Recensione: “Il caravan” di Jennifer Pashley.

Buongiorno Distopic People!

Oggi torno per parlarvi di un libro davvero strong. Si tratta di “Il caravan” di Jennifer Pashley, edito da Carbonio Editore.

Questo signori miei è un romanzo intenso, che in più momenti vi farà arricciare le viscere. Un thriller cupo, duro, che vi trascinerà nel fango.
Jennifer ci porta dritto nel cuore di donne ferite, che hanno fatto del dolore una ragione di vita e un compagno costantemente presente.
C’è chi fugge dal dolore, chi impara a conviverci e chi col tempo non può proprio farne a meno.
Una lettura tosta, che ho molto apprezzato, e che mi spinge a fare i complimenti all’autrice per il coraggio dimostrato nello scriverla.

Non aggiungerò altro su questa lettura, perché ogni mia parola in più sarebbe superflua. Vi invito a leggerlo, ma solo se non siete lettori troppo delicati 😉

Kiss distopici dalla vostra Liliana Marchesi

TRAMA:

A ventitré anni, Rayelle Reed passa le sue serate nei bar di South Lake, rassegnata a un dolore che solo l’alcol può alleviare. Fino all’incontro con Couper, giornalista investigativo sulle tracce di una serie di ragazze scomparse. Su una Gran Torino a cui è agganciata una minuscola roulotte, attraverseranno insieme le desolate aree rurali del Sud degli Stati Uniti, tra caravan park, cimiteri, motel e stazioni di servizio lungo rettilinei infiniti. Senza sapere che nel frattempo un’altra donna ferita e piena di rabbia sta percorrendo quelle stesse strade…
Un thriller cupo e conturbante, rischiarato da una luminosa vena poetica, che parla di madri e figlie, di violenza domestica e disagio sociale, lasciando emergere la disperazione, ma anche la bellezza spoglia e tenace di luoghi e persone. Jennifer Pashley affonda nella psiche dei protagonisti ed esplora i sottili grovigli delle relazioni umane, rileggendo con sguardo temerario il rapporto tra il carnefice e la sua vittima.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *