IFD: Delitto d’onore

Vedete questa bella ragazza, con due occhi grandi come il futuro e il sorriso timido della felicità? Lei era Israa Gharib, una ragazza di 21 anni che viveva alle porte di Betlemme in Palestina e che è morta per essere uscita con un ragazzo.

Israa era un’estetista, una ragazza che si stava affacciando alla vita e che aveva conosciuto un ragazzo. Lui le girava attorno, la corteggiava e la faceva ridere. Sembrava un bravo ragazzo e Israa decide di conoscerlo meglio, vuole uscirci per passare del tempo con lui per capire se c’è altro dietro ai suoi modi gentili.

Ne parla con la madre e, dopo aver ricevuto la sua benedizione, si sente con la sorella del ragazzo per organizzare un appuntamento in un luogo pubblico. Una cosa fanciullesca, alla luce del sole come due adolescenti alle prime armi. Si prepara, si trucca e si presenta all’incontro bella come il sole, con la felicità dei suoi ventun anni che le illumina lo sguardo. Fa anche un piccolo video su Instagram per condividere la sua gioia, il più grande errore della sua giovane vita.

Il cugino vede il video e scandalizzato lo mostra agli altri uomini della famiglia. Scandalo e disonore sono le uniche parole che gli passano per la testa, Israa si è fatta vedere con un uomo fuori dai vincoli matrimoniali!

Quando Israa torna a casa trova i suoi fratelli Bahaa e Ihab ad aspettarla. C’è anche il cognato, lo sceicco Mohamed El Safy. Le saltano addosso come belve, la picchiano, la torturano e la umiliano in ogni modo. Lei fa schifo, è il disonore della famiglia, è una puttana. Israa urla, piange disperata, sputa sangue e implora di non essere sfigurata. Li supplica fino allo sfinimento e alla fine decide che non ne può più. Corre verso la finestra e si lancia dal secondo piano.

Pensate che sia finita qui? Purtroppo no… non c’è mai fine al dolore delle vittime.

L’ambulanza arriva per tempo e riescono a portarla in ospedale. Israa ha la colonna vertebrale rotta, non può più muoversi, ma purtroppo per lei è ancora viva.

Quando riapre gli occhi e vede accanto a lei il padre, i suoi fratelli e il cognato inizia a urlare, a gridare con tutto il fiato che ha in gola. I dottori arrivano di corsa ma non possono fare molto, forse la sedano mentre i famigliari spiegano che la figlia è malata di mente e che è posseduta dal demonio. Chiudono la porta e ricominciano a pestarla fino a ridurla al silenzio. Un’infermiera registra le urla della ragazza e le sue suppliche strazianti (e le diffonde dopo la tragedia con #SiamotuttiIsraa), una tortura che dura fino al giorno in cui viene rimandata a casa. Non si può fare nulla per lei, non può essere operata.

Pochi giorni dopo Israa torna in ospedale in stato di coma, ha un trauma cranico enorme e il corpo ricoperto di lividi. L’hanno picchiata di nuovo, ogni singolo giorno fino all’ultimo in cui la morte è venuta a liberarla.

Israa Gharib è morta. La notizia si diffonde velocemente e tutti urlano all’ennesimo Delitto d’onore. Un attenuante giuridica (che in Italia abbiamo abrogato solo nel 1981) che prevede pene leggerissime o inesistenti davanti a circostanze attenuanti tra cui quelle della riparazione al disonore.

La Palestina scende in pazza, il 31 agosto uomini e donne urlano il loro sdegno e chiedono al Governo di intervenire a difesa delle donne.

Nel frattempo la famiglia fa un passo indietro e ritratta la sua difesa aggrappandosi all’infermità mentale della figlia, si è buttata dal balcone e si è dimenata nel letto fino a cadere in coma a causa della sua malattia.

Forse Israa non avrà mai giustizia, ma ormai lei è morta. La vita le è stata strappata dal petto e non deve più soffrire, ma ci sono molte altre ragazze come lei che ogni giorno vivono gli stessi incubi e che meritano la libertà.

La distopia non è un romanzo di fantascienza, è lo schifoso mondo in cui viviamo. Lasciamo la distopia nei romanzi e spendiamo un minuto a inseguire l’utopia per la nostra realtà.

Delos

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