Recensione La luna è una severa maestra di E. Heinlein

2075. Colonizzata da decenni, la luna ospita diverse città sotterranee, i cui abitanti conducono una vita dura, sia per le avverse condizioni ambientali, sia per il dispotico dominio della terra. Ma gli uomini che hanno attraversato lo spazio per aprire una nuova frontiera non sono disposti a tollerare un giogo sempre più opprimente e si organizza così un moto indipendentista…

Recensione

Grandioso affresco di una Rivoluzione, replica implicita molto evidente della Rivoluzione americana del 1776 che ha portato all’indipendenza delle colonie dalla madrepatria inglese. Non a caso il romanzo è ambientato proprio nel 2076 e la data chiave è il 4 luglio.

Pubblicato per la prima volta nel 1966,” La luna è una severa maestra” è sicuramente uno dei lavori più affascinanti di Henlein. L’autore costruisce un mondo futuro nel quale la luna è stata colonizzata innanzi tutto deportandovi i galeotti che poi per effetto delle trasformazioni indotte dalla diversa gravità sono costretti a restare per sempre sul pianeta, e costretti a lavorare per un governo terrestre chiamato Ente che li fa coltivare entro grotte scavate in profondità. Ciò che viene così prodotto viene inviato alla Terra, affamata per via della sovrappopolazione, attraverso una catapulta elettromagnetica.


Il protagonista Manuel Garcia O’Kelly detto Mannie, un tecnico informatico, è chiamato a lavorare sul grande computer Mike che regola tutta la vita sul satellite e che a furia di sviluppi, allargamenti, aggiornamenti, ingrandimenti, ha sviluppato una forma di autocoscienza e ha imparato a conversare amabilmente (oltre scrivere poesie ed elaborare stupide barzellette…).


Tra Mannie e Mike si sviluppa una vera e propria amicizia. Insieme al Prof e alla bella Wyoh costituiranno il nucleo di una cellula rivoluzionaria determinata a por fine ai soprusi dell’Ente a render finalmente libera e indipendente la Luna .
Il libro infatti è la storia di una Rivoluzione in tutto e per tutto ispirata dalla storica rivoluzione che portò le 13 colonie alla liberazione dal giogo inglese e che rappresenta nell’immaginario e nella storia americane l’atto fondativo di una civiltà. La Terra naturalmente non accetta le richieste dei lunari, scoppia la guerra che viene descritta molto minuziosamente. I lunari si difendono lanciando sassi con la catapulta, che cadendo come meteoriti hanno effetti disastrosi, ma stanno ben attenti a non colpire luoghi abitati per ridurre al minimo il rischio di fare vittime e guadagnarsi così il consenso dell’opinione pubblica.
Dopo alterne vicende e la distruzione di numerose astronavi terrestri finalmente i lunari riescono a ottenere l’agognata indipendenza e a iniziare un percorso nuovo come società libera.

Il romanzo di Heinlein è lungo e articolato, infatti nella prima pubblicazione italiana nella collana Urania fu diviso in due numeri distinti. Talvolta sembra eccedere nelle descrizioni, ma fa parte del gioco. L’autore vuole chiaramente rappresentare un mondo compiuto, verosimile, non pura invenzione, ma sviluppo, articolazione possibile della sua e nostra, contemporaneità. Colpisce particolarmente che pur raccontando una Rivoluzione non si lasci mai andare a proclami, apologie facili, esaltazioni di valori quali la libertà, l’indipendenza, la liberazione dallo sfruttamento. Per quanto a suo tempo qualcuno accusasse banalmente Heinlein di simpatie per il leninismo, in realtà i suoi personaggi principali sono sempre piuttosto scettici e disincantati, e non sfugga il fatto che il capo vero e proprio è in fondo proprio quel super computer che non ha alcun valore da sostenere o da riconoscere, e agisce spesso più per gioco che per convinzione ideologica.


D’altra parte la capacità di Heinlein di affrontare i temi scottanti del nostro tempo sempre da una prospettiva obliqua o sopra le righe, è ben nota e apprezzata. È la cifra della sua scrittura. Ma è anche ciò che la rende una lettura essenziale. Per me irrinunciabile.

STEFANO ZAMPIERI

One Reply to “Recensione La luna è una severa maestra di E. Heinlein”

  1. A tutti voi di leggeredistopico, consiglio vivamente il saggio Ombre dal futuro edito un anno fa dai tipi della Malamente, un libro di 700 pagine dove si percorrono tre secoli di letteratura distopica grazie a un’attenta analisi di 82 romanzi (e racconti) distopici a firma dei “soliti noti” – Bradbury, Orwell, Huxley, Zamjatin, Wells, Dick, Burgess, Atwood, London, Asimov, eccetera – ma anche da parte di scrittori che forse non tutti sanno aver trattato l’argomento distopia, quali Nabokov, Camus, Čapek, Jules Verne, Stephen King o dei connazionali Emilio Salgari, Mario Soldati e Primo Levi.

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