Recensione: “Thunderhead” di Neal Shusterman.

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TRAMA

In un mondo che ha sconfitto fame, guerre e malattie, le falci decidono chi deve morire. Tutto il resto è gestito dal Thunderhead, una potentissima intelligenza artificiale che controlla ogni aspetto della vita e della società. Tranne, appunto, la Compagnia delle falci. Dopo il loro comune apprendistato, Citra Terranova e Rowan Damisch si sono fatti idee opposte sulla Compagnia e hanno intrapreso strade divergenti. Da ormai un anno Rowan si è ribellato ed è fuggito, diventando una vera leggenda: Maestro Lucifero, un vigilante che mette fine alle esistenze delle falci corrotte, indegne di occupare la loro posizione di privilegio. Di lui si sussurra in tutto il continente. Ormai divenuta Madame Anastasia, Citra è una falce anomala, le sue spigolature sono sempre guidate dalla compassione e il suo operato sfida apertamente il nuovo ordine. Ma quando i suoi metodi vengono messi in discussione e la sua stessa vita minacciata, appare evidente che non tutti sono pronti al cambiamento. Il Thunderhead osserva tutto, e non gli piace ciò che vede. Cosa farà? Interverrà? O starà semplicemente a guardare mentre il suo mondo perfetto si disgrega?

RECENSIONE

Thunderhead, secondo volume della Trilogia della falce (di cui trovate la recensione a questo link), trasporta il lettore in un mondo in cui la morte è stata sconfitta e la gestione dei decessi è affidata alle Falci.

La storia riparte un anno dopo gli avvenimenti conclusivi del primo romanzo. Citra è diventata Madame Anastasia e Rowan continua a fuggire per combattere un sistema che odia. Più consapevoli della società in cui vivono, sono il punto di vista principale della narrazione e i giudici di ogni azione che viene mostrata.

Apparentemente la storia sembra proseguire sullo stesso binario che ha seguito nel primo romanzo. Citra combatte l’ordine delle Falci dall’interno, con azioni compassionevoli e scelte in aperto contrasto con le regole dei confratelli, mentre Rowan, sotto il nome di Maestro Lucifero, ha intrapreso la sua strada di giustizia uccidendo le Falci corrotte.

Fino a qui non sembrano esserci grossi sconvolgimenti, solo una naturale evoluzione dei personaggi. Il vero elemento distintivo di questo secondo capitolo è il Thunderhead, la super intelligenza artificiale che sorveglia ogni cosa e determina lo sviluppo del mondo. Inizialmente relegato a macchina di controllo, il suo ruolo diventa preponderante nella storia. I suoi pensieri scorrono tra le righe come quelle di un’entità superiore, che vede la vita che ha creato prendere una strada inappropriata.

Una sorta di divinità digitale, le cui vie sono imperscrutabili, che mostra la vastità del suo operato attraverso Greyson Tolliver, un personaggio inaspettato e completamente alla mercé degli eventi.

Il resto vi lascio il piacere di scoprirlo da soli.

Come per il primo romanzo, Thunderhead non mi ha convinto completamente; non l’ho finito con la smania di leggerne ancora, ma nonostante tutto mi è piaciuto. La narrazione, a volte quasi scontata, sorprende in sordina: non ci sono colpi di scena e fuochi d’artificio, e tutto segue una rotta prefissata, ma è raccontato così bene da aver voglia di finirlo. Manca l’effetto WOW! e alcuni dettagli fuggono senza essere di alcun interesse per la storia, ma la capacità con cui Neal Shusterman riesce a far immedesimare il lettore è ottima.

A presto.

Delos

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