DETRITI, uno young adult che trasporta in un futuro in cui la distopia è mascherata da utopia. Edito da Lumien, è un romanzo che richiama grandi classici del passato e li contestualizza in una narrazione più moderna.
TRAMA DI DETRITI
“Il controllo di noi stessi è ciò che ci rende dei bravi cittadini ed essere una brava cittadina è ciò che desidero di più.”
I Regolatori inibiscono le pulsioni e questo garantisce l’Ordine. Non assumerli è un reato. A Opima, molte cose lo sono. Anche guardarsi negli occhi. Ogni tanto, però, Evie si è concessa di trasgredire la regola. È per questo che si sente sbagliata, per tutte le volte in cui si è trovata costretta a farsi del male pur di nascondere la parte peggiore di sé.
Respira lenta, cammina piano, non oltrepassare la linea del collo con lo sguardo, cambia strada se si avvicina un uomo, notifica ogni spostamento. L’Ordine esige il controllo; eppure, un messaggio non autorizzato riesce a introdursi nelle case dei cittadini: c’è qualcosa oltre Opima, un luogo in cui le persone sono libere di scegliere, un luogo adesso in pericolo. Evie deve controllare le sue emozioni; a breve le verrà comunicato il suo punteggio e poi sarà assegnata alla sua Compagna, per formare un nuovo Nucleo. Ma il tarlo della curiosità è troppo insistente: cosa c’è lì fuori? Da dove arriva quel messaggio? Per quanto ci provi, non riesce a non notare alcuni comportamenti anomali dei cittadini: simboli, segnali, sguardi.
La guerra per la libertà non tollera l’indecisione, ma Evie è costretta a domandarsi se tutto ciò che ha conosciuto fino a quel giorno sia l’unica strada percorribile. Essere una brava cittadina può valere l’annientamento della propria umanità? O c’è qualcosa di più importante?
RECENSIONE DI DETRITI
Nord Europa. I cambiamenti climatici, la fame e la lotta per le risorse hanno trasformato il mondo in un luogo violento, aggressivo. La città di Opima è ultimo baluardo della civiltà contro le barbarie che imperversano all’esterno. Un’oasi di pace e di ricchezza, in cui tutti danno il proprio contributo e non si va mai a letto a pancia vuota o ammalati.
Un luogo unico, apparentemente paradisiaco, ma che richiede ai cittadini il rispetto di regole rigidissime. Leggi e limitazioni figlie di una dittatura societaria, che impongono la repressione di ogni libertà nel nome del benessere della comunità. Ogni aspetto della vita viene rigidamente controllato. Non si può mangiare quel che si vuole, ingrassare, amare, uscire o muoversi a proprio piacimento. I rapporti umani sono limitati al minimo, le emozioni vengono represse con l’assunzione obbligatoria dei regolatori e un muro invisibile separa i maschi dalle femmine.
Evie, una giovane abitante di Opima completamente soggiogata all’ordine. Tutto ciò che le interessa è essere una brava cittadina, guadagnare punti a sufficienza per essere assegnata a una zona alta e costruire il proprio Nucleo con la compagna che le assegneranno. È cresciuta facendo del suo meglio per soddisfare Opima, per rendere orgogliose le sue due Allevatrici, ma qualcosa in lei non funziona. Ogni volta che l’ansia l’assale le sue unghie scavano la pelle delle sue mani fino a farsi male. E per questo si sente male, si sente sbagliata.
E il giorno in cui infrange una delle regole comportamentali, inculcata con violenza in ogni cittadino fin dall’infanzia, la sua vita cambia improvvisamente. I suoi occhi incrociano quelli di un’altra persona, che ricambia lo sguardo con la forza di un uragano.
Detriti è un distopico che si sviluppa partendo da basi solide. Nella storia si trovano tutti i topoi del genere: il controllo, la disumanizzazione, la repressione violenta e la ribellione di chi invoca la libertà. I riferimenti, per quanto non diretti, richiamano sia gli YA recenti con personaggi complessi e complessati sia classici del genere, duri e ben definiti.
Giuliana Leone ha fuso e riadattato a modo suo elementi ben definiti della distopia (nuova e vecchia). Con una scrittura curata, precisa e ben bilanciata, racconta la storia di una ragazza come tante che improvvisamente scopre di essere unica. Che raggiunge la consapevolezza di non essere solo un numero, di non poter essere un robot di carne, e che mette in moto eventi che andranno oltre ogni sua aspettativa.
Il romanzo non è propriamente nelle mie corde, sono troppo brutto e cattivo per questo tipo di narrazione iperemotiva. Ho trovato delle piccole sbavature e il “mi sento sbagliata – devo capire – ma cos’è l’amore” forse è andato un po’ troppo avanti per i miei gusti tagliati spessi come il cotechino, ma non posso dire che il romanzo non mi sia piaciuto. Forse avrei falcidiato una cinquantina di pagine per alleggerire i passaggi che non mi piacciono, ma per il resto tutto funziona ed è perfettamente in linea con la narrativa di riferimento di oggi.
Tra le righe, dietro la storia di Evie, si intravedono anche temi seri che richiamano i problemi di oggi, e di cui è sempre istruttivo parlare.
A presto
Delos
Nel caso vi piaccia il genere, posso consigliarvi di dare uno sguardo anche a Millenials.