In una grigia e oscura Europa a venire la multinazionale Trexx ha costruito una ramificata rete di linee metropolitane in grado di collegare tutto il continente. Questo lo sfondo suggestivo di Metropia, film di animazione del 2009 diretto da Tarik Saleh con le voci di Vincent Gallo e Juliette Lewis. Consapevolmente citazionista e con una trama carina, anche se un po’ prevedibile, Metropia riesce a evocare le atmosfere giuste per appagare chi ha voglia di crogiolarsi in un po’ di sana disillusione e pensosa malinconia.
“La fine del millennio ha significato la fine di molte cose. Le risorse naturali si sono esaurite, i mercati finanziari globali sono arrivati al collasso e la crisi che unisce tutti nello stesso destino ha lasciato i singoli individui isolati nella propria rovina…”
Roger è un impiegato come tanti in una fosca Europa del futuro. Pelato e anonimo, ricorda molto da vicino l’inquieto protagonista de L’uomo che fuggì dal futuro. E come lui, sotto l’apparenza mite, nasconde l’insofferenza per il mondo che lo circonda e la esprime, da bravo uomo “medio”, con un frustrante senso di impotenza e una inguaribile malinconia. L’unico gesto di ribellione concessogli è quello di usare la bicicletta per andare e tornare dal lavoro anziché la famosissima Metro che collega ogni stato europeo. Ma quando una mattina trova la bici vandalizzata e inutilizzabile si trova costretto a immergersi nei grigi tunnel sotterranei unendosi alle schiere dei pendolari. Tutto procede nella norma finché non nota una donna molto bella dal volto familiare: si rende subito conto di non conoscerla ma di aver visto e rivisto il suo viso perché è il volto sponsor della più nota marca di shampoo esistente, prodotta (guarda un po’) sempre dalla Trexx, la multinazionale che ha costruito la Metro. Non sa perché ma d’istinto decide di seguirla. Nel frattempo inizia a sentire una strana voce nella sua testa… La voce della coscienza? Peccato non sembri esprimere i pensieri della “sua” coscienza ma dare ottimi consigli per gli acquisti… E anche la misteriosa donna è seguita da lui o è lei ad aver fatto in modo, con una abile strategia, che lui la pedinasse? Qualcosa di molto strano viene tramato nei tunnel della Metro (e non solo) e l’anonimo impiegato diventerà improvvisamente protagonista (o vittima?) di un losco intrigo politico.
Le atmosfere plumbee e gravi ripagano, almeno a livello visivo, una trama carina ma abbastanza “piatta” che non è in grado di decollare ai livelli di un vero e proprio thriller e che passo dopo passo rivela più di quanto vorrebbe nascondere. Molto idee però sono interessanti (se a tratti si decide di sospendere l’incredulità) e possono essere buone metafore di alcune criticità della nostra società attuale. Attenti alle voci che parlano nella vostra testa! Se è vero che Google e i social network profilano i propri utenti per fini commerciali queste “voci” infestano anche il nostro presente, ma forse, non essendo smaccate quanto la voce nella testa di Roger, nella maggior parte dei casi neanche ce ne rendiamo conto.
Credits: Titolo originale: Metropia. Durata: 80 min. Anno: 2009. Regia: Tarik Saleh
Chiara Barone