Buongiorno amici, ho deciso di inaugurare il mio contributo a questa rubrica con un testo che ho da poco finito di leggere e che spero possa interessarvi. Sono da sempre un amante della storia e della criptoarcheologia, ho letto decine di testi e sono sempre stato convinto che vi siano dei punti oscuri nella nostra storia . La storia umana “ufficiale” è mutata decine di volte in base alle scoperte archeologiche e alle decisioni di renderle più o meno note al pubblico. Non sono un sostenitore del complottismo globale, credo solo che per ora non abbiamo scoperto tutto e che anche le teorie più azzardate non devono essere scartate. La cosa bella di una teoria indimostrabile è che non può essere confermata e nemmeno smentita, è in grado di esistere come il gatto di Schrodinger.
TRAMA
Se gli antichi Egizi ereditarono il loro sapere dai Sumeri, questi ultimi da chi avevano appreso quelle scienze? La tesi del professor Sitchin è semplice e sconvolgente. Come confermano recentissime scoperte, c’è un altro pianeta nel sistema solare. I suoi abitanti, che i Sumeri chiamavano Anunnaki e la Bibbia Nefilim, iniziarono a visitare la Terra mezzo milione di anni or sono e il ricordo delle loro gesta è giunto sino a noi per varie strade: nei racconti mitologici, nell’Antico Testamento, nel libro di Gilgamesh. Alla luce di questa ipotesi, suffragata da anni di studi e ricerche, tradizioni, leggende e ritrovamenti da sempre circondati da un alone di mistero divengono improvvisamente
RECENSIONE
Il pianeta degli Dei è il primo saggio di criptostoria e criptoarcheologia dell’eptaserie “Le cronache terrestri“, il primo passo attraverso una lunghissima analisi dei buchi storici della nostra civiltà.
Zecharia Sitchin (1920-2010) era uno studioso azero naturalizzato statunitense, uno dei pochi al mondo in grado di leggere la scrittura cuneiforme. Ha dedicato la sua vita allo studio della storia umana osservandola con un occhio più aperto di quello che la scienza pubblica voleva mostrare. A differenza di molti ricercatori/scrittori di criptoarchologia (tanto per citarne tre: Graham Hancock, Randall Carlson e Robert Buvall) Sitchin non è stato ignorato dalla comunità scientifica, è stato preso di mira e screditato con ogni mezzo a loro disposizione.
Perché lo hanno fatto? Temevano che ci fosse una piccola parte di verità nelle sue teorie? Hanno visto qualcosa di giusto nei suoi studi di sovrapposizioni storiche? Qualunque sia il motivo devo ammettere che in questo primo saggio ho trovato una perizia di dettagli e di ragionamenti che mi hanno colpito.
Scritto in maniera molto scorrevole il testo inizia con un’analisi della acheologica e antropologica dell’evoluzione umana in cui vengono esposti i fatti scientificamente provati dagli studiosi.
In base alle scoperte degli archeologi la comparsa dei primi “esseri umani” sulla Terra è stata lentamente arretrata col passare degli anni fino a circa 2,5 milioni di anni fa. I primi ominidi erano poco più che scimmie e avevano una conformazione anatomica differente da quella degli esseri umani, l’Età della pietra (2,5 milioni di anni fa – 3500 AC) è un periodo che inizia con la nascita dei primi rudimenti tecnologici (attrezzi di selce) e termina con l’invenzione della scrittura (attribuita ai Sumeri, popolazione scoperta solo agli inizi del 1900). L’Australopitecus, l’Homo habilis, Homo erectus e ogni altra forma di ominide avevano una conformazione cranica allungata, per più di due milioni di anni hanno utilizzato solo strumenti di selce e vivevano in caverne o piccoli insediamenti in paglia. D’improvviso compare l’Homo Sapiens (noi) e tutto cambia. La conformazione anatomica è completamente differente da quella dei cuoi predecessori e in meno di una manciata di secoli (a confronto di milioni di anni) impara a costruire città in pietra, a scrivere e a forgiare i metalli (la civiltà Sumera, la più antica attualmente scoperta e/o rivelata). Probabilmente c’è ancora qualcosa che dobbiamo scoprire, c’è un buco evolutivo da riempire.
I Sumeri sono il primo regno accertato dalla storia (3500 AC – 1500 AC) e ci hanno lasciato una collezione di oltre quarantamila tavole scritte in cui viene narrata la loro storia, la loro conoscenza degli astri, la mitologia e la vita quotidiana all’interno del regno. Tra queste tavolette ce ne sono molte che riportano in fondo la dicitura “copiata da testo più antico” e altre che invece raccontano le origini del loro impero risalendo fino a 36000 anni prima di Cristo. Già di per sé questo rappresenterebbe una grossa contraddizione con versione ufficiale della storia, ma l’interpretazione degli scritti è facilmente smentibile, per questo bisogna concentrarsi su un dato oggettivo incancellabile.
I sumeri avevano una forma di scrittura basata su un alfabeto fonetico in grado di rappresentare qualunque concetto (come il nostro) ,a allora perché nei loro scritti (soprattutto quelli relativi all’astronomia e ai miti sulla creazione “copiati da scritti più antichi”) comparivano dei pittogrammi che non avevano nulla a che vedere con la scrittura cuneiforme.
Da dove arriva questa scrittura pittografica? Era di un’impero precedente a quello sumerico?
Mi fermo qui e non vi dico altro, vi ho dato un piccolo assaggio delle prime pagine e credo che basti a farvi inquadrare il testo. Se amate questo genere di indagini apprezzerete questo libro e anche tutti gli altri. Astronomia, analisi dei miti, storia e antropologia vengono messi in dubbio sulla base di teorie e interpretazione dei fatti.
Personalmente non mi sento di condividere alcune delle teorie ma sono rimasto molto affascinato dall’analisi dei dati e da alcune ipotesi che solo di recente sono state dimostrate scientificamente. Una su tutte la presenza di un buco orbitale tra Marte e Giove, astronomicamente parlando li dovrebbe esserci qualcosa eppure c’è solo polvere e piccoli sassi (sempre astronomicamente parlando). L’analisi dei testi sumeri aveva portato Sitchin a ipotizzare che li vi fosse un pianeta andato distrutto e di recente (negli anni a cavallo della morte delle scienziato) gli astronomi hanno dimostrato matematicamente la veridicità di quest’ipotesi.
A presto.
Delos