Bentrovati appassionati ed, altrettanto, appassionate di distopia e fantascienza! Come ve la passate? Oggi su LDFO recensiamo il romanzo di Niccolò Palombo, “Manichini” edito da Edizioni Italiane, una CE che ho avuto il piacere di conoscere grazie alla lettura di un altro libro interessante “Blu(e)” di Ivan Belloni. In quell’occasione la recensione compariva nella rubrica “Dietro l’angolo”, ora, per questo titolo, a una prima lettura anche, ma, giunta all’epilogo mi sono dovuta ricredere!!!
Di seguito vi spiego perché.
TRAMA
Un pomeriggio in famiglia si trasforma in una lotta per sopravvivere. SPARKS, un nuovo ipermercato, diventa improvvisamente scena del conflitto tra la vita e la morte. Tra umani e manichini. Samuel Stanford non avrebbe mai pensato che, varcata quella soglia, sarebbe stato così difficile uscirne vivo. Cercando il modo di fuggire da un dedalo di corridoi tutti uguali, la corsa di Samuel diventa una metafora della condizione umana. Cosa vuol dire essere umani? Una famiglia o un lavoro possono qualificarci come tali? Questo Samuel se l’è sempre chiesto. E, presto, otterrà una risposta.
RECENSIONE Manichini
Innanzitutto di cosa parla “Manichini”?
La storia si apre in uno dei tanti centri commerciali che si trovano, ormai, in ogni città.
Qui, una famiglia, sta effettuando i proprio acquisti, quando, i manichini presenti nelle vetrine prendono vita, compiendo cose incredibili, ma, soprattutto imprevedibili!.
Quali direte?
Facile!
Lo scoprirete solo leggendo!!!.
La storia è raccontata dal protagonista della vicenda, ossia, Samuel Stanford, medico chirurgo che, in occasione dell’apertura del centro commerciale SPARKS, per passare un pomeriggio diverso dai soliti ordinari, vi si reca per compiere alcuni acquisti insieme alla sua famiglia. Samuel nel corso della narrazione esprime il suo disappunto ed il suo disagio interiore, sia nei confronti dello shopping che della sua intera esistenza.
Questo è uno degli aspetti che mi è piaciuto di più di questo romanzo, ossia, quello dell’autore di scavare a fondo dei suoi personaggi, condividendo con il lettore l’interiorità di alcuni di loro, rivelando aspetti intimi e privati.
Lo stile è fluido, il ritmo avvincente.
L’angoscia, la paura sono le sensazioni che la fanno da padrone attanagliando completamente il lettore, gettandolo in un vero e proprio vortice di terrore.
Mi sento di avvertirvi che sono presenti scene un po’ splatter per chi, magari, è facilmente impressionabile. Mi sento però di dirvi anche che non sono particolarmente rivoltanti.
In “Manichini” il lettore ha la sensazione di trovarsi in un film dell’orrore anni ’80.
Epilogo, assolutamente imprevedibile, unica pecca l’essere così breve e poco sviluppato in determinate sequenze.
Speriamo che l’autore decida di pubblicare un seguito o un prequel!.
Un buon romanzo senza troppe pretese!.
A presto
Valentina Meana