Oggi facciamo un piccolo strappo alla regola con questo “La Quinta Stagione” di N.K. Jemisin. Perchè è vero che in queste pagine parliamo soprattutto di Fantascienza, ma questo primo libro della pluri-premiata trilogia della Terra Spezzata (edito da Mondadori) merita una piccola eccezione.
Perchè “La quinta stagione” è certamente un romanzo più fantasy che fantascientifico, ma le sue qualità sono tali, che chiunque sia appassionato del genere fantastico credo debba leggere quest’opera incredibile.
La quinta stagione di N.K. Jemisin (Mondadori)
I Premi raccolti
Partiamo da un piccolo preambolo, doveroso. Quando parliamo di questa trilogia de “La Terra Spezzata” (di cui “La Quinta Stagione” è il primo capitolo), stiamo parlando di un’opera che è già entrata nella storia della letteratura di genere.
Acclamato da tutta la critica con una serie di lodi e una valanga di premi di ogni genere, la Jemisin è stata l’unica scrittrice (ma vale anche in assoluto per i colleghi maschi) a vincere per tre volte consecutive il Premio Hugo come “Miglior Romanzo”, con tutti e tre i capitoli di questa trilogia. Oltre al Premio Nebula e il Premio Locus con il terzo volume di questa serie (e innumerevoli nomation e altri primi).
Per cui il mio giudizio forse era già in partenza fortemente indirizzato da un eco così enorme di successo. Ma non per questo, meno meritato.
La quinta stagione – La Trama
Ci sono talmente tante cose dentro questo primo libro, che risulta difficile riassumere tutto brevemente. Diciamo che nel mondo raccontato dalla Jemisin, abbiamo un grande continente chiamato “Immoto”, scosso nel corso della sua storia da diversi terremoti che ne caratterizzano delle “Stagioni” particolarmente difficili da affrontare a causa delle conseguenze di queste catastrofi.
In questo libro si narra appunto de “La Quinta Stagione“, che inizia dopo un forte terremoto che spacca in due la terra, con una faglia destinata a coprire il cielo di cenere per anni. Forse per secoli interi. Ma nonostante questo incipit, non è una semplice storia “post-apocalittica” quella che ci viene raccontata.
Anzi. E’ più una storia di persone, con vari ruoli e varie possibilità. C’è chi ha un potere enorme in grado di muovere proprio queste forze della natura, ma che paradossalmente vivono come perseguitati proprio in virtù del loro terribile potere. E proprio seguendo le vicende di tre protagoniste con questo potere, veniamo pian piano a scoprire tutta una serie di sviluppi su questa società condizionata dalla Terra stessa e dai suoi moti, che ha imparato a sfruttare ogni cosa e ogni persona, pur di riuscire a continuare a vivere.
Lo stile
Ma se la storia è in qualche modo davvero originale e interessante, quello che stupisce e colpisce più di ogni altra cosa è lo stile della Jemisin. Ammetto che l’inizio non è stato dei più facili. Tante informazioni tipiche della struttura dei libri fantasy (caste, nomi, poteri particolari da comprendere, intrecci) forse non erano proprio nelle mie corde.
Come detto, tutta la storia viene raccontata su tre diversi filoni, ognuno rappresentante un personaggio e la sua evoluzione (anche partendo da momenti storici differenti peraltro). Per cui c’è voluto un minimo di tempo per entrare in sintonia con tutte e tre e comprenderne i contorni oltre che i ruoli. Soprattutto quando la Jemisin fa sfoggio di una tecnica non molto utilizzata, come quella di utilizzare la seconda persona per narrare le vicende di Essun. Una tecnica che se da un lato può spizzare il lettore, dall’altro però dimostra la bravura di questa autrice che passa tranquillamente da una persona all’altra e da una linea temporale all’altra, mantenendo un pathos e un’attenzione ai dettagli di rara fattura.
Folgorato sulla via di Damasco. Io sono stato. E così con il proseguire del libro, quando ogni cosa è andata al suo posto e i personaggi hanno acquisito uno spessore unico, anche la storia è diventata protagonista. Quello che risulta evidente, è quanto l’autrice abbia non solo consapevolezza nei propri strumenti letterari, ma abbia anche qualcosa da dire. Una profondità non comune che riesce magistralmente ad alternare con descrizioni mai superflue, con il racconto delle emozioni e dei colori degli stati d’animo dei protagonisti.
Tra l’altro è incredibile come tutto prenda via via forma, senza nemmeno darsi la briga molto spesso di descrivere quanto stia succedendo. Non ha nemmeno bisogno di raccontarci i dettagli di questa catastrofe, perchè ci descrive ancora meglio tutto ciò che accade intorno. Come raccontarci un buco nero descrivendoci il modo in cui influenza e cambia tutto l’universo intorno a sè.
Il giudizio finale
Dopo tutte queste parole, avrete capito che, per me, questo “La quinta stagione” è un dannato capolavoro. E ho trovato anche particolarmente difficile raccontarvi i motivi per cui sono rimasto così colpito.
Perchè è un romanzo complesso, non c’è dubbio. Scritto divinamente, di certo. Ma anche disarmante per quanto sia facile rimanerne colpiti. E ora non posso fare a meno di aspettare con impazienza il seguito, finchè è tutto chiaro in mente (previsto l’arrivo per il 2020 del secondo capitolo, per il 2021 del terzo, e a quanto pare anche una serie televisiva che, sono certo, potrebbe essere un successone).