Salve gentaccia distopica !
Vi va un po’ di fantapolitica in prima persona?
Ecco come si presenta “la medaglia” di Pietro Castellini ( Delos Digital edizioni dystopica ).
TRAMA:
Cos’è un Dittatore? Un uomo come tanti, spesso più fragile di quanto si pensi.
Attraverso una narrazione intimista il Dittatore racconta in prima persona la sua vita, i suoi sogni e le sue delusioni. Schiavo di un destino che non ha scelto, osserva il mondo dalla gabbia dorata in cui lo hanno rinchiuso chiedendosi se mai potrà essere libero.
Un racconto umano in un’ambientazione fantapolitica.
RECENSIONE:
Essendo poco più di un racconto, non posso stare a vivisezionare il testo nelle solite categorie, ma ci proviamo lo stesso.
I personaggi sono pochi: abbiamo ovviamente la voce narrante che è il nostro Dittatore, protagonista assoluto della storia che da lui viene raccontata. Un abbozzo – ben riuscito – della madre e un abbozzo poco più elaborato del padre del Dittatore, anche lui bene disegnato.
Un racconto dove il capo di una buona parte del mondo ci fa capire che anche lui è solo un burattino nelle mani di altri (vedasi copertina), niente di più. Un Dittatore triste, solo, stufo di essere in balia degli eventi prodotti da altri, stufo di essere il capro espiatorio del popolo che vive in condizioni sempre più precarie, con leggi sempre più severe, con libertà sempre più limitata.
Lo stile, prima persona singolare, è quasi malinconico: è una sorta diario quello che i lettori andranno a leggere.
Le frasi spesso brevi e l’assenza di paragrafi lunghi creano un testo scorrevole. Questo nonostante le scene effettive siano poche e la maggior parte della storia sia raccontata. Un diario, appunto, dove il Dittatore dà la colpa al padre per essere finito dov’è finito. L’odio verso la figura paterna è centrale, insieme all’impotenza del protagonista.
Messaggio riferito al popolo, rientrando anche nella fantapolitica, come scritto sopra.
Lettura gradevole, tranquilla, senza l’ambizione della suspense, se non verso il finale.
Alex Coman