TRAMA
Un mondo senza fame, senza guerre, senza povertà, senza malattie. Un mondo senza morte. Un mondo in cui l’umanità è riuscita a sconfiggere i suoi incubi peggiori. A occuparsi di tutte le necessità della razza umana è il Thunderhead, un’immensa, onnisciente e onnipotente intelligenza artificiale. Il Thunderhead non sbaglia mai, e soprattutto non ha sentimenti, né rimorsi, né rimpianti. Quello in cui vivono i due adolescenti Citra Terranova e Rowan Damisch è davvero un mondo perfetto. O così appare. Se nessuno muore più, infatti, tenere la pressione demografica sotto controllo diventa un vincolo ineluttabile. Anche l’efficienza del Thunderhead ha dei limiti e non può provvedere alle esigenze di una popolazione in continua crescita. Per questo ogni anno un certo numero di persone deve essere “spigolato”. In termini meno poetici: ucciso. Il delicato quanto cruciale incarico è affidato alle cosiddette falci, le uniche a poter decidere quali vite devono finire. Quando la Compagnia delle falci decide di reclutare nuovi membri, il Venerando Maestro Faraday sceglie come apprendisti proprio Citra e Rowan. Schietti, coraggiosi, onesti, i due ragazzi non ne vogliono sapere di diventare degli assassini. E questo fa di loro delle falci potenzialmente perfette.
RECENSIONE
Primo libro di una trilogia, Falce, edito da Mondadori nella collana Oscar Fantastica, è un testo molto interessante.
Camminando lungo una strada “già nota” agli appassionati di distopia, Neal Shusterman riesce a imprimere il proprio percorso senza scivolare nelle orme dei suoi predecessori.
In un futuro perfetto l’umanità ha sconfitto ogni disuguaglianza. Morte e malattia non esistono più, il denaro è solo un mezzo per creare voglia di vivere e ambizioni in una popolazione che potenzialmente può ringiovanirsi e sopravvivere a qualunque cosa. Il Thunderhead, un’intelligenza artificiale onniscente, provvede a tutto, vede tutto e ricorda tutto. L’unica cosa che non può fare è controllare l’aumento demografico, ma per questo esistono le Falci. Esseri umani al di sopra della legge, dispensatori di morte che vivono seguendo riti medioevali e che camminano tra la gente consapevoli dei loro sguardi.
Alle Falci spetta il compito di spigolare la popolazione in maniera equa, possono dispensare immunità e i ragazzini collezionano le loro figurine come se fossero degli eroi in bilico tra terrore e ammirazione. Le Falci possono avere tutto, il mondo li venera e al contempo li emargina a una solitudine opprimente.
A questo punto l’autore imprime alla storia un cambiamento interessante, invece di raccontarci la civiltà si focalizza su due giovani apprendisti Falci, due studenti delle superiori che non hanno chiesto quel ruolo e che si trovano costretti a viverlo.
Shusterman si rivolge ai giovani, gli stessi che anche oggi sentono di avere il mondo tra le mani e l’immortalità come compagna di follia. Racconta il dolore della solitudine e analizza la mille sfaccettature della moralità seguendo il complesso addestramento di Rowan e Citra.
Due ragazzi che ci mostrano che può esistere l’amore anche senza ostentarlo, anche quando sanno che alla fine uno dei due dovrà morire per mano dell’altro. Due apprendisti per un unico posto da Falce e il compito di spigolare il perdente all’esame finale.
Giochi di potere, brevi diari introspettivi e una narrazione veloce nonostante la quotidianità della storia, rendono Falce una lettura piacevole anche a dispetto dei temi che affronta.
I personaggi principali sono un complesso gruppo eterogeneo di tutte gli estremismi umani. Rigore fanatico, desiderio di compiacere, debolezza e brama di conquista caratterizzano i maestri e influenzano gli studenti. Tutti hanno un ruolo ben preciso nella scacchiera del mondo, la morte è un’affare degli umani e tocca a loro gestirla, spetta a loro soltanto tener viva la scintilla che fa battere il cuore a una razza che ha perso la passione assieme alla sua mortalità.
Falce è un testo che alla fine mi è piaciuto e che mi sento di consigliare a tutti.
A presto.
Delos