TRAMA
Dopo il Crollo, l’estate dura sei mesi e in Emilia Romagna vigono i decreti anti-mutagene. Gli inquisitori di Bonificato I, papa morto tre volte e risorto due, premono sulla Linea Gotica, difesa da falangi di culturisti ultrà. Albanesi bionici pirateggiano l’Adriatico, brodo di scorie e orrori radioattivi che gli intrepidi Vigili del Fuoco irrorano di Napalm. I cellulari non prendono quasi mai, le cedrate costano un rene e il luppolo è uno dei monopoli a marchio Koop.
Dalle Due Torri al Cocoricò, dall’autodromo di Santa Monica alle Valli di Comacchio, tra Bagnini-sceriffi, robo-cassiere e predoni della VR46, l’ultimo dei Bolognesi e il mutante più sborone di Riccione battono gli asfalti e le sabbie della Riviera al ritmo snuff-glamour dell’unico network, Radio Attiva.
Il Cinno e il Gasato picchiano duro e non accettano compromessi: nemmeno di fronte all’Apocalisse.
RECENSIONE
Mi accingo a scrivere questa recensione senza sapere bene da dove iniziare. Non è facile trovare una collocazione per Riviera Napalm, è un post apocalittico – allucinogeno – sboccato – trash – cyberpunk – grottesco – di denuncia rivierese. I Mazzolini (loro preferirebbero la fusion in Sensazza per motivi di estrogeni e testosterone) hanno immaginato una riviera romagnola e che sembra uscita dall’ipertrofia di Tetsuo Hara, un luogo talmente estremo da sembrare comico nella sua tragicità.
Visto il veto della Boss nel non eccedere negli spoiler, l’unica persona abbastanza dura da sentirsi a suo agio sulle spiagge atomiche bombardate dai bucanieri delle isole di immondizia, non so come presentarvi la complessa follia di questo romanzo sopra le righe.
Siamo nella Repubblica Post-Atomica, il Crollo è il nuovo punto d’inizio del tempo, lo spartiacque che segna ciò che conosciamo dal caos che verrà (su licenza dei Mazzolini direi anche troiaio). L’Italia è caduta, la legge è selvaggia e se non fosse per motivi di copyright i bagnini andrebbero in giro ad ammazzare al grido de “Io sono la legge!”
Da un lato troviamo Papa Bonificato, un conquistatore imbottito e difficile da ammazzare che brandisce un lanciafiamme come pastorale, dall’altro la Koop, una multinazionale inquietante e colpevole di metà dei problemi.
In mezzo c’è la gente. I romagnoli, che hanno elevato tutta lo loro cultura pop Pre-Crollo a nuovo culto in nome di una vita che non avranno più, e gli emiliani che stringono i denti e vanno avanti nonostante i romagnoli.
"Oggi i regaz hanno recuperato una vecchia insegna da farmacia e regolato le pause dei led in modo da ricreare i bracci di una svastica.
Una vernice da lavori in corso recita:
Barette Proteiche
Gloryhole
Sparring col morto
Vietato ai Mutanti e ai Modenesi
Se vuoi allenarti, la quota d'ingresso è un colpo da cento alla panca.
Se vuoi scopare tocca che ti contenti dei fori nel muro, e illuderti che oltre ci sia qualcosa con meno di sessanta inverni o morto da meno di un mese."
Riviera Napalm ci racconta il degrado con gli occhi della follia e il linguaggio gretto di chi non ha voglia di girare attorno ai concetti. Antieroi dopati, mutati e eccitati da snuff video, motociclisti deliranti che hanno trasformato una passione sportiva in un culto fanatico, campi di battaglia fatti di spiagge e bagnine/bambole da sesso sono l’incipit di quella orgia letteraria.
"DerapAmen.
Diotalevi mi sbarra la strada.
Il sole illumina l’acciaio della Katana. Il fighetto è andato a prenderla.
Quando l’uomo con la katana incontra l’uomo col cazzo di gomma, l’uomo col cazzo di gomma è un uomo morto.
È un suicidio. Non mi resta altro da fare. Vecchio detto motociclistico, antico come l’asfalto: nel dubbio, dai te gas!
La ruota dietro slitta sulla ghiaia.
Diotalevi scarta a sinistra e mi schiva.
Ho strada libera, spianata. La vittoria è mia.
Zaaac!
Qualcosa mi gratta la spalla. Errore di valutazione: non qualcosa, qualcuno.
Braccio umano. O quello che resta di un uomo. L’arto mutilato è farcito di mutagene e prova comunque a strangolarmi."
Non lo capite? Vi sembra volgare? Ecco, vedetela così: è solo l’inizio…
Riviera Napalm non è per tutti, nemmeno per quelli che sono convinti di non essere “tutti”. Gretto, sessista, volgare, disumano e neologico, è un racconto che ha un suo fascino che si tuffa nel trash.
Profondamente locale e autoreferenziato il romanzo segue una linea narrativa che all’inizio non si riesce a capire, ma che con il passare delle pagine riesce a coinvolgerti (se non ti sono saltati prima i denti a forza di farli stridere). Ben scritto, con tempi narrativi ottimamente scanditi e un’accuratezza nei dettagli sicuramente ha alle spalle una tecnica migliore di quello che si può pensare a primo acchito. Non è una sbrodolata da ubriachi, è qualcosa frutto di lavoro e di una precisa volontà di raccontare la storia in un modo unico.
I Mazzolini hanno intrapreso un sentiero unico, che sicuramente non piacerà a molti ma che li rende riconoscibili. Onestamente non so se leggerei due romanzi come Riviera Naplam di fila, mi piace la narrazione tagliata spessa e senza fronzoli ma loro hanno preso la cosa alla lettera e l’hanno organizzata a colpi di machete.
Consiglio Riviera Napalm a tutti coloro che amano qualcosa di strano, di diverso e al contempo di comprensibile. A tutti coloro che vogliono sorridere nel dramma e che amano una lettura fuori dagli schemi.
Lo consiglio a tutti coloro che vogliono provare qualcosa di nuovo, almeno una volta nella vita 😉
A presto.
Delos