Recensione Cigno blu di Marco Nese

Buongiorno fantadistopici, bentrovati !

Ho letto per voi “Cigno blu” di Marco Nese edito dalla casa editrice Io scrittore, se avrete pazienza di continuare nella lettura, di seguito scoprirete cosa ne penso.

TRAMA DEL CIGNO BLU

Un Paese unico e affascinante, una terra dura e scintillante, l’Afghanistan, capace di rubarti il cuore con un solo sguardo verso le vette più alte del mondo e distruggerti in un attimo per l’asprezza del suo clima e della sua natura selvaggia. E la storia di questi luoghi non è che la rappresentazione più fedele di questi segni e di questi sentimenti, perché scritta da un popolo indomito e orgoglioso, brutale e incantevole, chiuso in una cultura arcaica, figlia di convinzioni primitive, millenarie come le eterne montagne da cui è circondato. Una terra martoriata dalla guerra e dai continui tentativi di invasione nell’arco dei secoli, e degli ultimi decenni soprattutto, senza che nessuno degli stranieri che hanno provato a calpestarla siano stati in grado di modificarne o addirittura migliorarne il destino. Questo lo scenario in cui Luca, agente segreto incaricato di raccogliere informazioni e di tessere relazioni utili ad aiutare e proteggere la missione del contingente militare italiano, incontra Aisha, giovane donna, sposata per contratto e senza amore, come da tradizione, a un uomo molto più anziano di lei. Niente può essere più travolgente, perché lei, seguendo la sua indole ribelle, vede nella presenza straniera la possibilità di scardinare consuetudini pietrificate, scegliendo di candidarsi per il nuovo Parlamento che si costituisce a Kabul, per ribaltare il secolare predominio dei signori della guerra e trova in Luca la persona più adatta ad aiutarla. D’altro canto, “l’agente Gabbiano”, questo il nome in codice, sarà sopraffatto dalla bellezza, dall’ardore, dall’impeto di questa donna coraggiosa e non potrà impedire la nascita di un amore coinvolgente. Un amore che però dovrà fare i conti con i pericoli e le minacce di un mondo dove la vita è un’eterna lotta sanguinosa.

RECENSIONE DEL CIGNO BLU

Il romanzo si divide in due parti temporali la prima racconta gli episodi avvenuti nel 2005 e la seconda nel 2006. L’agente Gabbiano mostra la sua vita come incaricato nello svolgere la sua missione militare e quella di un uomo che suo malgrado si innamora di una donna Afgana.

La storia è scritta in prima persona, questo regala al lettore l’opportunità di entrare nell’anima del personaggio. La descrizione l’Afganistan, il territorio, la popolazione locale e le dinamiche sociali sono elementi che ti accompagnano per comprendere le sfumature che si vanno a dipanare durante la storia. Sono descritti i meccanismi della vita militari, degli intrighi e dei compromessi che si devono accettare in una situazione tanto delicata e ci racconta situazioni difficili da comprendere e lontane dal nostro vivere quotidiano. Ci fa immergere in una realtà complessa e descrive come i Talebani abbiano stravolto la vita degli Afgani durante il loro dominio. In queste parole che scorrono leggi il dolore di un popolo sottomesso e di donne a cui è negato ogni diritto.

Una frase mi ha colpito:

Ai bambini è stato negato di far volare gli aquiloni”

che equivale a negare loro la fanciullezza e il sorriso.

L’agente Gabbiano si avvicina al cigno blu per una questione puramente strategica, Aisha ha deciso di fondare un suo movimento ed entrerà in politica, idea rivoluzionaria e liberale in un paese che è stato sottomesso da un regime totalitario e criminale. Una donna piena di vita che arde di passione e anela la libertà. Intraprendete fino a mettere il pericolo la sua vita. Fa riflettere Aisha quando parla di sé e di tutte le donne, dei piccoli gesti che per noi sono scontati, ma che in alcune parti del mondo sono sogni vietati come sorseggiare un bicchiere di vino.

Lei sollevò il bicchiere e disse : «Guarda che colore non è una bellezza?»

Una storia d’amore e di spionaggio che fa riflettere. La dualità di un uomo che in alcuni momenti sembra quasi sentire il peso di questa passione che lo travolge suo malgrado, ma una regola è stata insegnata a Luca “Non avvicinarti alle donne”, e lui la infrange.

Non è però solo una storia d’amore, è un intreccio di politica, retaggi culturali e sottomissione. È un momento di riflessione verso il mondo e noi stessi.

Non posso aggiungere altro o rischierei di rivelare troppi dettagli.

Lascio a voi la lettura e le considerazioni.

A presto

Daniela

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