Recensione Scarlet Nexus di Bandai Namco

Tu devi vivere, a qualunque costo!

Kasane, in un vecchio ricordo di Yuito

Prima che possiate pensare che io sia un clone mal riuscito di Zanna, devo purtroppo deludervi. 
“E quindi chi saresti tu? Cosa ne hai fatto della nostro recensore di fiducia?” pensereste e mi dispiace darvi la pessima notizia che da oggi sarò lo stagista sfruttato di Zanna, il quale la aiuterà nelle più svariate missioni (di solito le secondarie, che sarebbero pure le più noiose e facilmente skippabili). 

Il mio nome è Aaron, ma per tutti sono semplicemente Ron (dato che è l’unico modo per abbreviare il mio nome, perché Aa è davvero una bruttissima abbreviazione). Sono più che lieto di essere salito a bordo di questa nave chiamata “Leggeredistopico” e successivamente essere stato inserito nella magnifica sezione dedicata ai videogiochi. Spero di non deludere le vostre aspettative, cari lettori. 

E proprio per iniziare col botto, direi di partire con la recensione di uno dei giochi più recenti ai quali abbia giocato. Per l’esattezza ho completato il gioco qualche giorno fa, quindi i dettagli non saranno sfumati come i ricordi di un titolo giocato nel lontano 1998. 

Come avrete letto nel titolo della recensione, il gioco in questione è Scarlet Nexus, sviluppato e pubblicato da Bandai Namco, publisher già famoso per molti JRPG quali “Ni No Kuni” ma soprattutto per la serie “Tales of“.
Tuttavia il fantasy classico, in Scarlet Nexus, è stato messo da parte in una bella scatola, che è stata gettata nell’oscurità dello scantinato dell’edificio principale di Bandai.

Quindi allaccia le cinture, perché sto per trasportarti in un mondo in cui il genere umano rischia la totale estinzione a causa di forze esterne e tutto ciò che può fare è affidarsi ad un coraggioso gruppo di cadetti militari pronti a salvare il mondo: i guardiani scarlatti. 

Trama

Scarlet Nexus ci fionda in un futuro in cui l’umanità è stata in grado di evolversi al punto da sviluppare determinate abilità fuori dalla norma e direttamente collegate all’attività cerebrale: i cosiddetti poteri psionici.

Da queste, la nuova società ha gettato le fondamenta per un nuovo mondo in cui le informazioni vengono inviate e ricevute esclusivamente con l’ausilio della mente. Il tutto in un Giappone altamente futuristico che ricorda a tratti le stesse ambientazioni viste in anime del calibro di “Ghost in the shell“. 

Come ho accennato nell’introduzione, tuttavia, questa nuova società non è affatto un’utopia, quanto un mondo ad un passo dalla totale distruzione. La causa principale è Fascia Estintiva, uno strano fenomeno che aleggia nei cieli di questo mondo e dalla quale provengono i principali nemici del titolo: gli Estranei. 

recensione scarlet nexus
Gli Estranei, con le loro sembianze disturbanti

Questi ultimi sono delle creature, dall’aspetto decisamente disturbante che sembrano unire elementi terrestri (umani, animali e vegetali) con oggetti più disparati di uso quotidiano. Insomma immaginate di vedere un vaso di fiori con delle lunghe gambe (con tanto di tacchi) e una coda… sì, descritto così sembra più un quadro di Picasso ma vi posso assicurare che non vedevo creature così disturbanti dai tempi di Silent Hill. Il loro bisogno primario? Nutrirsi di cervelli umani

Per fronteggiare questa minaccia è stato istituito un corpo militare composto da persone dotate di poteri psionici e grandi abilità di combattimento: le Forze di Soppressione Estranei (FSE). Tra questi figurano i due protagonisti principali, Yuito Sumeragi e Kasane Randall: il primo, figlio del presidente della nazione di New Himuka il quale ha deciso di candidarsi come volontario per sconfiggere gli Estranei; la seconda, figlia adottiva dei fondatori delle Randall Industries, arruolatasi insieme alla sorella Naomi. 

Sebbene entrambi i personaggi possono godere del medesimo potere, la psicocinesi, più avanti nella trama si scoprirà che le differenze tra i due sono abissali. E come in un buon JRPG che si rispetti, avremo molteplici compagni di squadra, ottimamente caratterizzati e ognuno con una propria abilità particolare. 

recensione scarlet nexus
Yuito e Kasane: i due protagonisti di Scarlet Nexus

Tuttavia gli Estranei non sono il nostro unico pericolo. Per l’esattezza, inizialmente penseremo che lo siano, ma andando più avanti con la trama del gioco capiremo che si tratta solamente di una sorta di minaccia di contorno, al cui centro vi è qualcosa di dannatamente più pericoloso. Volete sapere di cosa si tratta? Vi leverei il bello della sorpresa, non credete? 

Battle System

Sin dal menù principale, verremo chiamati ad effettuare una scelta: giocare Scarlet Nexus nei panni di Yuito o seguire una run parallela con Kasane. La scelta iniziale non intaccherà la trama di gioco, ma per capire al meglio ogni evento, bisognerà ovviamente completare entrambe le storie.

Inutile dire che anche il gameplay cambierà tra una run e l’altra. Se è vero che sia Yuito che Kasane possiedono lo stesso potere psionico, è anche vero che il combattimento avverrà con due tipologie di armi differenti. Mentre il primo prediligerà una spada, e quindi si getterà nella mischia ad ogni gruppo di Estranei da sconfiggere, la seconda combatterà con dei pugnali, ottimi per gli attacchi a distanza.

Inoltre, essendo i protagonisti membri di due plotoni differenti, anche i compagni di squadra saranno differenti (con i conseguenti poteri a loro disposizione).

E a proposito di poteri, credo che sia il caso di parlare di una delle caratteristiche migliori di questo titolo durante le fasi di battaglia: lo Struggle Arms System, più comunemente detto SAS.

recensione scarlet nexus
Il sistema SAS sarà fondamentale per poter andare avanti con la trama

Questo altro non è che un sistema per “chiedere in prestito” i poteri dei compagni di squadra, in quanto questi ultimi saranno controllati da una IA che potremmo gestire nel menù apposito. Quindi, se ad esempio dovessimo avere in squadra Hanabi Ichijo, il cui potere è la pirocinesi, si potrà attivare il SAS selezionando il personaggio in questione, per poter possedere per un breve lasso di tempo la pirocinesi.

Inutile dire che anche il livello di SAS per ogni personaggio è suddiviso in livelli che potranno essere sbloccati man mano grazie a degli eventi legame (grazie ai quali impareremo a conoscere ogni singolo personaggio) e ai regali che si potranno fare a questi ultimi.

Prima però una piccola nota sull’evoluzione dei protagonisti, che è data dal classico albero delle abilità le quali potranno essere sbloccate via via che si aumenterà di livello, e le cui ramificazioni comprendono le caratteristiche del personaggio: attacco, difesa, evoluzione del potere psionico, il Brain Drive e il Campo Neurale.

La Mappa Neurale, l’albero delle abilità che potremo sbloccare man mano

Come? Cosa sono quelle ultime due cose che ho scritto? D’accordo, ti faccio una breve sintesi.
Durante lo svolgimento del gioco, ci verrà detto come utilizzare uno stato di maggiore concentrazione in cui le nostre abilità verranno ulteriormente potenziate, ma non solo. Ci permetterà di muoverci più velocemente, ricevere più esperienza dai nemici eliminati, e gli attacchi avverranno più rapidamente. Il Brain Drive è questo stato.

Immaginate adesso di far finire i nemici all’interno della vostra mente, in un’arena in cui siete quasi invincibili e in cui l’unico vostro obiettivo è far fuori più Estranei possibili. Bene, questo è il Campo Neurale. Attenzione però, perché se starete per molto tempo in questo stato si potrà andare incontro perfino alla morte.

recensione scarlet nexus
Il Campo Neurale, la dimensione in cui tutto è possibile

Gameplay e grafica

Ciò che salta subito all’occhio di Scarlet Nexus è la sua grafica ben distante dall’iper-realismo di The Last of Us Parte 2, per citare il più famoso. Buona parte dei JRPG di Bandai Namco vengono creati con questa grafica che ricorda molto il Cel Shading.

Quindi inizialmente bisognerà abituarci a questo tipo di grafica, ma dopo qualche minuto non faremo più neanche caso all’assenza dei pori della pelle o delle singole ciocche di capelli. Le animazioni dei singoli personaggi, durante le scene animate di intermezzo, saranno fluide e più che coinvolgenti.

Non si può dire lo stesso, però, per le scene di dialogo tra i membri del party e non solo. Bandai Namco ha ben deciso di strutturare queste “scene” come se fossero state estrapolate da dei manga, con delle immagini statiche e i volti dei personaggi rinchiuse in dei “rettangoli” con pochissime espressioni facciali, solitamente riciclate durante tutto il gioco.

Un qualcosa che mi ha ricordato tantissimo le comunicazioni via Codec in Metal Gear Solid.

Le scene di dialogo saranno ciò che di più statico c’è in un titolo pieno d’azione

Per quanto riguarda il gameplay, questo non si discosta affatto dai classici JRPG, in cui bisognerà visitare nuove zone inizialmente inesplorabili, completare una missione, ed esplorare il nuovo luogo a disposizione e così via.

In quanto a Level Design, il mondo di gioco è parecchio limitato, le zone esplorabili non sono moltissime e a volte gli orribili muri invisibili peggiorano la situazione. Nonostante la varietà di colori ed elementi da utilizzare in battaglia per essere scagliati grazie alla psicocinesi, le zone, una volta esplorate ci sembreranno sempre uguali.

Inoltre, altra nota dolente, sono le missioni secondarie. Queste ultime, perno fondamentale di ogni gioco di ruolo che si rispetti, sono sempre le stesse e più volte neanche le completeremo proprio per evitare la noia e andare avanti con la trama.

La grafica di Scarlet Nexus non sarà iper-realistica ma avrà comunque il suo magnifico fascino

Le tappe per ogni missione secondaria sono le seguenti: il personaggio random ti da la missione secondaria in questione (quasi tutte consistono nell’uccidere un tot numero di Estranei di una determinata categoria, soddisfacendo alcuni requisiti), vai in una zona già esplorata a far fuori i nemici, ricompensa. Stop.

Essendo entrambe le run composte da 12 fasi (o capitoli, come volete), sembra quasi che gli sviluppatori abbiano voluto riempire il tutto, portandoci a rivisitare i vecchi luoghi e a sconfiggere altri nemici, solo per allungare il brodo.

Conclusione

Scarlet Nexus è un ottimo e valido JRPG che mi ha tenuto impegnato per una trentina di ore ad ogni run, per un totale di una sessantina di ore per avere il quadro completo della trama. Le tematiche di un mondo quasi in rovina e una società che, pur di sopravvivere, si è evoluta neuralmente, mi hanno appassionato tantissimo.

I personaggi mi hanno tenuto compagnia: ho esultato, gioito e sono rimasto in ansia insieme a loro, nota positiva di una caratterizzazione realizzata davvero bene. Peccato solamente che più scene animate avrebbero potuto caratterizzarli meglio rispetto a dei dialoghi fissi.

Se vi consiglio il titolo? Ovviamente sì. Si tratta di un “Must Have” per tutti coloro che amano i giochi di ruolo e tematiche fantascentifiche che ci sono tanto care.

Scarlet Nexus è disponibile per PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, Xbox One e PC.
Quindi il titolo non è per niente difficile da trovare e recuperare. Spero ovviamente che vogliate giocarlo, e perché no, magari parlarne una volta completato!

Alla prossima recensione!

Ron

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *