TRAMA DEGLI ASTRIGENI
Il romanzo Gli astrigeni di H.G. Wells scritto nel 1937 è certamente un romanzo con una struttura tipicamente ottocentesca. Non ci sono grandi avvenimenti non ci sono trame molto intricate, ci sono alcuni personaggi, descritti sommariamente, lunghe discussioni, riflessioni, analisi, considerazioni. Ma allo stesso tempo pur non essendo un testo di lettura molto divertente, il romanzo è, a mio modo di vedere, una delle opere più belle, profonde, originali di H.G. Wells.
I protagonisti del romanzo sono i marziani, ma essi non compaiono mai. Al contrario dell’immagine che lo stesso Wells ci aveva fornito nella Guerra dei mondi, qui gli alieni non sono una razza che invade, non sono un pericolo, ma al contrario sembrano rappresentare una versione saggia dell’umanità. E la squisita finezza del romanzo sta proprio nel fatto che essi non compaiano, ma vengano continuamente evocati, di riga in riga, di parole in parola. Il protagonista, Joseph Davis, è uno storico che ha pubblicato molti libri sulla storia dell’umanità, improvvisamente ha la sensazione che lui e la sua famiglia siano stati in qualche modo cambiati dall’influsso dei raggi cosmici. E proprio questi raggi cosmici sarebbero l’arma che usano gli alieni per trasformare l’essere umano. Tuttavia si tratta di una trasformazione che volge verso il bene cioè si tratterebbe di un modo che hanno gli alieni per accelerare lo sviluppo dell’umanità in senso positivo i raggi cosmici produrrebbero, dunque, una mutazione verso “una saggezza più vasta”. In questo modo tutto il romanzo finisce per essere una tagliente critica alla umanità, nella quale l’homo sapiens viene descritto come un “dilettante su una nave che affonda”.
RECENSIONE DEGLI ASTRIGENI
Il ventesimo secolo è inteso come il secolo della “scoperta extraterrestre”, certezza che appartiene completamente alla fantascienza e non invece alla realtà scientifica, tuttavia, e bisognerebbe riflettere su questo aspetto, la letteratura del Novecento è la letteratura nella quale compare questo nuovo protagonista: l’alieno, Alter Ego molto evidente di una umanità che comincia a fare i conti con se stessa e che comincia a intravedere i limiti del proprio sviluppo. In questo senso il marziano può essere quasi definito come un “superuomo”.
Un aspetto magari secondario ma certamente molto inquietante del romanzo sta nel fatto che l’idea che gli alieni stiano modificando la razza umana attraverso i raggi cosmici, che si diffonde nell’ambiente scientifico, viene però neutralizzata dal trasformarsi in una moda, ridotta a chiacchiera, esattamente come accade oggi con i social che riescono a neutralizzare qualsiasi informazione rilevante trasformandola in banalità. Anche in questo Wells appare ottimo anticipatore.
È molto evidente, in questa narrazione di Wells, l’adesione a un clima generale di grande preoccupazione in tutta Europa per quel che si stava preparando. In quegli anni, infatti, lo sappiamo, era in corso la guerra di Spagna e già Hitler aveva dato prova delle sue intenzioni espansionistiche, in generale l’umanità stava precipitando in un baratro dal quale sembrava non esserci via d’uscita. È proprio a fronte di questa oscura percezione che lo scrittore cerca, anche al di fuori delle sue convinzioni politiche e ideologiche (Wells era socialista). In questo senso è certamente interessante leggere un passo che sembra molto emblematico della sconfortante delusione dell’autore rispetto alla realtà del suo tempo e al sogno di un futuro veramente pacificato: “Serenità. La sicurezza significa serenità. Dite quello che vi pare sul mondo futuro. Una cosa è certa: che non solo sarà un mondo più ricco, ma più splendido (…) Certamente vi sarà la pace del mondo. Questo vuol dire, tranne per gli ostacoli della natura e i capricci del clima, che un uomo sarà libero di andare ovunque gli piaccia, e di esercitare i diritti e i doveri di cittadino in qualsiasi posto vada. Un sistema economico in vista dell’abbondanza, e non un sistema di pressioni imposte per la povertà. Le vostre necessità saranno soddisfatte dappertutto. Non avrete preoccupazioni per il domani per quel che riguarda cibo, comodità e dignità.” Così è il sogno del futuro, una utopia ancora lungi dal realizzarsi, forse dobbiamo aspettare di diventare anche noi “astrigeni”, cioè le creature astrali.
Stefano