Recensione Da noi non può succedere di Sinclair Lewis

Da noi non può succedere, pubblicato nel 1935, oltre ad essere un grande “What if”, appare come un monito per tutti noi e per la nostra Storia, per quella passata e, soprattutto, per quella futura a cui, inevitabilmente, daremo il nostro piccolo contributo.

LA TRAMA

Stati Uniti, 1936. Dopo un solo mandato, il presidente Franklin Delano Rooselvet viene sconfitto alle elezioni e sostituito dal senatore Buzz Windrip, il volto nuovo della politica americana. Windrip si impone grazie a una campagna elettorale basata sulla promessa di drastiche riforme sia in campo economico che sociale, rassicurando inoltre sul ritorno alla difesa dei valori tradizionali e del patriottismo. Una volta al potere, Windrip soppianta completamente l’impianto democratico “stars & stripes” e si fa dittatore per la propria nazione: potrà così “difenderla” dai nemici storici e “purificarla” dalla criminalità e dalla libera stampa.
Il regime instauratosi è indigesto a Doremus Jessup, proprietario e direttore del “Daily Informer”, giornale della città di Fort Beulah. Il racconto dell’opposizione del giornalista alla neonata tirannia è il cuore pulsante del romanzo (la trama può ricordare quella de “Il complotto contro l’America” di Philip Roth del 2004, in cui si immagina che Roosevelt venga battuto dall’aviatore Lindbergh simpatizzante di Mussolini e Hitler. Probabile che Roth si sia ispirato al romanzo di Lewis).

LA RECE

Fantapolitica, ucronia e distopia. Ecco gli ingredienti principali che compongono l’opera di Sinclair Lewis. Ma c’è un tema sul quale poggiano i tre generi, che poi è il centro nevralgico della storia: la dinsivoltura con cui la cittadinanza, malgrado provenga da abitudini democratiche, riesce ad abbandonarsi all’abominio della dittatura. Così, mentre il romanzo ci porta avanti con il tempo in un ipotetico futuro per gli Stati Uniti, per quanto riguarda le forme governative, invece si procede a ritroso. La linea evolutiva del paese, che nel mondo occidentale, apparentemente, è il simbolo della libertà, fa una netta inversione a U.
Cosa Da noi non può succedere e invece succede? succede che, anche in uno stato considerato liberale e democratico, la perdita progressiva dei diritti fondamentali da parte dei cittadini a favore di una tirannide che promette una difesa indoma da presunti nemici, è un evento che ha la possibilità di verificarsi al di là della solidità delle istituzioni già radicate.
Nel 1930, quando vinse il Nobel per la Letteratura, Sinclair Lewis dichiarò: “oggi gli Stati Uniti sono il più contraddittorio, deprimente, emozionante paese al mondo”. Proprio da queste evocative parole, l’autore americano sembra tracciare le linee guida per la stesura di Da noi non può succedere: L’ironia e il piglio satirico del romanzo riesce a calmierare l’amara incoerenza delle vicende narrate. Un racconto avvincente grazie all’incedere con cui vengono incasellati gli eventi che Lewis riesce a descrivere con estrema scorrevolezza.

“La tirrania di questa dittatura non è essenzialmente colpa dei grandi capitalisti, né dei grandi demagoghi che fanno il loro sporco mestiere. La colpa è di Doremus Jessup! Di tutti quei coscienziosi e rispettabili Doremus Jessup che con la loro indolenza hanno permesso ai demagoghi di prendere il largo, senza mai protestare con troppa convinzione”

CURIOSITÀ

La prima edizione italiana del romanzo risale al 1944 con il titolo “Qui non è possibile

Nel 1982 il regista Kenneth Johnson ispirandosi al libro scrisse un soggetto dal titolo “Storm Warnings”. Sottoposto al vaglio della NBC per una serie televisiva, il plot fu respinto perché considerato troppo cerebrale per il pubblico medio statunitense. Si pensò ad una rivisitazione per rendere il tutto più appetibile, così i fascisti statunitensi furono sostituiti da extraterrestri mangiatori di uomini, la storia rivista divenne la miniserie V – Visitors.

A presto!

Rick


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *