Non lasciarmi: un mondo parallelo e l’allegoria della vita umana.

La Letteratura e il Cinema molto spesso si incontrano al famigerato “bar del racconto” e offrono da bere a tutti noi. Non lasciarmi, classico esempio di questo sodalizio artistico, è un film tratto dall’ominimo romanzo di Kazuo Ishiguro ( Nobel per la letteratura 2017).

Trama

Kathy, Tommy e Ruth sono degli studenti speciali. Vivono la loro infazia ad Hailsham, un collegio inglese che somiglia ad un piccolo paradiso terrestre. Per quanto idilliaco, il mondo dei tre ragazzi sembra ricordarci qualcosa che non si allontana molto dalla nostra realtà, ma dietro l’appagante perfezione dei giardini britannici si nasconde una verità che non potrà essere taciuta a lungo. “Speciali”, ad Hailsahm, non vuol dire avere delle doti particolari o essere molto più bravi di altri, significa avere il destino segnato: quando la prigione dorata della scuola verrà abbondonata, ciò che è già stato stabilito colpirà inesorabilmente. Intanto, però, c’è da sbrigare un consueto e duro lavoro: il confronto con le emozioni umane amplificate dalla giovane età. Amicizia, amore, tradimento e gelosia sono le forze che separano ed uniscono i tre, fino al completamento della loro inevitabile sorte.

Recensione

Già dai primi fotogrammi il film lascia intravedere qualcosa che non ci torna e che ci disturba senza un motivo apparente. È una sottile inquietudine dettata da una realtà distopica: grazie al progresso nel campo della medicina, l’uomo ha prolungato la propria aspettativa di vita, a scapito però di chi, sfortunatamente, non è nato ma esiste. Forse siamo nel futuro o, forse, è semplicemente un mondo parallelo: la vicenda vive in una sorta di limbo temporale che annebbia la ragione. In questo ambito, così simile al nostra realtà e così diverso, Kathy, Tommy e Ruth, come degli eterni bambini, affrontano il loro ineluttabile destino descrivendo una malinconica allegoria della vita umana. Ammiriamo il fluire di emozioni elementari nelle consapevolezza che non esiste un finale alternativo all’epilogo già programmato e molto vicino. Quando si renderanno conto “a cosa servono” le loro esistenze, nei tre non nascerà mai l’intenzione di sovvertire la triste rotta affidatagli: sono stati plasmati per uno scopo che, seppur straziante, ha un motivo d’essere; un motivo per il quale, drammaticamente, soggiacciono.

I personaggi: la dolce Kathy (Carey Mulligan), l’irascibile Tommy (Andrew Garfield) e la conturbante Ruth (Keira Knightley), stringono un’amicizia fortissima tra loro che li porterà a ritrovarsi insieme malgrado gli eventi tentino di scardinare questo legame. Le due ragazze sono molto in confidenza e Tommy, pur nutrendo una certa simpatia e una intellettiva curiosità per Kathy, si fidanza con Ruth, lasciando alla povera Kathy solo la speranza di un possbile futuro insieme a lui. Dopo un periodo di lontananza il trio si ricompone ma con delle dinamiche relazionali stravolte rispetto a quelle originarie: la cosa che più li spaventava ha iniziato a muovere i suoi inesorabili passi.

Credits: titolo originale: Never let me go; durata: 95 minuti; regia: Mark Romanek; soggetto: Kazuo Ishiguro; sceneggiatura: Alex Garland

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