Bentrovati FantaDistoreaders! Come ve la state passando? Il caldo inizia a farsi sentire e noi di LDFO ci teniamo a proporvi letture fresche e veloci adatte proprio a questo torrido periodo. Oggi, infatti, vi parlo del nuovo racconto lungo scritto da Ilaria Pasqua, “La pillola verde” pubblicato dalla Delos Digital per la collana Dystopica.
Di Ilaria non avevo ancora avuto il piacere di leggere nulla e nemmeno l’occasione indi per cui, appena il nostro coordinatore e super boss, Delos Veronesi, ha proposto questa lettura mi sono candidata immediatamente con la certezza di approcciarmi ad una buona ed interessante lettura. Ciò che mi ha, inoltre, incuriosita è la trama che mi accingo ad esporvi.
TRAMA
Una pillola per dormire solo due ore e lavorare il doppio. Sareste disposti, per rilanciare il paese dopo la crisi?
Dopo la pandemia era necessario che la Lombardia ingranasse una marcia in più per recuperare lo svantaggio accumulato, per portare un’Italia sofferente fuori dalla crisi.
Mara, una ragazza umbra trapiantata a Milano, ha accettato l’unica regola imposta: per vivere e lavorare deve prendere la pillola verde.
È questa la soluzione per trainare il paese. Una pillola apparentemente innocua, che permette ai cittadini di dormire solo due ore e mezza e lavorare sedici ore di fila. Ma a quale prezzo?
RECENSIONE
Il racconto, come vi accennavo prima, mi è piaciuto tantissimo; sia per l’attualità degli argomenti trattati, ma soprattutto per lo stile dell’autrice.
La storia di se non è particolarmente complessa, perché ci parla dell’utilizzo di una pillola verde da parte di alcuni dipendenti di una grossa azienda per sostituire le ore di sonno, incrementando, così, quelle lavorative.
I fili della narrazione sono tenuti da Mara, la giovane protagonista di questa vicenda.
Mara è una ragazza come tante che, da un piccolo paese umbro, si è traferita a Milano in cerca di lavoro. In poco tempo, viene assunta, ma i postumi della pandemia che ha bloccato il Mondo si fa sentire: ai lavoratori è richiesta maggiore efficienza. Ognuno fa la sua scelta e ne paga le conseguenze.
Il racconto di Ilaria è un manifesto, un manifesto che cerca attraverso l’esperienza di Mara di aprire gli occhi al lettore su ciò che sta accadendo. Perché ok che c’è molto di fantastico ma anche tanto di vero.
Lo stile di Ilaria è fluido, il lettore è attirato dalla vicenda, sente la necessità di proseguire la lettura che lo avvince.
Carta vincente della scrittrice è la sua capacità di instillare con l’uso delle parole, un senso di angoscia e oppressione.
Mara e la sua vita, con le sue paure, ossessioni e desideri entra nel lettore che stabilisce con lei una sorta di rapporto simbiotico ed empatico. Sarà che sono particolarmente sensibile nei confronti dei racconti che trattano la pandemia, infatti, per via del mio lavoro l’ho vissuta in prima persona, ma devo dire che questo racconto mi ha colpita!.
Bravissima l’autrice che mi ha lasciato come unica nota dolente la conclusione repentina, ma dall’epilogo ben strutturato.
A parte tutto, ve lo consiglio!!!.
A presto
Valentina Meana