Recensione e ricetta Kàri di Monica B.

Bentornati Distopici!

Oggi vi parlo del capitolo conclusivo della saga The Crimson Thrones series e vi anticipo già che la fine sarà con il botto perché anche in questo caso l’autrice si è superata, ricongiungendo insieme le fila di tutto ciò che era successo negli altri volumi. Tenetevi quindi pronti a scoprire un nuovo eroe, questa volta non proprio del tutto divino. Sto parlando di Kàri, un gigante norreno un po’ sopra le righe che ha deciso di mandare a quel paese tutti i membri della sua famiglia e non solo. Ma è disposto a fare lo stesso anche con tutta la specie umana?.

TRAMA DI KÀRI

Kári, gigante norreno del vento, non si è mai guardato indietro da quando il suo Pantheon gli ha voltato le spalle, preferendo vivere tra gli umani come cantante di una rock band conosciuta a livello mondiale.
Partecipare al torneo che lo vede come uno dei Quattro Divini Re in grado di salvare il mondo è solo un vanto in più al suo curriculum. Peccato che lui non abbia nessuna intenzione di rischiare la vita per gli altri, mortali o meno.
Cora Ivanova è un geofisico pluripremiato e la sua vita gira attorno alla sua carriera. Negare tutto ciò che è paranormale è per lei una legge inviolabile, finché il mondo che conosce non viene minacciato proprio da ciò che lei crede impossibile.
Fidarsi del gigante norreno piombato nel suo ufficio sarà l’unica soluzione per salvare ciò che ama e ciò in cui crede. Riusciranno i due a mettere da parte le loro diffidenze per salvare il mondo?

« Doveva ancora nascere colei in grado di addomesticarmi e dirmi quello che potevo e non potevo fare »

Kàri
RECENSIONE DI KÀRI

Il viaggio che ha rappresentato questa saga non è stato affatto breve: ho atteso con ansia ogni nuova uscita e con Kàri, ahimè, si chiude questa quadrilogia. Tra tutte le altre, la storia di questo gigante norreno mi ha dato la sensazione di essere la più dolceamara e allo stesso tempo la più umana.

Infatti, il protagonista è più l’antieroe che l’eroe della storia: ubriacone, menefreghista, dedito solo al proprio piacere e tornaconto. Ha deciso ormai da molto tempo che le sue uniche passioni saranno la musica e il sesso. Non gli importa più niente dei suoi parenti sprezzanti e delle regole di un Pantheon che in fondo l’ha sempre disprezzato. È questa la prima immagine che abbiamo di lui, eppure è qualcosa di così effimero, di così transitorio da scomparire in fretta e furia perché è evidente che dietro quella maschera ci sia molto di più. Al di là delle apparenze, c’è un uomo orgoglioso, che ha sofferto per gli sbagli commessi e che si è visto più e più volte rinfacciare quegli stessi errori. Mi ha colpita che sia stato proprio quello stesso orgoglio a spingerlo a partecipare al Torneo per selezionare i campioni divini che avrebbero dovuto salvare il mondo. Non l’abnegazione, non l’interesse personale, non la volontà di aiutare gli umani: solo il bisogno disperato di mostrare ancora una volta che forse qualcosa vale, anche se non ci crede nemmeno più lui ormai.

Il suo carattere difficile l’ha portato ad allontanarsi da tutto ciò che gli era famigliare, da tutte le persone che amava. Solo la nipote gli è rimasta a fianco. Ebbene l’ho amato anche per questo, per il suo essere perso e cocciuto, per la sua disperata ricerca di un modo per uscire dallo stato di turbamento. La cosa più bella è stata vederlo ottenere, dopo molto penare, la pace agognata.

Cora, d’altra parte, è una forza della natura: è una donna cinica, che assomiglia moltissimo a San Tommaso, lei se non vede non crede, e prima dell’arrivo di Kàri avrebbe riso in faccia a chiunque le avesse parlato di dei, mostri e fine del mondo. Eppure è costretta a fare i conti con questa realtà nel modo più sexy possibile: cioè un gigante norreno barbuto, che si pianta nel suo laboratorio e non vuole saperne di andarsene. Cora è un personaggio che mi è rimasto dentro perché fredda, distante e ferita e vedere la sua evoluzione, la sua crescita e la sua capacità di distaccarsi dagli schemi che fino a quel momento avevano governato la sua vita, mi ha colpita moltissimo.

Si chiude quindi con il botto questo viaggio fatto di divinità e mostri, Distruttori e Profezie, dove molto spesso la fantasia viene messa alla prova per riuscire a capire come salvare la situazione, dove l’amore è comunque un protagonista importante e dove tutti i personaggi spiccano per un motivo e per un altro. Anche questo volume è consigliatissimo a chi ama letture urban fantasy e distopici moderni con un evidente tocco di romance!

Per questo libro avevo bisogno di ingredienti forti che potessero rappresentare queste teste dure. Di sicuro il limone è per Cora, così rigida e fredda, aspra all’apparenza ma in realtà ha solo bisogno dell’accompagnamento giusto per poter essere apprezzata.

Le mandorle invece sono per Kàri: essendo di base un personaggio ambiguo, per il suo bisogno di ritrovare se stesso, ho pensato che questi semi croccanti potessero rappresentarlo benissimo con la loro capacità di adattarsi al dolce e al salato, con il loro essere molto camaleontici e ottimi per accostarsi un po’ a tutto. Lo stesso tendenzialmente vale anche per questo gigante che ha solo bisogno di trovare la sua strada e la sua motivazione per continuare a combattere.

Insieme, limone e mandorle, possono essere la combinazione perfetta per dare vita a questi muffins con una punta di acidità e croccantezza. Pensate che sono anche ottimi per fare merenda!

RICETTA

Ingredienti muffins al limone e mandorle:

(Dosi per 12 muffins)

  • 200g di farina 00
  • 100g di mandorle tritate grossolanamente
  • 120g di zucchero di canna
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 1/2 cucchiaino di bicarbonato
  • 150g di yogurt
  • 90ml di olio di semi
  • 1 limone (succo e scorza)
  • 2 uova
  • Sale q.b.
  • Zucchero a velo q.b.

Procedimento:

Per prima cosa preparate una teglia con 12 pirottini di carta, se avete la teglia per muffins meglio, altrimenti va benissimo anche una leccarda coperta di carta forno. Dopodiché partite tritando le mandorle in modo grossolano con un frullatore o un minipimer. Aggiungete, quindi, le mandorle tritate agli altri ingredienti secchi: farina e lievito setacciati, zucchero, bicarbonato e un pizzico di sale.

In un’altra ciotola, invece, sbattete le uova a cui aggiungerete lo yogurt, l’olio di semi e il limone (scorza grattugiata e succo spremuto). Quando il composto è del tutto omogeneo iniziate a incorporare pian piano gli ingredienti secchi finché non sarà tutto ben amalgamato. A questo punto l’impasto è pronto per essere distribuito nei pirottini fino a 1 dito dal bordo.

Fate cuocere in forno statico a 170° per 25-30 minuti, spolverate con abbondante zucchero a velo, e voilà, ecco dei profumatissimi muffins al limone, super semplici ma spaziali!

A presto con un’altra ri-censione,

Martina

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