Vi parlo oggi di un libro di Neo Edizioni che non ha nulla di fantascientifico: La madre di Eva di Silvia Ferreri, candidato al Premio Strega 2018.
Proprio il 28 febbraio, inoltre, debutterà al Teatro Lirico Giorgio Gaber, lo spettacolo teatrale tratto dal romanzo interpretato dalla celebre attrice Stefania Rocca.
La quarta di copertina
“Il tempo non conta. Il tempo non esiste più. Si è fermato. Ricomincerà solo quando ti sveglierai e mi guarderai coi tuoi occhi nuovi di zecca. Punto zero dell’anno zero. Da lì gli orologi ricominceranno a battere. Da lì dovremo cercare un nuovo modo di guardarci, di chiamarci, di parlare.”
La trama
Il libro è un dialogo tra la madre di Eva (appunto), in sala d’attesa, e sua figlia, stesa su un lettino di una sala operatoria in una clinica serba. Eva ha appena compiuto diciotto anni e da quando è nata aspetta questo momento. Vuole cambiare sesso sottoponendosi all’intervento che la renderà come si è sempre sentita: uomo. Nel parlarle, sua madre ripercorre il dolorosissimo percorso che le ha portate fino a là, dalla nascita di Eva fino alla resa della sua famiglia di fronte all’evidenza: Eva è, è sempre stato e per sempre sarà, semplicemente, Alessandro.
Recensione La Madre di Eva
Questo libro mi ha rapito, dal primo istante in cui ho letto la trama e una breve ed entusiastica recensione in un gruppo di lettori su Facebook, tanto da fargli scalare rapidamente la mia infinita coda di lettura, fino a quando non l’ho divorato in un veloce, ma altrettanto doloroso e rabbioso, fiato.
Questa è una storia inventata ma è talmente profonda e così ben scritta che sembra vera da farti venire i brividi.
La voce di questa madre è concreta e i contorni della storia della sua famiglia sono tracciati con precisione; il dolore, la rabbia, la disperazione, l’umiliazione che quella figlia è costretta a subire si sentono fare un rumore assordante, dentro quella saletta asettica di una clinica straniera. Ma il rumore più grande, quello che sovrasta tutto, è quello della colpa che si sente addosso questa mamma, il suo di dolore, la sua rabbia, la sua disperazione e umiliazione.
È questo il mio grande “ma” in questa storia: quanto è pericoloso spostare il centro dell’attenzione da chi ha sofferto tanto da cercare di uccidersi, tanto da rischiare la vita per togliersi di dosso tutto quello che la contraddistingue in un genere che non è il suo, e puntare il faro su una colpa inesistente, su un dolore, se pur comprensibile, che sembra sminuire quello del figlio?
E, ben inteso, la mia non è una critica al romanzo, anzi: il fatto che si sia instillato così saldamente dentro i miei pensieri e che abbia suscitato riflessioni e sentimenti così vivi come la rabbia, la compassione, il rancore, è il segno tangibile di quanto la resa di questa scrittura sia potente.
È un libro da leggere, un libro che può ispirare e far riflettere. Ma insieme ad altri che possano riportare l’equilibrio. E tener presente che esistono famiglie che vivono molto più serenamente queste situazioni e figli che sono appoggiati dai loro genitori nel loro percorso. Che “normalizzare” i percorsi di transizione non è solo auspicabile ma soprattutto possibile.
Autrice: Silvia Ferreri – Titolo: La madre di Eva – Editore: Neo Edizioni – Collana: Iena – Anno edizione: 2017
Pagine: 195p, Brossura
Debora Donadel