Bentrovati cari amanti della distopia e della fantascienza. Oggi ho il piacere di proporvi la mia recensione di un libro che più distopico di così non potrebbe essere: “Scarti Immortali” di Alessandro Montoro (Delos Digital). Un racconto lungo che mi ha tenuto sulle spine e che solo alla fine ha svelato la conturbante e ingegnosa vicenda.
TRAMA
Qual è il segreto degli immortali nella Prigione Genetica?
Spazio, futuro. L’umanità ha conquistato l’universo e una dittatura genetica domina, concedendo la cittadinanza all’Impero solo a chi si sacrifica per riscoprire la formula dell’immortalità. Un sacrificio che consuma i volontari facendoli invecchiare prematuramente. Kavara è il genetista incaricato di studiare i detenuti del pianeta Sothab, una Prigione Genetica popolata da immortali. Gli abitanti della Terra sperano di riscoprire il segreto della vita eterna, lo bramano, senza conoscere il peso di un’esistenza senza fine.
RECENSIONE
Difficile accennare alla trama senza rovinarne il senso di sorpresa legato alla costruzione.
C’è un Impero Galattico, c’è una Prigione Genetica per gli ultimi immortali e ci sono, naturalmente, vicende ad essi legate. Le capacità visionarie dell’autore sono notevoli, così come il livello di competenze tecniche e la plausibilità dell’universo creato.
Il tema dell’immortalità, strettamente legato all’immagine di dei e di enti superiori, fa spesso però i conti con effetti indesiderati di una condizione di per sé innaturale. I Greci avevano Titone e il grave inconveniente di essere stato sì reso immortale dagli dei, ma senza essere sottratto all’invecchiamento, la collana Dystopica e tutti noi avidi lettori di storie futuristiche ha, con questo racconto, gl’intrighi di potere di multinazionali che non esitano a giocare ad essere Dio sulle spalle di chi non può difendersi. Nel libro è inoltre notevole, a mio parere, il sotto testo che riguarda le relazioni di forza e, legata a queste, la riflessione sull’inevitabilità del sopruso, temi di un’attualità sconcertante.
La ricerca dell’immortalità da parte della popolazione mortale, a danni degli immortali, è spasmodica e non si ferma neppure davanti alla possibilità di usare questi ultimi come cavie di laboratorio. Ma l’immortalità tanto bramata è poi davvero la conquista del Paradiso Perduto? Questo punto sarà svelato alla fine del libro e solo allora coloro che un tempo erano mortali comprenderanno le conseguenze del loro gesto.
Passo e chiudo!
Roberto Risso