Il mio interesse per questo Millennials La Buoncostume, nasce ancora prima della sua uscita in libreria. La prima cosa che mi ha colpito infatti, è stato l’approccio comunicativo utilizzato dagli autori (“La Buoncostume” appunto: un collettivo di scrittori, registi, autori e attori formato da Carlo Bassetti, Simone Laudiero, Fabrizio Luisi e Pier Mauro Tamburini) che sono riusciti tramite video molto divertenti, a creare un certo “hype” sul loro lavoro (ho adorato i loro video promozionali!). Approccio commerciale decisamente moderno che non è così facile vedere nel genere SciFi, spesso ancorato a schemi, anche di promozione, piuttosto antiquati.
Ma forse proprio questo tipo di comunicazione, insieme ad alcuni fattori particolarmente significativi del prodotto arrivato in libreria grazie a Mondadori, sono stati probabilmente anche causa di qualche preconcetto (e a giudicare da alcuni commenti sui social di settore, forse non solo mio) nel fandom fantascientifico. Mi ritengo un lettore onnivoro di fantascienza e mi piace pensare di iniziare la lettura di qualsiasi opera senza preclusione alcuna. Eppure devo ammettere che quando ho cominciato la lettura di questo libro, forse sono stato condizionato dal titolo spiccatamente mirato al target più adolescenziale, da una trama votata a far fuori qualsiasi possibile “over 40” interessato, e forse anche dagli stessi autori conosciuti fino ad allora soprattutto come Youtuber.
L’inizio della lettura è stato altrettanto difficile: il mio approccio frettoloso è stato messo ancora più alla prova da una struttura in continua espansione, con tanti personaggi presentati in successione e tante storie diverse che rendevano difficile una lettura sommaria come mi ero promesso di fare (“tanto so già come sarà sta cosa” mi ero ripetuto).
E invece. E’ andata diversamente. Ci ho messo tanto tempo (anche perchè parliamo pur sempre di un libro di quasi 500 pagine), ma messa da parte la fretta e concessa una possibilità di lettura più approfondita, mi sono lasciato prendere dalle tante cose belle. Le storie che sembravano disperdersi hanno trovato un filo comune, in continui intrecci e richiami che pian piano costruivano non solo tutto un mondo da raccontare, ma anche emozioni diverse da vivere. Forse è proprio la caratterizzazione dei vari personaggi la cosa ad avermi colpito di più. Poi c’è la scrittura. Mai troppo scontata (come capita spesso in questo genere di romanzi), ma sempre molto scorrevole (nell’accezione più positiva del termine). E’ un libro molto semplicemente scritto bene. E scusate se è poco.
Infine c’è il ritmo. Perchè “Millenials” è come una di quelle canzoni che parte piano (soprattutto nella storia di alcuni personaggi), ma poi cresce costantemente in una spirale frenetica di azioni ed emozioni che ti coinvolgono sempre di più. Ed è in quel momento, quando ormai tutti quei nomi e quei personaggi sono diventati parte del tuo universo immaginario e la trama è al suo apice, che ti viene quasi voglia di ricominciare da capo per goderti tutto di nuovo con una consapevolezza (e un’attenzione) ancora maggiore.
Quindi l’unico consiglio che posso darvi è di leggerlo. Non con uno sbuffo di sufficienza, non con in mente il vostro preconcetto sui tanti libri Young Adult che avete visto in libreria (maledicendo lo spazio tolto a Lem o Vonnegut). Fatelo con la certezza di avere in mano un bella avventura di Fantascienza. Di quelle che appassionano. E fanno viaggiare la mente.