Edito da La Corte il libro porta alla luce una serie di storie e di considerazioni sull’aborto e sui diritti di autodeterminazione del corpo femminile. Un testo che, fuori dai proclami politici, cerca di portare alla luce non solo la realtà italiana ma anche quella di molti stati nel mondo.
TRAMA
Il 24 giugno 2022, con la sentenza Dobbs v. Jackson, la Corte Suprema Americana assegna ai singoli Stati il diritto di normare l’aborto volontario fino a vietarlo del tutto, portando al centro del dibattito mondiale un tema quantomai fondamentale per l’autodeterminazione della donna.
Anche in Italia, nonostante siano passati più di 40 anni dalla legge 194 che tutela il diritto di scegliere per le donne, la parola aborto continua a dividere l’opinione pubblica.
Ma qual è la sua storia? Cosa è cambiato da allora e come si colloca la nostra nazione rispetto a quello che accade nel resto del mondo? Cosa si cela davvero dietro la scelta dell’obiezione di coscienza e quanto una società in cui vige ancora fortissimo lo stigma del senso di colpa può considerarsi una società democratica e libera?
RECENSIONE
Se vi state chiedendo perché parlo di un testo del genere significa che non mi conoscete, che frequentate da poco questo sito. La letteratura distopica, e molta di quella fantascientifica più generalista, si fonda su scenari totalitaristici e dittatoriali. Estremismi in cui la libertà di scelta non esiste, in cui le religioni governano o in cui il fanatismo dilaga. Futuri da cui dovremmo star lontani, in cui i problemi e le paure del presente vengono estremizzati. Questo sito non nasce per il piacere di leggere letteratura del disastro, il suo scopo è condividere testi e letture che, oltre all’intrattenimento, lascino un seme tra i pensieri di chi legge. La consapevolezza che, se vogliamo evitare di arrivare a quegli estremi, dobbiamo migliorare il nostro presente.
Per questo motivo, tutto lo Staff, si batte da anni per promuovere la libertà, il rispetto dei diritti e l’uguaglianza.
In un mondo utopico non bisognerebbe nemmeno scrivere un libro come quello di Simona De Ciero, ma nella vita reale invece serve farlo. E serve parlarne con la maggiore oggettività politica. L’aborto è un tema complesso, che divide e che prevalica i semplici “diritti umani” in quanto coinvolge anche la cerchia etica e religiosa delle persone. Un tema che, sempre in un mondo perfetto, dovrebbe concedere a tutti e tutte la libertà di scelta, e lasciare ai singoli il confronto con la propria etica e credo religioso.
Il diritto di scegliere affronta storie umane, di donne che per diversi motivi hanno cercato di interrompere una gravidanza. Persone che, se scendiamo dal piedistallo della critica o delle nostre convinzioni personali, si sono trovate a non poter esercitare il proprio diritto scelta.
Attraverso un’analisi della situazione internazionale moderna, indicativamente degli ultimi due anni, Simona De Ciero cerca di mantenere una atteggiamento oggettivo e non politicizzato dei punti chiave che hanno portato decine di stati a rendere illegale l’interruzione di gravidanza. Analizza dettagli, differenze e leggi senza mai scivolare nella critica etica o religiosa. Una cosa che ho molto apprezzato in quanto rispecchia un pensiero che porto avanti da anni. Ognuno di noi ha il diritto di credere e professare in totale libertà, a patto che le nostre scelte non limitino le libertà altrui.
E su questo filo conduttore, in cui non c’è retorica o scontri ideologici, si dipanano le storie delle donne che si sono volute raccontare. Donne umiliate, arrabbiate o disperate, che hanno pagato sulla loro pelle l’imposizione di leggi inique. Persone che hanno portato la loro testimonianza per far sapere al mondo, o quantomeno all’Italia, cosa significhi perdere il diritto di poter disporre del proprio corpo. Perdere la possibilità di essere libere.
Se fossero gli uomini a dover partorire le leggi e le imposizioni sarebbero le stesse?
Che futuro e che benessere può ricevere un bambino nato non voluto? Magari abbandonato, venduto o maltrattato da genitori che non lo desideravano?
Queste domande sono mie, chi mi conosce sa che le uso spesso. L’autrice non cade nell’errore di esporsi così tanto, il suo scopo non è fare caciara o accusare qualcuno, il focus del suo lavoro è concentrare l’attenzione su un tema troppo importante per essere ignorato. Il diritto di autodeterminazione umana, in questo caso del corpo femminile, è una tematica che non può essere affrontata con leggerezza e che deve andare oltre la convinzione dei singoli. E’ un tema che non si risolverà leggendo un libro, ma che se ignorato, potrebbe generare un effetto domino contro tutte le altre libertà personali che sono state conquistate fino a oggi.
A voi la scelta.
A presto
Delos