Recensione: “Lost in space”

Lost in Space: il poster dell'ultima stagione | TV - BadTaste.it

TRAMA:

Nel futuro, gli esseri umani sono costretti a migrare dalla Terra per formare nuove colonie. Alcune navicelle, di cui una con a bordo la famiglia Robinson, si danneggiano durante un attacco alieno staccandosi dall’astronave madre fino a precipitare su un pianeta sconosciuto. Mentre tentano di scoprire la causa dell’incidente, vengono in contatto con una misteriosa forma di vita extraterrestre.

RECENSIONE

“Lost in Space” è una serie televisiva statunitense ideata da Matt Sazama e Burk Sharpless e rilasciata su Netflix.

La Terra è diventata un posto invivibile. Le risorse sono terminate. Le aspettative per il futuro si assottigliano di anno in anno e l’inquinamento ha raggiunto un livello tale da costringere le persone a uscire con la maschera antigas. Mentre la guerra dilaga i governi decidono che l’unica salvezza per il genere umano è la fuga verso nuovi territori. Alpha Centauri è la terra promessa in cui ricostruire il futuro, un mondo verde in cui gruppi selezionati di colonizzatori avranno il privilegio di vivere.

Remake dell’omonima serie televisiva del 1965, “Lost in space” segue le vicende della famiglia Robinson, selezionati per entrate a far parte del 24° Gruppo Colonizzatori a bordo della Resolute.

Ovviamente stiamo parlando dei Robinson, non è gente che arriva a destinazione al primo tentativo. Durante il viaggio la Resolute ha un problema e i Robinson finiscono su un pianeta alieno dominato da eventi naturali violenti e creature selvagge. Sopravvivere è l’unica priorità, ma le risorse sono scarse e i pericoli sono troppi per essere affrontati a testa bassa.

Gritty Survival Marks Debut of New 'Lost in Space' on Netflix | Space

Costantemente sotto pressione e costretti a un’infinita scalata verso una vetta che sembra allontanarsi a ogni passo, i Robinson trovano nelle difficoltà una cura ai loro problemi umani e familiari. La determinazione di mamma Maureen; la concretezza di papà John; il cuore di Will; il bisogno di non sentirsi inadeguata di Judy e la speranza di Penny, emergeranno dalla storia principale per raccontare al pubblico chi sono i Robinson.

Tre stagioni, 28 episodi, ricchi di azione e suspense. Effetti speciali più che buoni e una buona capacità d’intrattenimento. “Lost in space” è un bell’esempio di come si possa fare fantascienza per tutta la famiglia; di come non servano imprecazioni continue o scene splatter per mostrare il male.

Non è perfetta, alcuni punti della trama sono rivedibili, ma nel complesso è più che buona. I personaggi crescono, si evolvono e non restano fini a sé stessi. Il rapporto uomo-macchina viene ben sviluppato, così come la concezione di amicizia. Pur essendo una serie per famiglie non mancano i momenti di tristezza e il finale riesce a commuovere.

Nel complesso non mi è dispiaciuta.

Come? Non ho accennato a Robot? Vero. Così come non vi ho detto il mio personaggio preferito.

Vi lascio il piacere di scoprire il perchè.

A presto.

Delos

2 Replies to “Recensione: “Lost in space””

    1. Fare la cosa giusta al primo colpo non è semplice e soprattutto non crea trama. Il 90% dei buoni sbagliano, e di grosso, altrimenti ogni film/serie/libro etc… durerebbe pochissimo.
      In questo caso, trattandosi di una serie leggera e dal taglio avventuroso, mi sono posto meno il problema della credibilità o dell’intelligenza dei personaggi.

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