Trama:
Avrai i miei occhi è un noir distopico che prende l’avvio in un inverno milanese più disperato che mai, tra i corpi di decine di ragazze abbandonati come rifiuti nei campi industriali che circondano la città. Nigredo è chiamato a cercare una risposta al mistero di queste morti, Olivia lo accompagnerà nella discesa in un incubo che credevano di essersi lasciati alle spalle. La fantascienza elegante ed esplosiva di Nicoletta Vallorani accoglie il lettore in un territorio conosciuto ma inesplorato, confrontandosi senza compromessi con gli aspetti più brutali che regolano i rapporti umani in questo scorcio di secolo. Avrai i miei occhi è un viaggio attraverso i muri che circondano e tagliano Milano, muri come cicatrici a segnarne il corpo, muri e corpi come mappe per tracciare i confini di questa desolata città del cuore.
Recensione:
Il libro che mi ritrovo a commentare per voi del bunker è stato scritto da un’autrice di tutto rispetto: Nicoletta Vallorani. Una donna dai mille talenti che si è distinta nel campo della scrittura sperimentando diversi generi: noir, fantasy, saggistica, libri per bambini e, ultima ma non per importanza, la fantascienza.
Con il romanzo “Il cuore finto di DR” è stata la prima donna ad aggiudicarsi la vittoria del Premio Urania del 1992.
Con queste premesse capirete che le mie aspettative sono schizzate alle stelle e non vedevo l’ora di colmare questa mia lacuna.
Siamo diventati più poveri. Non abbiamo che il ricordo del paese che eravamo. Viviamo sull’orlo di un disastro del quale siamo incapaci di riconoscere i sintomi. Esisteremo solo in pezzi, dopo, su una terra levigata dalla distruzione.
Milano. La città è buia e assediata da una fitta nebbia che genera un’atmosfera nefasta. Nigredo ha il doloroso compito di investigare sul ritrovamento di decine di corpi di donne ammassati nella zona dei campi industriali. Coinvolgerà Olivia, una sopravvissuta ad esperienze inenarrabili e sua anima affine, il freddo distacco che la caratterizza le permette di analizzare la situazione guardando in faccia il degrado di una società che si trincera dietro leggi “giuste”, ma fomentando l’illecito.
Presto si troveranno in una spirale di violenza e drammaticità che li guiderà a scoperchiare un vaso di Pandora dagli orrori indicibili.
Questa città è piena di luoghi che non dicono quello che sono. Di persone che non raccontano quel che fanno.
Sulla trama non mi dilungo ancora perché altrimenti verrebbe a mancare quel pathos dovuto all’aspetto investigativo del romanzo, tuttavia vi dico che è ben organizzata e non vi deluderà.
L’aspetto distopico è dato – in particolar modo – dall’ambientazione: funestata da una lunga scia di sangue una Milano futuristica e funerea è la cornice ideale, una cittadina divisa dalla “Cinta” ovvero dall’edificazione di svariati muri che segnano il limite di demarcazione tra i bassifondi e i quartieri alti. È un whodunnit incline al lato fantascientifico o viceversa un distopico dalle tinte fortemente noir.
Olivia è un’eroina anticonvenzionale, si barrica dietro ad una facciata impenetrabile che si è costruita a causa di un passato problematico, ma grazie all’alternanza tra prima e seconda persona singolare, riusciamo a scorgere una piccola scalfittura che nasconde una sensibilità senza pari. Di Nigredo posso anticiparvi che è un personaggio coscienzioso e di grande carisma, mi ha sorpresa in positivo anche per i saldi principi e l’etica che lo contraddistinguono.
Anche se gli argomenti trattati non sono dei più lieti è innegabile il fascinoso nitore della scrittura della Vallorani pur avendo la brutalità di un proiettile, che colpisce rapido e micidiale, a tratti, sfiora il poetico. Personalmente non mi sono dispiaciute le ciniche elucubrazioni mentali della protagonista sul piano esistenziale, la Vallorani usa l’amarezza della voce (e delle esperienze) di Olivia per farsi portavoce di alcuni sacrosanti diritti della donna.
Mi rendo conto che un lettore in cerca di un libro dove colpi di scena e azioni si susseguono frenetici, potrebbe trovare questa scrittura ridondante e prolissa, sempre per lo stesso motivo, vi avverto che non troverete descrizioni dettagliate di squartamenti sanguinolenti o efferatezze, l’autrice semina allusioni e riferimenti abbastanza evidenti, poi sta al lettore mettere in moto l’immaginazione.
L’ambientazione italiana, il connubio vincente di noir e distopia, l’intreccio avventuroso e profondo per i messaggi che divulga fanno di “Avrai i miei occhi” un romanzo di straordinario pregio. Imperdibile.
Elisa R