Con Il Fatto Distopico di oggi vorrei ricordare chi è Franca Viola, la prima donna che ha avuto il coraggio di dire no al matrimonio riparatore.
Il matrimonio riparatore era la soluzione adottata dalle famiglie delle giovani donne vittime di stupro per salvaguardarne l’onore. All’apparenza un accordo conveniente per entrambe le parti, dal momento che l’esecutore dell’atto non subiva alcuna pena o condanna e la donna, non più illibata, non correva il rischio di non venire più presa in moglie. In ballo c’erano l’onore e il buon nome della famiglia della vittima, ma nessuna vera preoccupazione per la volontà e le condizioni della stessa.
Pensate a una ragazzina, sola, indifesa, che veniva consegnata alle grinfie del suo violentatore, ceduta come una merce di poco valore era destinata a vivere il resto dei suoi giorni con il suo aguzzino. Doveva rivivere ogni giorno la sua umiliazione senza potersi ribellare, perché era anche obbligatorio che una donna adempiesse ai suoi doveri coniugali.
Pensate che sia un abominio? Un qualcosa che può accadere solo nei paesi arretrati? Vi sbagliate in Italia è stata una pratica legalmente riconosciuta fino al 5 settembre 1981 e per almeno un altro decennio è stata praticata con coercizione.
Franca è stata la prima donna a dire di no a questa pratica disumana.
Era il 26 dicembre del 1965, Franca aveva solo 17 anni, e un gruppo appartenente alla famiglia mafiosa Melodia la rapisce da casa sua. Due anni prima con il consenso (chiamiamolo così) dei genitori si era fidanzata con Filippo Melodia, ma dopo che lui si fu macchiato di furto e altri crimini violenti, la famiglia Viola decide di interrompere il fidanzamento.
Una dozzina di Melodia fanno irruzione in casa di Franca, la rapiscono e la trascinano in un casolare dove per otto giorni la picchiano e la violentano. Il padre della ragazza viene contattato dai parenti di Melodia per la cosiddetta “paciata“, un incontro volto a mettere le famiglie davanti al fatto compiuto e per far accettare ai genitori di Franca le nozze dei due giovani. Il padre e la madre di Franca, d’accordo con la polizia, fingono di accettare le nozze riparatrici e addirittura il fatto che Franca dovesse rimanere presso l’abitazione di Filippo. Il giorno successivo la polizia interviene all’alba facendo irruzione nell’abitazione, liberarono Franca e arrestarono Filippo Melodia e i suoi complici.
Franca non voleva accettare quel destino e voleva combatterlo con il solo aiuto dei suoi genitori. Non ha avuto paura e ha sfidato il mondo in nome di una giustizia che molte altre donne meritavano di avere.
L’8 marzo 2014 Franca Viola viene insignita dal presidente emerito Giorgio Napolitano per il coraggioso gesto da lei compiuto e le conferisce l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana
Tante donne, oggi, dovrebbero esprimere gratitudine a Franca Viola per quel suo atto intraprendente, che le ha liberate con un simbolo concreto dell’emancipazione femminile italiana.
Lei ha vinto la sua battaglia e, cosa più importante, non ha avuto la paura di combatterla.
Delos