IFD: La mia Cina, il figlio unico.

L’immagine che vedete qui sopra è uno dei tanti cartelloni inneggianti alla politica del figlio unico Cinese.

Cos’è la politica del figlio unico? E’ uno dei più grandi esperimenti di ingegneria sociale per il controllo della popolazione, che negli ultimi cinquant’anni ha avuto oltre un miliardo di partecipanti.

Nel 1979 Deng Xiaoping, successore di Mao Tse-tung, varò una legge che impediva alle donne di avere più di un figlio ma era già dalla fine degli anni ’50 che il governo combatteva con il boom demografico.

Nel 1962 era stato messo in atto un programma di “sensibilizzazione” delle donne all’interno delle aree urbane e nel 1973 venne varata la campagna di educazione Wan Xi Shao, ovvero il matrimonio e la gravidanza a un’età più avanzata (wan), un intervallo più lungo (xi) tra un figlio e l’altro, e soprattutto meno figli (shao).

Per una prospera e potente Nazione ed una famiglia felice, si prega di praticare il controllo delle nascite

Vi state chiedendo perché un paese, che nei primi decenni del novecento aveva promosso la natalità attraverso una famosa frase di Confucio “Più bambini significa più felicità, i bambini avuti presto portano presto la felicità”, abbia improvvisamente deciso di controllare la popolazione? La risposta è semplice e quantomai moderna: la mancanza di risorse.

Nel 1979 la Cina accoglieva circa un quarto della popolazione mondiale e disponeva solo del 7% della superficie coltivabile, i due terzi dei cinesi avevano meno di trent’anni e la generazione (di oltre 30 milioni di individui) nata negli anni ’50 e ’60 entrava nell’età riproduttiva. I conti erano semplici: non c’era abbastanza cibo per tutti.

Bisognava porre un limite alla crescita demografica per evitare che la fame portasse alle terribili conseguenze che nascono dalla disperazione.

Il sistema coercitivo di controllo delle nascite era diventato una realtà e col passare degli anni ha generato una lunga serie di eventi che hanno segnato la popolazione. Non parlo delle pene pecuniarie o del carcere per coloro che disobbedivano, parlo della consuetudine delle famiglie di uccidere le figlie femmine (a cui bisognava preparare una dote e che lavoravano meno degli uomini) in modo da poter provare ad avere un nuovo figlio possibilmente maschio. Parlo di tutti i bambini disabili che sono morti ancor prima di aver potuto aprire gli occhi o dei milioni di individui che a tutt’oggi sono fantasmi in casa loro.

Alcune famiglie non avevano il coraggio di uccidere i piccoli o di abortire e nascondevano i figli “illegali” in scantinati da cui non potevano uscire mai o in baracche nascoste tra la vegetazione delle zone più rurali. Piccoli bambini che ora che sono grandi non sanno uscire dai buchi in cui sono stati reclusi, anonimi e senza documenti, non hanno mai visto il mondo o avuto interazioni sociali. Vittime innocenti di una vita che non hanno chiesto di vivere.

Come vi raccontavo nell’altro articolo io ero li in quegli anni, in una ex zona rurale dove alle donne in età fertile che già avevano avuto un figlio veniva innestata a forza la spirale (pena il carcere se durante i controlli casuali si scopriva che erano state rimosse). Le stesse donne, già stuprate dall’innesto forzato, erano anche costrette a prendere la pillola contraccettiva e sottoporsi a esami per verificare l’effettiva assunzione del farmaco.

A prescindere dalla correttezza delle motivazioni o della discutibilità dell’ingegneria sociale, non spetta a me criticare temi così importanti, continuo a chiedermi perché tutti i provvedimenti erano mirati contro le donne. Perché dovevano essere solo le donne a pagare il peso di quelle scelte? La legge non prevedeva la sterilizzazione degli uomini, pene per i maschi che avevano troppi eredi o una semplice (e reversibile) vasectomia. Tutto il mondo è paese, le donne sono sempre state le colpevoli e i capri espiatori dell’ignoranza umana, e in questo caso erano trattate come bestie da riproduzione da sterilizzare in base alle esigenze.

protesta delle donne contro la politica del figlio unico 2009

Nel corso dei decenni le procedure di controllo e gli insani gesti delle famiglie hanno creato un squilibrio demografico che ha portato la popolazione maschile a essere oltre il 20% più numerosa di quella femminile e, anche per i fatti accennati prima, finalmente nel 2013 la legge sul controllo delle nascite è stata ufficialmente abolita.

Per il momento l’abolizione della legge non ha sortito molto effetto, molte donne continuano a non volere un secondo figlio e molti uomini credono che sia socialmente meglio non averne atri. Le risorse sono sempre scarse e nessuno vuole perdere il poco benessere acquisito per sfamare delle bocche in più, forse tra qualche anno le nuove generazioni saranno libere di creare la famiglia che desiderano ma per ora l’esperimento di ingegneria genetica sta ancora controllando il paese.

A presto

Delos

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