Ilaria Pasqua – Bomb Man

Buongiorno!

Ragazzi siamo nel 2020! E questo significa che il Dystopian Day è sempre più vicinoooooooo! Mamma mia!

E noi volevamo riprendere a bomba le presentazioni degli autori presenti, quindi… oggi è il turno di Ilaria Pasqua e del suo Bomb Man!

Occhio, non fatevi ingannare da questo sorrisone 😉 Ilaria mica scrive favolette per bambini! No, no!

Ilaria Pasqua ha da sempre un immenso amore per i libri e per il cinema. Ha studiato al DAMS di Roma Tre, dove ha conseguito la laurea triennale e successivamente la specialistica. Dopodiché si è dedicata completamente alla scrittura. Ha seguito dei corsi di scrittura creativa e di sceneggiatura e si è appassionata sempre più a quest’arte che le sta donando molte soddisfazioni ma soprattutto tanta serenità.

Ha collaborato con alcune riviste online di cinema come Recencinema, e con il Blogazine BitBot, dove si occupavo invece di editoria. Infine ha lavorato per il giornale Futuro Quotidiano per cui ha redatto periodicamente articoli di cultura, media e innovazione.

Le piace scrivere racconti distopici e storie in cui ci sia una componente fantastica, cerca sempre di raccontare la realtà guardandola attraverso una lente magica o surreale, senza rimanere ancorata del tutto a terra.

Fra le sue opere ricordiamo: Cecità bianca, Il giardino degli Aranci e ovviamente Bomb Man ^_^

TRAMA:

In un futuro non molto lontano, sul pianeta Terra imperversa l’ossessione delle bombe, un vero e proprio flagello per l’umanità. Julius, proprietario dell’azienda Fabric, ha fatto la sua fortuna cavalcando l’onda del terrorismo mentre il figlio Carl desidera un mondo nuovo. E sarà proprio lui a trovare una soluzione al problema: una seconda pelle artificiale che protegge le persone e le città dalle deflagrazioni. Una scoperta che sconvolgerà per sempre il modo di vivere delle future generazioni, come quella a cui appartiene lo “spilungone”, un impiegato di Fabric che assiste muto alle continue esplosioni, ormai diventate un’insostituibile e morbosa fonte di divertimento, in una realtà in cui il terrorismo non è altro, ormai, che un arido riverbero senza significato. Fino a quando non scoprirà che la seconda pelle è imperfetta e che il passato, con tutto il suo bagaglio di luci e ombre, è sempre in agguato.

“Cosa poteva esserci di meglio? Nessun palazzo cadeva, nessuno moriva. Non come prima.
Nonostante si fosse impegnato nella ricerca, non era mai riuscito a calcolare le spese di ricostruzione, né a contare le vittime. Anche perché si parlava di tempi così lontani… lui non aveva mai vissuto il terrorismo in senso stretto, quello che faceva del male, ma solo quell’arido riverbero.”

Ragazzi anche per oggi è tutto!

Ma restate con noi perché gli autori non sono ancora finiti 😉

Un bacio dalla vostra Distopica

Liliana Marchesi

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