Tra le uscite più recenti in casa Netflix, ecco una serie tv di fantascienza che conferma quanto i Sud Coreani stiano prendendosi la scena anche e soprattutto nei generi dedicati al Fantastico. The Silent Sea infatti è un prodotto particolarmente interessante per ambientazione e costruzione, non scevro però da qualche difetto.
TRAMA
L’acqua è il bene più prezioso che abbiamo. E se improvvisamente diventasse il più letale? Prima di tutto dovrebbe essere lunare. Poi dovremmo trovarci in una condizione di vita altamente catastrofica che costringerebbe gli scienziati di tutto il mondo a ritrovarsi insieme per sperimentare nuove forme di salvaguardia per la sopravvivenza del genere umano.
RECENSIONE The Silent Sea
Terra. Futuro prossimo. L’acqua sul pianeta è quasi completamente esaurita e l’umanità è un passo dall’estinzione. Ogni forma di consumo dell’acqua è stata bandita, gli animali non necessari sono stati abbattuti e il paesaggio che circonda le città è un infinito deserto arido.
Mentre il mondo muore lentamente, un gruppo di astronauti viene incaricato di recarsi in una base lunare abbandonata. Devono recuperare delle misteriose fiale che potrebbero cambiare per sempre le sorti dell’umanità, qualcosa di talmente top secret che nemmeno gli organizzatori della missione sembrano conoscere.
Senza speranza, claustrofobica e con un degrado ambientale che non ha nulla si naturale, la serie ci mostra il peso della devastazione umana. La nostra brama di potere, il nostro proliferare come un virus planetario e la nostra incapacità di pensare al bene comune.
“The Silent Sea” è una serie che fonde diversi generi. L’ambientazione distopica, il thriller e l’avventura spaziale si uniscono a una forte emotività che scava nel profondo dei personaggi. Fin dalle prime battute ci si imbatte in menzogne, lotte per la sopravvivenza e misteri apparentemente irrisolvibili. Variabili che ogni personaggio vive in maniera differente e che bilanciano la narrazione senza appesantirla.
Gli effetti speciali sono di buon livello e la qualità del cast, per gusto personale e non come parere critico, è più che ottima. Non è un opera americana, e si vede, ma non è nemmeno un prodotto di serie B fatto con buone idee e pochi soldi. Migliorabile? Sicuramente, ma non per questo meno godibile.
Ogni tanto, ma questa è una percezione da nerd, l’esplorazione della base mi ricorda il primo Resident Evil. Stanze segrete, porte che possono essere aperte solo con un codice specifico, oscurità che si fonde nel mistero e una torcia e una pistola come unica protezione.
Consiglio questa serie, prodotta da Netflix, scritta da Park Eun-kyo e diretta da Choi Hang-yong.
A presto.
Delos
La sto guardando. Buon intrattenimento, godibile, molto bella l’atmosfera. Non male nemmeno le premesse, ma in qualche occasione la sospensione dell’incredulità vacilla.