Recensione “3022” di J. Suits

Dopo che la Terra ha subìto un evento catastrofico che la porta sull’orlo dell’estinzione, quattro astronauti adesso abbandonati a bordo di una stazione spaziale morente devono intraprendere una lotta disperata per la sopravvivenza in mezzo allo sconvolgente orrore di ciò che significa essere gli ultimi umani in vita.

RECENSIONE

Il film inizia con una carrellata dei protagonisti, che devono comparire tutti assieme per non fare torto a nessuno.

Miranda Cosgrove (iCarly), Omar Epps (Dr. House – Medical Division), Jorja Fox (CSI – Scena del crimine), Audrey Looye, Angus Macfadyen e Kate Walsh (Grey’s Anatomy). Sbatto le palpebre un paio di volte, mi sembra che ci sia qualcosa che non torna, e poi capisco: è Isola dei (erano) famosi in formato spaziale!

Vabbè poveretti, sono attori e capita che i loro volti restino nell’immaginario del pubblico a causa dei ruoli che li hanno resi celebri. Ok, non giudico e vada avanti. Cerco di concentrarmi sulla trama. Siamo in una nave spaziale, una stazione per la precisione, che ha il compito di diventare il punto di sosta tra la Terra e la prima colonia spaziale che verrà fondata dalla razza umana. Una missione decennale, senza sonno criogenico, luci decenti o un minimo di intrattenimento.

Un piccolo equipaggio costretto in quattro stanze vuote, scure, con delle carte e un pallone come unico passatempo… per dieci anni. Per un qualche improbabile miracolo, invece di ammazzarsi a vicenda al secondo mese, per qualche anno tutto funziona e le entusiasmanti partite a briscola tengono alto il morale del gruppo. Wow, chi l’avrebbe mai detto che stare al buio, con gente che non ride mai e che gioca a carte senza nemmeno invocare divinità pagane potesse essere così terapeutico? Io no! Per non parlare del fatto che due nel gruppo trombano, e gli altri stanno a sentire… per dieci anni… Affascianto da questa meraviglia sociale continuo la visone del film con entusiasmo.

3022 (2019) - IMDb

Incredibilmente, nonostante le infinite risorse d’intrattenimento a bordo e l’entusiasmo dilagante, iniziano a emergere alcuni problemi psicologici che potrebbero mettere a rischio la missione. Sento l’adrenalina salirmi al cervello, l’ansia mi pervade. Inizio a temere che qualcosa possa andare storto… ma poi, proprio mentre mi dico “sono un gruppo fighissimo e hanno le carte, non può succedere nulla!” ecco che arrivano i sorprendenti colpi di scena a distruggere tutte le mie certezze.

Cose inaspettate come finire in coma dando un calcio a un pallone, vedere pareti in metallo crollare come se fossero di cartongesso e sigarette che sputano chissà da dove e che creano scompiglio. Un turbinio di eventi che porta la già altissima tensione all’estremo.

Per fortuna il ritmo narrativo è sufficientemente lento da portarmi a un passo da coma, preservandomi da un attacco di cuore da cui non sarei uscito vivo. Troppe emozioni, troppe grandi idee per essere assimilate in un’unica volta.

E mentre sono lì, a mangiarmi le dita cercando di non cedere all’impulso di prendere a bastonate la televisione, ecco che tutto viene ribaltato da un colpo di scena unico. 3022 non è l’anno in cui è ambientato il film! E pensare che lo sapevo che il film si svolge in un ipotetico 2190, anche qui grande chicca degli sceneggiatori che trasformano il 2019 (anno di uscita della pellicola) in un misterioso anno futuro. Lo sapevo ma il mio cervello era troppo addentro alla trama per rendermi conto della grandezza del colpo di scena nascosto anche nel titolo.

Dovete guardarlo a tutti i costi! Mai mi è capitato… No, vabbè, non esageriamo.

Dai, film a basso budget e con una sceneggiatura rivedibile. ‘Na ciofeca ma almeno ha l’onesta di non fingersi un grande.

Delos

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