Edito da Laurana, nella collana Calibro 9, I milanesi non esistono è un fumetto travestito da romanzo, un distopico con un taglio narrativo quasi cinematografico.
TRAMA
Impossibile vivere senza internet. Ma è in questa condizione che il Polpo si muoverà, in una Milano offline, allucinata, che di colpo si riscopre fragile, tra guerriglia urbana, improvvisati criminali e una dilagante follia collettiva. Chi ha tolto la rete? Chi sta minacciando la società per come la conosciamo? Qual è il suo scopo? A queste domande proverà a trovare risposta il Polpo, con l’aiuto di una banda di skater, tra killer spietati, nerd ipertecnologici e hacker nascosti fra le pieghe della città.
RECENSIONE
In un mondo dove tutto è collegato, dove ogni momento della vita può essere vissuto online, perdere la connessione equivale a sparire. Chi non è collegato non esiste, non ha accesso alla società e alla struttura sociale che corre lungo le spire del web.
Milano è il fulcro di questa vita iperconnessa, è il cuore pulsante in cui tutto si muove e in cui milioni di abitanti scandiscono le loro vite tra live, appuntamenti social e un progressivo allontanamento dai contatti umani diretti. Non che siano banditi, ma perché ricercarli se si può incanalare tutto tramite semplici interazioni digitali?
La risposta arriva nel momento in cui tutte le connessioni saltano. Panico, paura e smarrimento avvolgono la città, schiacciano gli abitanti e li costringono a guardare oltre gli schermi neri delle loro vite digitali. Un’organizzazione terroristica ha colpito duro, ha isolato il mondo, e Polpo, un agente segreto che sembra uscito da True Lies, deve risolvere la situazione.
I tre autori raccontano una Milano concreta, reale e credibile, all’interno di una narrazione che spesso richiama una struttura narrativa più cinematografica, fatta di soprannomi e personaggi che camminano sul filo dell’improbabilità. Dettagli e storie grottesche che si mescolano in una vicenda che ha una forte chiave distopica. Senza estremismi, senza eccessi, ma con una non troppo velata critica dalla nostra società.
Il romanzo riesce a far sorridere, a rendere godibile la storia, ma quando termina ti lascia quel senso di fastidio che si prova quando ci si rende conto che dietro alla leggerezza c’è molta verità. Estremizzata, ironizzata, ma pur sempre reale.
Dietro la finzione ci siamo noi, che ci scocciamo se il cellulare non prende ovunque e che invece di goderci il momento preferiamo condividerlo sui social. Noi, che controlliamo se alberghi e ristoranti hanno il wifi o che usiamo filtri e mille opzioni per creare un alter ego digitale che non ci rispecchia.
Non avevo mai letto nulla di Riccardo Besola, Andrea Ferrari e Francesco Gallone, e sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla scoperta.
A presto.
Delos