Salve gente distopica!
Oggi vi parliamo di una nuova opera della collana Dystopica (Delos Digital Edizioni). Il titolo lo leggete sopra.
Pronti???
TRAMA:
Chi lavora è un criminale.
In un mondo in cui le macchine svolgono quelle che erano le principali mansioni del genere umano, Calvin Baker è costretto a scontare una lunga pena come taxista: ha commesso un crimine ed è stato condannato dal Neoministero del Lavoro. Ma una notte Calvin carica a bordo una cliente potenzialmente pericolosa, una donna che non dovrebbe neppure esistere ma che, per uno strano scherzo del destino, cambierà per sempre la sua vita.
RECENSIONE:
Quindi si narra di Calvin che, in passato accusato di omicidio, porta il suo taxi per le strade di una Londra disordinata. A quanto ci è dato sapere dalle descrizioni della città, i poveri sono sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi: da qui atti di violenza e ribellione per le strade.
È proprio in uno di questi sfortunati episodi che Calvin carica la cliente di cui la trama parla. Il protagonista capisce il pericolo e sta per farla scendere, ma non ne ha il tempo: un incidente lo fa sprofondare nel buio. Si sveglia in un ospedale, senza un braccio, braccio indispensabile per poter lavorare nel taxi e continuare a scontare la sua pena.
Okay, mi fermo qui, altrimenti peccherei di spoiler.
I personaggi di Caterina Franciosi hanno il loro carattere, nonostante la brevità del romanzo. Riuscire a disegnarli bene in un mondo apparentemente simile al nostro ma comunque nuovo, non è cosa da poco. Al di là del protagonista che ci accompagna con la sua visione per tutto il testo, sembra che anche i personaggi secondari abbiano una loro vita e sappiano quello che fanno.
Stile scorrevole senza forzature, l’autrice ci narra la storia principalmente attraverso scene e dialoghi. Qualche spunto di riflessione qua e là, sempre graditi, ma che non fanno altro che invogliare alla prossima pagina. Suspense a chiazze, com’è giusto che sia.
Tematiche distopiche, come piace a noi: l’oppressione verso il popolo si legge tra le righe, sbarcare il lunario non deve essere facile in un mondo simile. Ma non solo. Ci sono anche temi come la trascendenza dell’uomo, il ruolo delle macchine e un richiamo al mostro di Frankenstein, tutte cose che aiutano alle riflessioni di cui ho scritto sopra.
Come vedete, da un punto di vista tecnico, è un ottimo testo. Forse l’unica cosa che manca è un po’ più di sentimento, o meglio, sfruttare maggiormente i sentimenti possibili in gioco. Le emozioni ci sono, non prendetela come una mancanza. Ne avrei voluto di più, ma qui andiamo a toccare corde soggettive.
Bella lettura. Storia breve, come tutte della collana, ma piacevole. Il mio giudizio, per quel che vale, è positivo.
Alex Coman