Avevo letto diversi commenti positivi di questa Recensione COSÌ SI PERDE LA GUERRA DEL TEMPO, tanto da farlo scalare in cima alla mia (eterna) lista di letture. Perchè amo i romanzi che parlano di viaggi nel tempo. E adoro i libri epistolari. Insomma, era il connubio perfetto. Eppure.
Eppure devo dire che questo “Così si perde la guerra del tempo” non mi ha lasciato un gusto particolarmente dolce. Luci e ombre, momenti di lettura faticosa e altri di piacevole coinvolgimento emotivo. Un’alternanza forse troppo estrema per portare qualcosa di realmente positivo alla fine.
Di cosa parla “Così si perde la guerra del tempo”
Ma andiamo per ordine. Cominciamo a capire di cosa parla questo libro di Amal El-Mohtar e Max Gladstone (edito da Mondadori). Dalla quarta di copertina quello che si scopre subito è che siamo all’interno di una battaglia totale che non si svolge solo nelle tre dimensioni, ma anche attraverso viaggi nel tempo.
Una lotta iniziata nel futuro ma che si svolge soprattutto in luoghi del passato (coinvolgendo anche personaggi noti e momenti particolari della nostra storia) e del futuro (non propriamente molto felici). E lo scopriamo pian piano proprio da questa strana corrispondenza tra due agenti temporali, Rossa e Blu, che dapprima cominciano a scambiarsi superficiali discorsi sulle rispettive azioni di guerra, per poi scendere sempre più in profondità nei loro animi e diventando in qualche modo più “intimi”.
Il tutto intervallato da quanto succede in giro per il mondo e per il tempo, con il “Giardino” e “l’Agenzia” a proseguire la loro eterna lotta.
Recensione Così si perde la guerra del tempo
C’è a mio modesto parere uno stacco netto che è necessario assimilare in questa lettura. Anzi, forse anche più di uno. Il primo è quello dell’impatto tra due distinte narrazioni che però devono intersecarsi profondamente. Cosa che personalmente non sono riuscito a fare.
La parte “epistolare” è davvero molto coinvolgente, emozionante. Malgrado non si sappia poi molto di questi due agenti (declinati al femminile, ma si ha l’idea che il genere sia qualcosa di non definito in effetti), c’è un romanticismo crescente nella loro corrispondenza. Si sente che pian piano cambia qualcosa, così come si vede il cambiamento di linguaggio nelle loro parole. Uno stile poetico che ti porta a viaggiare con loro e provare quello che sentono. Trasportato più dal modo che non dal contenuto in sè.
Le altre parti, viceversa, che raccontano (o dovrebbero farlo) quanto succede davvero nelle loro missioni, l’ho sentito decisamente più distante. Tanto da renderlo confuso (più o meno volutamente), non spiegato. Il che non è per forza un male, ma questa nebbia che avvolge ogni cosa senza scendere mai in spiegazioni o dettagli, mi ha lasciato un che di non definito, di incompreso (a me almeno).
Ecco perchè ho trovato poi più difficile immedesimarmi in quella che è la storia vera e propria. Posto che poi abbia importanza, perchè di certo non è quello il fine ultimo di questo racconto. Tanto che non importa chi vinca o chi perda, e forse nemmeno cosa accade davvero in realtà (ce n’è solo una poi?).
Valutazione finale
- Giudizio complessivo 🚀🚀 (2/5)
- Stile di scrittura 🚀🚀🚀🚀 (4/5)
- Facilità di lettura 🚀🚀 (2/5)
- Personaggi 🚀🚀🚀 (3/5)
- Storia 🚀🚀 (2/5)