Recensione Temponauti Urania

Malgrado una lista di lettura che sembra non finire mai (anzi, come per tutti è in perenne crescita), quando arriva il momento dell’ormai classica raccolta di autori italiani nella collana di Millemondi Urania, non posso fare altro che metterla subito al primo posto.

Una raccolta di racconti con molti tra i più interessanti autori italiani di genere, è infatti occasione imperdibile non solo per qualche piacevole (e veloce) lettura, ma anche per tastare il polso della situazione della fantascienza nostrana, sempre pronta a cimentarsi con sfide solo apparentemente facili come l’argomento di questo “TEMPONAUTI“.

Già dal titolo si può capire come il tema centrale di questi racconti sia proprio  il “Viaggio nel Tempo“, con tutte le difficoltà del caso visto che siamo ormai abituati a vederlo trattato in praticamente qualsiasi declinazione. Eppure come si diceva, gli autori italiani coinvolti (14, per altrettanti contenuti) sono riusciti a raccontarci comunque qualcosa di originale e diverso dal solito. Ognuno con il suo stile e le sue particolarità.

Recensione TEMPONAUTI

Lungi da me dare giudizi assoluti o “tecnici” sui vari racconti (non è nè mia intenzione nè mio compito), voglio invece esprimere un commento a caldo dopo la lettura, frutto semplicemente di quelle emozioni e quei pensieri che ognuno di essi mi ha regalato.

  • L’ULTIMA LETTERA di Fabio Aloisio – Il racconto di apertura (pur nel casuale ordine alfabetico degli autori) è un’ottima presentazione per l’antologia. L’idea è originale e in qualche modo anche molto attuale rispetto alle problematiche legate all’ambiente, ma il vero punto di forza è probabilmente l’equilibrio che fonde la storia epistolare tra due personaggi che vivono in punti diversi del tempo e lo sviluppo della trama, quasi un thriller, che si evolve parallelamente.
  • L’IMPRONTA DEL PASSATO PRESENTE di Franci Conforti – Con il racconto della Conforti, l’asticella viene alzata ulteriormente. Siamo qua di fronte a un qualcosa di decisamente più complesso, non tanto dal punto di vista della struttura quanto proprio di contenuto. Ci sono livelli sempre più profondi nella trama, che aprono strade sempre più interessanti dove il viaggio nel tempo è solo uno degli elementi che portano a descrivere una nuova realtà vera e propria. Da leggere davvero tutto d’un fiato fino al (sorprendente) finale!
  • CORVI di Davide Boni – Molto, molto, molto interessante. Non è certo di quei racconti che possa riassumere in due parole, perchè le dinamiche sono piuttosto complesse e gli eventi molto intricati. Devo dire che mi aspettavo tutto un altro finale e che invece quello proposto mi ha lasciato di stucco. Oltre che un pelo di tristezza. Ma lo dico in senso estremamente positivo, in quanto emozione forte (ovvero proprio quella che cerco quando leggo qualcosa).
  • LA CRONONAUTA DI HAWKING di Luigi De Pascalis – Da estimatore di Hawking ero abbastanza preoccupato quando ho letto il titolo di questo racconto. L’ho vissuto però quasi come un vero e proprio omaggio, avvalorato dalla bravura nel rendere le azioni e le parole dello scienziato davvero molto verosimili rispetto al suo personaggio (almeno per quanto lo possiamo conoscere noi). La storia è simpatica e fila via molto bene.
  • IL GIORNO IN CUI VINSI LA GUERRA DEL PASSATO di Davide del Popolo Riolo – Non faccio segreto di essere un grande estimatore dei libri di Davide, che anche in questo caso trovo come sempre capace di una scrittura adatta praticamente a qualunque tipo di lettore. Richiami alla fantascienza classica, ma al contempo anche un linguaggio molto moderno. Divertente ma anche con risvolti molto impegnativi. Insomma, tutto quello che si può e si deve chiedere a un autore. In questo caso tutto fantastico, anche se per mio gusto personale, il finale mi ha lasciato un po’ come dire, spiazzato!
  • SALUTI E BACI DA AMBOISE di Lanfranco Fabriani – Come si suol dire, decisamente la sua tazza di The. Chi già conosce l’autore di certo riconoscerà il mondo dell’Ufficio Centrale Cronotemporale Italiano, ma anche per tutti gli altri il racconto rappresenta uno spaccato piuttosto significativo di una delle sue avventure. Questa volto contro i francesi. E sappiamo tutti per chi fare il tifo ovviamente.
  • LE PAROLE di Clelia Farris – Fermi tutti. Il racconto della Ferris rappresenta davvero qualcosa di fantastico. Forse non è quello che sceglierei come rappresentanza del genere, ma di certo è quello che più di tutti mi ha impressionato per scrittura. La storia che fonde fantasia e personaggi reali (tra cui Anna Frank) è davvero molto originale, ma come detto è soprattutto nel modo che mi ha conquistato. Bravissima.
  • MANGIATEMPO di Andrea Franco – Racconto tra il poliziesco e il fantascientifico, tra i pochi forse a risultare abbastanza lineare nello sviluppo. Forse anche troppo. Mi sono piaciuti molto però i due personaggi principali.
  • LA CREATRICE DI TEMPI di Lukha B. Kremo – C’è bisogno di un attimo di assestamento per entrare nel mondo di Kremo. Vale più o meno per tutte le cose sue che ho letto e questo racconto non è da meno. Anzi, mentre leggi le prime pagine la tua mente non può fare altro che immaginare un grande “WTF!?”. Poi però la chiave di lettura arriva e allora scatta qualcosa che ti inchioda a quelle stesse pagine portandoti sulle paraboliche curve della trama che conducono a un altrettanto originale finale.
  • CHRONOLOGY di Flavia Imperi – Un uomo che non è quello che ricorda di essere. Uno stile di scrittura leggero ma al contempo anche molto incisivo. Una distopia con tanti punti di contatto con il presente. E tante domande sul passato che piano piano vengono risolte fino a un epilogo niente affatto scontato.
  • CACCIA AL TESORO di Leonardo Patrignani – Sono un grande fan di Patrignani, credo in effetti di aver letto quasi tutto di suo inerente all’ambito del fantastico. E in questo racconto ho ritrovato in effetti la sua mano e il suo approccio al genere. L’idea di base è semplice e ricorda per certi versi un Ready Player One dove bisogna trovare la chiave per vincere il gioco. Solo che qua il gioco sono i veri ricordi di una persona, in cui i protagonisti si muovono come facenti parte della storia. Patrignani qua è bravo a rendere interessante una trama altrimenti abbastanza scontata, portandoci avanti e indietro nel tempo, mettendo il luce aspetti e segreti, fissando tutti i giusti paletti per un finale che forse non sarà particolarmente sorprendente, ma certo arriva all’apice di un coinvolgimento totale che non è mai facile quando si hanno così tanti elementi, personaggi e sviluppi in gioco.
  • CORPI PARALLELI di Giovanna Repetto – Forse uno dei racconti che mi ha rapito di più della raccolta. C’è tanta maestria da parte della Repetto nel farci vivere queste due doppie esperienze di vita che si intrecciano, nel tempo e nello spazio. Da una parte gli anni quaranta, in una Genova che vive i bombardamenti e la guerra. Dall’altra un luogo al di fuori di tutto, dove fare i conti con le proprie scelte passate e, soprattutto, future. Una bellissima lettura per me.
  • TECTITI di Dario Tonani – Un piccolo e dettagliato spaccato temporale, con due diverse realtà che si intrecciano nella storia in maniera magistrale. Come per altri lavori di Tonani, si sentono quasi gli odori, la presenza, lo sporco. Forse una delle sue caratteristiche principali, questa capacità di far percepire il reale, il visivo. Molto bello e con un finale che “chiude” il cerchio perfettamente.
  • L’ORIZZONTE DEGLI EVENTI di Claudio Vastano – Una bella storia che mi ha colpito soprattutto per il ritmo molto incalzante, scandito da continui dialoghi che davano un impronta quasi teatrale alla narrazione. Molto piacevole e, con l’accezione più positiva del termine, altrettanto scorrevole.

Insomma una gran bella raccolta, fatta di qualche perla imperdibile e in generale di ottimi racconti che hanno dato all’argomento “Viaggi nel tempo” un’altra serie di declinazioni particolari.

Se posso permettermi una piccola critica, devo dire che le prefazioni di Franco Forte continuano a sembrarmi fin troppo “Fortecentriche” e poco interessanti magari per quei lettori fuori dalla cerchia ristretta di amici, amici di autori, fortissimi lettori urania, amici del curatore e degli editori e via dicendo.

Certo parliamo pur sempre di un Urania, ovvero il simbolo stesso della cerchia più ristretta dei classici della fantascienza, quindi forse la mia considerazione può apparire scontata. Ma tantè, era per dare un parere fuori dal coro in merito.

Per il resto come detto, lettura super gradevole che spero sempre possa servire per incentivare sempre più nuove uscite dedicate alla bella fantascienza italiana.

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