dove le sue avventure apparvero fino alla fine del 1985, poco prima della morte del suo creatore Stefano Tamburini.
Ambientato in una Roma del futuro, (oggi dovremmo dire alternativa) stratificata su diversi livelli di esasperazione e decadenza, Ranx vive le sue avventure fatte di violenza gratuita e oscenità insensate. Apparentemente caricaturale e illogico Ranxerox abbatte ogni finto perbenismo mettendo il luce la strada verso cui si stava dirigendo la società dell’epoca.
Robot tra la gente Ranx si innamora di una lolita tossica di nome Lubna, una ragazza crudele che basa tutta la sua esistenza sulla necessità di procurarsi la droga anche a costo di mettere in pericolo tutto ciò che la circonda. Il loro è un rapporto univoco che pone il protagonista davanti alla consapevolezza di non essere ricambiato ma solamente usato dalla ragazzina. Attraverso un lungo percorso Ranx imparerà a comprendere la profondità della sua sofferenza emotiva arrivando ad accettarla pur di non perdere il contatto con la sua carnefice.
Droga, sesso e violenza scandiscono la vita nella Roma immaginata da Tamburini, baby prostitute che si vendono per una dose e disumanizzazione della folla davanti a chi chiede aiuto. Scritto in tempi non sospetti e fortemente discusso dalla critica Ranxerox racconta alcuni dei peggiori aspetti del nostro tempo, li anticipa di quarant’anni seminando lo sgomento tra i lettori dell’epoca.
Ranxerox è un cimelio storico, qualcosa che oggi verrebbe definito fumetto d’avanguardia. E’ una provocazione per gli amanti del pulp e uno schiaffo alla decenza per i lettori più pacati.
Forse al giorno d’oggi nessuno avrebbe il coraggio di pubblicare un’opera del genere, per questo vi consiglio di recuperarla e di leggerla (magari a piccole dosi), giusto per capire la libertà di espressione che c’era in quegli anni e la capacità visionaria di chi ha saputo sfruttarla.
A presto.
Delos